martedì 30 gennaio 2018

Alison Weir, “Lady Elizabeth” ed. 2017

                      Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
                                                            romanzo storico
      FRESCO DI LETTURA

Alison Weir, “Lady Elizabeth”
Ed. Superbeat, trad. Chiara Brovelli, pagg. 535, Euro 18,00

    La conosciamo con il titolo di ‘regina’, parliamo sempre di lei come della Regina Elisabetta I: la Lady Elizabeth del romanzo storico di Alison Weir è sempre lei, la figlia secondogenita di Enrico VIII, ma è Elisabetta prima di salire al trono. Sono gli anni dell’infanzia e della giovinezza quelli che la scrittrice ricostruisce, dal 1536, quando Elisabetta è una bimbetta di tre anni al 1558, quando succede alla sorella Maria.
    Ci sono due tipi di libri di storia- per uomini e per donne. Gli uomini amano i fatti, l’analisi delle cause che hanno portato ai grandi avvenimenti, si spazientiscono nel leggere descrizioni e ricostruzioni più o meno veritiere. Alle donne piace la storia romanzata che rende i protagonisti del passato persone vive che ci sembra di conoscere e di cui possiamo indovinare le reazioni. Ci piace inquadrare i personaggi nel loro ambiente, vedere con l’immaginazione le sale in cui si sono mossi e gli abiti e i gioielli che hanno indossato. E’ questo che troviamo nel romanzo su Lady Elizabeth di Alison Weir ed è chiaro che la scrittrice ha fatto ricerche approfondite e poi ‘ricama’ sulle notizie storiche che ha trovato.
Cate Blanchett nei panni di Elizabeth I
Partendo da una frase veramente detta da Elisabetta di appena tre anni, “Perché, amministratore, ieri per voi ero la principessa e oggi sono semplicemente Lady Elisabetta?”, Alison Weir fa rivivere per noi una bambina precoce e straordinariamente intelligente che ha perso da poco la madre, Anna Bolena, giustiziata perché accusata di tradimento. La storia di Elisabetta non è solo sua. E’ la figlia di Enrico VIII ed è anche la storia del suo regno che leggiamo attraverso quella della principessa Elisabetta. Principessa dichiarata illegittima, insieme alla sorella Maria, figlia di Caterina d’Aragona, prima moglie di Enrico, perché, quando finalmente nacque il tanto atteso maschio, Edoardo, doveva essere lui l’erede, soppiantando le sorelle. Furono anni tormentati, anni di sangue. Era pericoloso, per una donna, attirare su di sé lo sguardo di Enrico che collezionò sei mogli e ne fece decapitare due. Pericoloso anche per le figlie, perché bastava poco perché potessero essere accusate di tradimento. Anche se sembra che Enrico amasse molto Elisabetta, così somigliante alla madre di cui, a suo tempo, era stato follemente innamorato.
Judi Dench nei panni di Elizabeth I
   L’episodio più piccante del romanzo (basato anche questo su una documentazione che lascia adito a questa interpretazione) smentisce la leggenda che si è creata sull’algida Virgin Queen. E’ vero che l’ammiraglio Thomas Seymour (fratello di Jane, la matrigna morta di parto di Elizabeth, e marito di Catherine Parr, anche questa matrigna di Elizabeth in quanto ultima moglie di Re Enrico) avrebbe voluto sposare la tredicenne Elizabeth mirando al trono e che era stato respinto.
E’ vero che aveva continuato a corteggiarla dietro le spalle della moglie e a insidiarla con visite inopportune nella sua stanza. E’ possibile che Elizabeth sia stata stregata da un uomo così affascinante, sia rimasta incinta e abbia poi abortito. Il bel Thomas, comunque, perderà la testa (in senso letterale).

    Leggere “Lady Elizabeth” è meglio che guardare una soap opera perché l’accuratezza delle descrizioni ci lascia il piacere di aggiungere qualcosa con la nostra immaginazione, i visi, gli abiti, i comportamenti, i dialoghi hanno una vividezza che fa rivivere il passato. Quando terminiamo la lettura (un centinaio di pagine in meno avrebbero giovato, però) non abbiamo dubbi sul fatto che la bambina che aveva capito, a soli tre anni, che era meglio non fare il nome della mamma, sarà una grande regina.



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