Voci da mondi diversi. Asia
love story
il libro ritrovato
Murakami Haruki, “1Q84- Libro 3”
Ed. Einaudi, trad. Giorgio
Amitrano, pagg.395, Euro 18,50
Era impossibile non aspettare con la
curiosità e l’ansia tipiche del lettore il terzo libro- stesso titolo dei due
precedenti pubblicati in un unico volume, “1Q84”- di Murakami Haruki. Perché,
alla fine dell’altro, il protagonista Tengo diceva, “Ti troverò, Aomame”. E il
lettore si era chiesto- ci riuscirà? Si incontreranno i due innamorati che non
si sono ancora confessati il loro amore? In che mondo si incontreranno, nel
1984 o nella ramificazione di questo, il 1Q84? Per chi non ne fosse ancora a
conoscenza, ricordiamo che la lettera Q del titolo si spiega in due modi- Q
come question mark, punto di domanda,
e 9 perché la pronuncia della lettera dell’alfabeto suona uguale, in
giapponese, al numero.
Murakami prosegue la storia dei due
protagonisti con la stessa tecnica narrativa, alternando i capitoli in cui seguiamo
le vicende di Aomame con quelli in cui è Tengo ad essere al centro della scena.
Si aggiungono, in più, quelli dedicati ad un terzo personaggio, Ushigawa, un
singolare investigatore privato assunto dalla setta Sakigake perché scopra dove
si nasconde Aomame, la donna che ha avuto l’ardire di uccidere il loro capo. Mentre
l’azione nei precedenti due libri di “1Q84” era concitata, ricca di suspense,
varia e intrigante con i Little People che uscivano dal libro de “La crisalide
d’aria” per entrare nella vita di Aomame e Tengo, in questo romanzo, che copre
i mesi autunnali da ottobre a dicembre, è quasi del tutto statica, almeno per
quello che riguarda la vita dei due ex compagni di scuola che hanno pensato
l’uno all’altra senza mai incontrarsi per vent’anni.
Aomame vive chiusa in
casa: non si è più mossa dal piccolo appartamento da cui ha visto Tengo seduto
sullo scivolo del parco giochi per bambini che è davanti al suo balcone, e non
ha intenzione di muoversi da lì finché non avrà rivisto Tengo e gli avrà parlato.
Tengo si reca nella piccola città dove suo padre è ricoverato in una casa di
cura- va ogni giorno a trovarlo e gli legge ad alta voce anche se questi non pare sentire o capire qualcosa.
L’azione è riservata ai capitoli che vedono in scena Ushigawa, un uomo molto
intelligente e intuitivo e anche molto solo a causa di una bruttezza che lo
rende quasi deforme. Sembra che i personaggi stiano rincorrendosi su una pista
a circuito chiuso, c’è chi rincorre e chi è rincorso, chi cerca e chi è
ricercato. Aomame cerca Tengo e Tengo cerca Aomame, Aomame è ricercata dalla
setta Sakigake che, per fortuna, di Tengo non sa altro che è il ghost writer de
“La crisalide d’aria”, Ushigawa è quello che ha capito che troverà Aomame se
seguirà le tracce di Tengo, è sicuro che lui lo porterà a lei. Ma Ushigawa non
sa che, avvicinandosi troppo ad Aomame, dovrà temere non più soltanto il
Sakigake (se la prenderanno con lui se non trova la ragazza) ma anche l’anziana
signora che aveva ordinato l’omicidio del capo religioso e che protegge Aomame.
Sempre sul filo sottile tra realtà e
immaginario, tra possibile e impossibile, il racconto di Murakami chiede
veramente un atto di fede al lettore, di rinunciare alla parte razionale del
suo intelletto. Perché nella notte di tempesta in cui era successo tutto nel libro precedente, è successo
anche qualcosa di molto, molto strano ad Aomame. Tengo- quando la rivedrà
(perché sì, riescono ad incontrarsi)- le crede subito, il lettore resta
scettico. Devo confessare di essere rimasta delusa da questo tanto atteso
romanzo che conclude la vicenda dei due amanti. E’ un po’ come leggere la parte
finale di un mystery, dove si tirano tutte le fila e si offrono le soluzioni ma
non resta quasi nulla delle tematiche (perfino troppe, a dire il vero) che
l’autore aveva sollevato- il fanatismo religioso, la violenza sulle donne,
l’etica dello scrittore, il concetto di giustizia e di riparazione.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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