fresco di lettura
Jami Attenberg, “I Middlestein”
Ed. Giuntina, trad. Rosanella
Volponi, pagg. 217, Euro 15,00
Titolo originale: The Middlesteins
Le mani di Edie, gonfie, di un bianco
spettrale, si torcevano spasmodicamente sul tavolo. Robin sapeva che Edie non
voleva mangiare di fronte a lei. piuttosto avrebbe svelato le assurdità delle
abilità amatorie di suo marito. Piuttosto avrebbe discusso la sua
pianificazione finanziaria appena adeguata degli ultimi trent’anni. Robin non
avrebbe piuttosto voluto sapere di come suo padre aveva sempre amato sua madre
più di sua moglie?
Il titolo del primo capitolo del romanzo
“I Middlestein” di Jami Attenberg è “Edie, 30 chili”. Subito non ci facciamo
caso, continuando la lettura, però, ci rendiamo conto che tutti i capitoli in
cui Edie è alla ribalta in prima persona sono intitolati similmente- il suo
nome e il suo peso in costante ascesa, 20, 30 chili in più per volta, dipende
dall’intervallo di tempo e dal momento più o meno critico della sua vita, fino
ad arrivare a “Edie, 150 chili”. Questo è dunque il filo rosso da seguire- la
storia della vita di Edie (e della sua famiglia) sulla traccia delle calorie
che Edie ingurgita. Perché Edie non mangia,
Edie si abboffa, Edie passa da un drive-in all’altro e mangia, mangia: è
disgustoso vedere come Edie ingurgita il cibo, fa passare l’appetito a
chiunque. E quando è che Edie ha incominciato a non voler nessuno vicino,
mentre consumava i pasti?
Quando Edie pesa 30 chili è una bimbetta di
cinque anni che si fa portare in braccio per le scale e che la madre nutre
troppo- sappiamo tutti quale potente messaggio d’amore si trasmetta attraverso
il cibo, l’errore della madre di Edie è uno dei più comuni. Quando Edie è
decisamente obesa e l’ago della bilancia ha toccato i 150 chili, la situazione
è fuori controllo. Non si tratta più delle piacevoli rotondità che avevano
attratto Richard Middlestein, l’uomo che sarebbe diventato suo marito. Il
grasso di Edie (la ciccia di Edie) mette a rischio la sua salute (ha già subito
due operazioni) e allontana il marito che chiede il divorzio. Lo sa, Edie, che
si sta suicidando? E’ questo che vuole?
Nello strano tempo in cui viviamo, in cui il problema dell’obesità e
quello dell’anoressia sono all’ordine del giorno, in cui si possono gustare i
cibi più raffinati e più sani oppure scegliere il cibo spazzatura, in cui non
si mangia più per vivere (non nel mondo occidentale, almeno) ma ci si può
permettere di spilluzzicare o di fare gli schizzinosi, Jami Attenberg ha scelto
il cibo come tema portante del suo romanzo che è, in realtà, la storia di una
famiglia media americana (non posso pensare che la scelta del cognome, i
Middlestein, con un mescolamento di inglese e tedesco, la pietra di mezzo, sia un caso, oltre ad indicare che si tratta di
una famiglia ebrea). Edie, il marito Richard, la figlia Robin, il figlio Benny
e sua moglie Rachelle, i loro due figli gemelli: come sono felici o come sono
infelici i Middlestein? Nessuno di questi personaggi è interamente positivo o
interamente negativo, non Edie, brillante avvocato che non ha trovato la
felicità nel matrimonio, non Richard, che ha smesso da un pezzo di amare la
moglie, la lascia perché non ce la fa più a vederla uccidersi mangiando ed è
subito ostracizzato da figli e nuora (come si fa ad abbandonare una donna
ammalata?), non Robin che tende a bere troppo, non Benny che, invece di
ricorrere al cibo o all’alcol, ha il rito dello spinello serale, mentre sua
moglie- per contro- cucina solo pranzi dietetici che lei è l’unica a mangiare perché
non sono affatto invitanti.
Il finale del libro è una tragedia annunciata, ma, prima di arrivarci,
ci aspettano parecchie sorprese. Jami Attenberg rivolge la sua attenzione (e la
nostra) all’uno e all’altro personaggio, con simpatia e ironia leggera ne
sottolinea i difetti e le qualità cercando una spiegazione per i loro
comportamenti. C’è anche un capitolo in cui il punto di vista non è di uno dei
Middlestein ma del gruppo dei loro amici, una sorta di ‘coro’ che osserva e
commenta le novità che esplodono alla cerimonia del b’nei mitzvah dei nipoti gemelli di Edie. Perché- questa è proprio
bella- sia Richard sia Edie si presentano accompagnati…
Un romanzo buffo e triste,
divertente e drammatico. Come è la vita in ogni famiglia.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
Jami Attenberg |
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