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saga
storia di famiglia
Stefania Auci, “I leoni di Sicilia. La
saga dei Florio”
Ed. Nord, pagg. 437, Euro 15,30
Un leone, nel primo stemma dei Florio, una famiglia che proprio nulla
aveva di nobile. Ma che importa? Il leone è il re della foresta, si sa, e i
Florio sarebbero diventati, se non i re, i leoni della Sicilia. Si sarebbero
imposti come un casato che poteva imporre le sue leggi, grazie alle ricchezze
acquisite. Con intelligenza, con duro lavoro, con lungimiranza e anche con
passione.
16 ottobre 1799. Una fortissima scossa di terremoto fa risvegliare
Bagnara Calabra. I Florio- Paolo con la moglie Giuseppina e il piccolissimo
Vincenzo, Ignazio (fratello di Paolo) e la nipotina Vittoria rimasta orfana- si
precipitano in strada. Sono incolumi, la loro casa ha resistito, ma Paolo ha
deciso: basta Bagnara, basta quella vita di ristrettezze e di orizzonti angusti.
A Palermo Paolo e il cognato hanno già installato un commercio di spezie-
andranno in Sicilia, il futuro è lì. Cu
nesci, arrinesci, recita un proverbio siciliano che introduce il primo
capitolo del libro. Chi esce, riesce. Inizia la saga dei Florio.
Vincenzo, Ignazio senior e Ignazio junior |
A Palermo sono arrivati anche i Borbone, scappati da Napoli in seguito
alla rivoluzione. Palermo è il porto più importante del Mediterraneo, i Florio
incominciano con un piccolo magazzino dove vendono pepe, cannella, zafferano,
cumino, anice, coriandolo. Ma Paolo guarda lontano, perché accontentarsi quando
si intravvedono altre possibilità? E si fa strada, lottando contro le invidie
degli aromatari, ampliando i suoi commerci, puntando al meglio. Il fratello
Ignazio è sempre al suo fianco, è su di lui che Paolo può contare. Alla morte
di Paolo, sarà Ignazio a prendere le redini di quella che sta diventando ‘Casa
Florio’ e a fare da padre a Vincenzo che forse lo ha sempre amato più del suo
stesso padre.
Villa Florio |
La grande Storia convulsa dei primi dell’800, con i Borbone che
ritornano a Napoli e reprimono ferocemente la rivoluzione e poi con i moti del
1818 e infine con lo sbarco di Garibaldi, è tratteggiata a grandi linee
nell’introduzione dei vari capitoli del libro. Serve da sfondo, ci aiuta a
capire quali altre difficoltà i Florio debbano affrontare oltre a quelle che li
toccano più da vicino, nel commercio e nella famiglia. I Florio hanno la
perspicacia di afferrare il momento, sembra che abbiano la capacità di guardare
nella sfera di cristallo- Vincenzo deve imparare l’inglese, Vincenzo deve
andare all’estero e conoscere il mondo (porterà in Sicilia informazioni su macchine
che in Inghilterra fanno il lavoro degli uomini), Vincenzo deve introdursi
nella nobiltà siciliana sposando una ragazza con un titolo. Lui porterebbe i
soldi, lei il sangue blu. Questa è l’unica cosa in cui i Florio falliscono.
Acquistano una tonnara, inaugurano il sistema di conservazione del tonno
sott’olio, imbottigliano quel vino liquoroso degno della tavola di un re che
prende il nome dalla città di Marsala, si faranno costruire splendide dimore.
Ma ‘u facchino’ (quanto gli brucia, a Vincenzo, che qualcuno ricordi ancora da
dove i Florio hanno iniziato) finirà per legittimare la donna che è stata sua
amante quando, dopo due bambine, metterà al mondo l’agognato erede, un piccolo
Ignazio che prende il posto dello zio, nel nome e nei cuori.
“I leoni di Sicilia” è un romanzo affascinante. Con una bella scrittura,
limpida e con un tocco di ‘sicilianità’, qualche parola, qualche insulto,
qualche frase o proverbio in dialetto, Stefania Auci ci restituisce la storia
di una grande famiglia del Sud, quasi a ricordarci che non ci sono solo gli
Agnelli del Piemonte, ma anche i leoni di Sicilia. E’ una storia che ha
qualcosa di epico, che ci fa ammirare la tenacia e la forza di carattere dei
suoi personaggi senza nasconderci le loro debolezze- il maschilismo e
l’arrivismo di Vincenzo, la timidezza amorosa di Ignazio, l’asprezza di
Giuseppina che non ha mai saputo confessare neppure a se stessa di aver sempre
amato il cognato Ignazio. E ci incanta con le fugaci descrizioni della Sicilia,
del suo mare, dei suoi cieli, dei suoi profumi, della sua architettura barocca.
Da leggere. Attendendo il seguito.
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la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.it
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