Guillermo Martínez, “I delitti di Alice”
Ed. Marsilio, trads. Valeria Raimondi,
pagg.264, Euro 17,00
1994. Oxford. Il protagonista e io
narrante de “I delitti di Alice”, terzo volume della saga poliziesca “La serie
di Oxford” dello scrittore e matematico argentino Guillermo Martínez, si trova
da due anni nella cittadina universitaria inglese per seguire un corso di
logica matematica. È argentino e ha un nome impronunciabile che, perciò, non
viene mai detto. Il fatto che il narratore sia uno straniero ha la sua
importanza- del famoso ospite di Oxford, Lewis Carroll il cui vero nome era
Charles Dodgson, che aveva insegnato matematica oltre ad essere ministro della
chiesa anglicana, lui sa poco, ha letto solo “Alice nel paese delle meraviglie”
e un’altra opera minore, della sua vita privata non si è mai interessato.
Adesso apprende che manca una pagina nel diario di Carroll del 1863 e che si è
speculato molto sul possibile contenuto di quella pagina che doveva essere
scottante, se qualcuno si è preso la briga di strapparla- c’era qualche
compromettente riferimento alla ‘passione’ di Carroll per Alice Liddell che
aveva undici anni all’epoca?Alice Liddell
La confraternita intitolata a Lewis Carroll
si appresta a pubblicare un’edizione critica dei diari ed ha incaricato una
giovane dottoranda di fare un lavoro di revisione di tutte le pagine conservate
nella casa dello scrittore a Guildford, diventata ora un piccolo museo. Scatta
qui la trama ‘gialla’ di questo appassionante romanzo che si svolge lungo un
duplice mystery da scoprire: chi è pronto a commettere dei delitti perché non
si sappia quale confessione contenga la pagina strappata e casualmente
ritrovata dalla dottoranda e che cosa mai sarebbe il ‘segreto’ di Lewis
Carroll?
Lewis Carroll
Incidenti che non sono banali incidenti
anche se, purtroppo, hanno un esito quasi mortale, morti giustificate da
condizioni fisiche non ottimali e che, tuttavia, qualcuno ha fatto accelerare,
e poi, a ben guardare, tutti gli ‘attentati’ seguono il modello di episodi del
capolavoro di Lewis Carroll, si riferiscono tutti a qualcosa che accade ad
Alice. Una sequenza che fa pensare al famoso giallo di Agatha Christie, “E poi
non rimase nessuno”, in cui era sufficiente interpretare bene ogni verso della
filastrocca per capire come l’assassino avrebbe congegnato il delitto della
vittima seguente.
Oltre a questo riferimento letterario del tutto pertinente (viene voglia di rileggere “Alice nel paese delle meraviglie” che credo nessuno di noi abbia più affrontato dopo l’infanzia quando neppure lo aveva capito bene), ce ne sono altri, tutti intriganti, così come ci sono dettagli di nuove tecniche di indagine- una, in particolare, riguarda i suoni: se di un’automobile viene registrato il rumore di una frenata o di un’accelerata, il significato implicito per un investimento avvenuto subito dopo è ben diverso. E così pure il canto degli uccelli, sorpresi da un altro rumore.
Se il narratore argentino è un protagonista
con il ruolo di indagare nei delitti con una obiettività maggiore degli altri
membri della confraternita, il vero personaggio sotto indagine, più dell’ignoto
assassino, è Lewis Carroll su cui si imparano molte cose. Una personalità
complessa e sfaccettata con una sessualità dubbia- oggigiorno lo liquideremmo
come un pedofilo tout court e- confessiamolo- proviamo disgusto per questo
uomo che venne considerato come il migliore fotografo dell’età vittoriana.
Scattava foto di bambine (dopo i dodici anni non gli interessavano più e diceva
che i maschietti non lo attraevano affatto), per lo più vestite ma ci sono anche
foto di bambine nude, sia le une sia le altre in pose e con espressioni che
turbano, che lasciano pensare alla mancanza di innocenza negli occhi di chi le
guarda e le fissa su pellicola. Eppure i genitori di quella ‘strana’ epoca
vittoriana in cui si coprivano le gambe dei tavoli lo lasciavano fare (anche se
i Liddell, genitori di Alice, ad un certo punto gli avevano impedito di vedere
le bambine).
E poi c’è lo sfondo di Oxford, con le sue
guglie, i college gotici, i prati verdeggianti, il fiume. Quanta pace per una
storia torbida.
Un giallo ‘nuovo’, da leggere.
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