Casa Nostra. Qui Italia
love story
la Storia nel romanzo
Luca Saltini,
“Una piccola fedeltà”
Ed. Giunti, pagg. 276, Euro 15,30
Gli uomini di questo romanzo di Luca
Saltini, “Una piccola fedeltà”, li conosciamo con il cognome, come succede a
scuola, oppure sul lavoro- Castiglioni, Janku, Lenz. Delle donne, invece,
sappiamo solo il nome, Achilina, Ioana, Erika, Mariela. E questo già dice
tanto. Perché tutta la prima parte del romanzo parla di lavoro, lavoro e ancora
lavoro. Quel tipo di lavoro che fa guadagnare soldi a palate senza guardare in faccia
nessuno, senza scrupoli. Altro che gli ideali sociali del padre di Castiglioni
contro cui il figlio si è sempre ribellato. E chissà con quale disprezzo suo
padre lo guarderebbe, se sapesse i dettagli del modo con cui il figlio ha fatto
i soldi.
Li ha fatti come trader, con il petrolio,
nella Romania di Ceauşescu. Adesso, ad anni di distanza da quando ha iniziato,
in un letto di una lussuosa clinica di Milano, Castiglioni ricorda,
ricostruisce il passato, si sa che il soffio della morte spinge a riconsiderare
le vie che si sono prese e le scelte che si sono fatte. Castiglioni era il
cervello, Lenz era il suo più stretto collaboratore, la sua ombra che eseguiva
senza discutere, con il sogno di soddisfare ogni desiderio della moglie Erika,
Janku era ‘il boss’ rumeno che andava a braccetto con il Conducator, un uomo
violento e rozzo con qualcosa di mefistofelico. La prima volta che Castiglioni
e Lenz lo avevano visto con Achilina, la maniera da padrone con cui la
trattava, l’assoluta mancanza di rispetto nei suoi confronti, ne erano rimasti
sconvolti. Anche perché era chiaro che la ragazza- bella, molto bella con quei
capelli fini di luce e gli occhi chiari- non gradiva le sue attenzioni ma, pur
non potendo far altro che subirle, riusciva a mantenersi altera e distante.
Tra una Bucarest grigia e triste, con i
palazzoni popolari di stampo comunista, il gigantesco Palazzo del Parlamento
voluto da quel megalomane di Ceauşescu, la gente in coda per procurarsi
qualcosa da mangiare (mentre il whisky di importazione scorre a fiumi negli
ambienti del potere, insieme a caviale e cibi prelibati), le ombre minacciose
degli uomini della Securitate che possono sbucare ovunque per arrestare
chiunque con qualunque pretesto, e l’interno della Romania dove vive Achilina
in un villaggio sperduto, tra campi coltivati e colline su cui ondeggia la
nebbia del mattino (splendido contrasto, come tra un paese di sogno e la
squallida realtà), si svolge la trama di “Una piccola fedeltà”, storia d’amore
e storia di ambizione e di potere in un clima di violenza che rispecchia quella
di un intero paese.
Perché anche alla fine, quando è il 1989 e tutta
l’impalcatura del comunismo scricchiola e sta per crollare, quando la storia è
diventata la cronaca di una morte annunciata, nonostante le promesse d’amore di
Castiglioni per Achilina, è un ‘si salvi chi può’ e con quanto più denaro si
può, e per l’amore c’è tempo. E invece di tempo non ce n’è e Ceauşescu non è
l’unico a morire di morte violenta. E per Castiglioni il futuro sono anni di
rimpianti. Impossibile rimediare al male fatto nel passato, resta solo un
piccolo atto di fedeltà che si può compiere al posto di una fedeltà maggiore
che è stata inadempiuta. Un aiuto a Lenz che gli è vicino, così come, quando
ancora andava avanti e indietro dalla Romania, nel pieno degli affari, portava
sempre una stecca di sigarette alla vecchia signora del mercato, quella che una
volta aveva corso il rischio di essere arrestata dalla Securitate per colpa sua.
Ho pensato agli eroi fallibili di Graham
Greene, leggendo “Una piccola fedeltà”. Agli uomini che aspirano al meglio, che
sanno dove sbagliano e non riescono a fare altrimenti, ma ci provano. E, come
molti dei romanzi di Graham Greene, il libro di Luca Saltini è un romanzo
politico oltre ad essere un romanzo d’amore- e questo è il suo grande fascino. D’altra
parte lo diceva già Machiavelli, lo ha detto Pavese, che la vita è politica,
che ogni scelta della vita è una scelta politica. E i lettori penseranno a
lungo ad Achilina, la vittima che si rifiuta di essere vittima.
la recensione sarà pubblicata su ww.stradanove.net
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