Casa Nostra. Qui Italia
la Storia nel romanzo
Valerio Aiolli, “Nero ananas”
Ed. Voland, pagg. 352, Euro 17,00
Non lasciatevi fuorviare dal titolo, “Nero ananas”. Il romanzo di
Valerio Aiolli non è un thriller a base di, chissà, un ananas avvelenato.
L’ananas è una granata dalla forma che ricorda quella del frutto e ‘nero’ è il
colore di quegli anni in Italia, gli ‘anni di piombo’ che incominciarono il 12
dicembre 1969, con ‘il botto’ (nel libro viene sempre chiamato così)-
l’attentato terroristico nella banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza
Fontana a Milano: 17 i morti, 88 i feriti, l’Italia sotto shock. E il racconto
di Valerio Aielli si chiude con un altro attentato a Milano, quattro anni dopo,
il 17 maggio 1973 alla Questura di Milano. L’obiettivo era colpire il Ministro
dell’Interno Mariano Rumor e invece l’esplosione della bomba causò la morte di
quattro delle persone presenti e il ferimento di altre 52.
I capitoli di “Nero ananas” hanno per titolo una data oppure, più
spesso, il nome, anzi, il soprannome di uno dei personaggi, o anticipano la
frase con cui inizia il capitolo e questi sono inserti speciali dentro il
libro, un piccolo romanzo di formazione di un ragazzino che sua sorella chiama
affettuosamente ‘Calimero’ e che vedrà cambiare la sua famiglia, tutto il suo
mondo in quegli anni.
Il Dottore, il Pio, il Samurai, Falstaff, zio Otto- impariamo a poco a
poco a riconoscerli, a capire che cosa li abbia trascinati nella lotta armata, chi
sia ‘il capo’ e chi esegua gli ordini, chi abbia dei dubbi, chi sia un cane
sciolto, come l’anarchico, ex ragazzo sbandato che finirà l’apprendistato in un
kibbutz in Israele e sarà lui a gettare la bomba alla Questura di Milano. Lo
scrittore preferisce non fare nomi, “Nero ananas” non vuole essere un saggio
storico, chi si ricorda può collegare i soprannomi a facce e nomi, chi vuole
può fare ricerche sfruttando i dettagli della parte che conclude il libro e che
soddisfa il desiderio di sapere che cosa ne sia stato dei protagonisti dopo gli
anni del furore. Mentre seguiamo la scalata del Pio al potere (c’è un che di
ironico nel sottolineare la sua religiosità che confina con il bigottismo),
appare un altro personaggio accanto ai terroristi e questo ha un soprannome in
inglese- the Captain. Rappresenta i servizi segreti, italiani e americani,
anche loro in qualche maniera coinvolti nelle trame di quella ‘strategia della
tensione’.
E poi c’è Calimero, nel ‘romanzo dentro il romanzo’, la parte più bella
del libro. Calimero che adora la sorella che ha dieci anni più di lui, con il
suo sorriso di luce, la mano che gli scompiglia i capelli, i ragazzi che la
corteggiano e che poi ‘finiscono nella botola’ (secondo il lessico famigliare).
Vivono a Firenze (importante, questa visione decentrata di quanto sta avvenendo
in Italia), sono un riassunto di tutta l’Italia, con il padre calabrese e la
madre fiorentina. Ad un certo punto, che coincide più o meno con il tragico 12
dicembre, la sorella se ne va di casa. Forse è andata via con i suoi amici
‘cinesi’ (altro vocabolo del lessico famigliare). Calimero viene mandato dallo
zio a Reggio Calabria, segue in televisione le cronache degli attentati, il seguito
delle indagini su piazza Fontana- il colpevole è Valpreda, no, forse non è lui,
chi sarebbe così stupido da farsi portare da un taxi a piazzare una bomba?-, la
sorella riappare, è cambiata, scompare di nuovo. E la madre incomincia a uscire
la sera: il disfacimento della famiglia è l’epitome di quanto sta avvenendo nel
nostro paese.
Sarebbe stato meglio che “Nero ananas” fosse quello che il titolo poteva
indurci a pensare, che fosse un romanzo di pura invenzione. Non lo è. Riporta
alla memoria ricordi di un periodo buio in cui il terrore era quotidiano e le
vittime di quel terrore troppo numerose, con uno stile vario, con un’alternanza
di personaggi sulla scena, collocando il lettore nella posizione dello
spettatore impotente- quella di Calimero.
“Nero ananas” è tra i dodici libri candidati al premio Strega 2019.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.it
Nessun commento:
Posta un commento