lunedì 8 aprile 2019

Alessandro Robecchi, “I tempi nuovi” ed. 2019


                                                                       Casa Nostra. Qui Italia
                                                                  cento sfumature di giallo


Alessandro Robecchi, “I tempi nuovi”
Ed. Sellerio, pagg. 428, Euro 15,00

     “Più di un ragazzino, meno di un uomo fatto”- Filippo Maria Gelsi, 23 anni, studente universitario con ottimi voti, viene ritrovato nella sua auto, seduto al posto di guida, pantaloni calati, mani legate al volante: gli hanno sparato alla tempia. Un’esecuzione? Del caso, brancolando nel buio, si occupa il sovrintendente Ghezzi (non riesce a togliersi dalla mente gli occhi della mamma del ragazzo ucciso, diventati opachi all’improvviso) con il suo aiuto Carella.
    Gloria Grechi, una bella donna sulla trentina, si presenta dall’investigatore privato Oscar Falcone con la richiesta di rintracciare il marito scomparso. No, è assolutamente impossibile che l’abbia piantata per un’altra donna. Il loro è più di un matrimonio, è un legame totale. Senza battere ciglio sgancia cinquemila euro di anticipo per il lavoro di Falcone, del suo amico Carlo Monterossi (autore televisivo di una trasmissione di enorme successo) e di Agatina Cirrielli, sovrintendente che si è presa una pausa dal lavoro di commissariato e si è unita, per il momento, a loro. Il marito di Gloria era professore di sociologia, Gloria (una laurea in lettere) aveva fatto l’impiegata. Poi una svolta di vita e i due- Gloria lo dice senza mezzi termini, pur con tutte le cose che invece non dirà affatto- erano diventati rapinatori. Bonnie & Clyde, insomma. Perché si meritavano di più, no, di quei quattro soldi da fame? Il marito di Gloria aveva avuto un ottimo maestro in segno di gratitudine- uno dei prigionieri del carcere di Bollate dove prestava volontariato. E’ andato storto qualcosa nell’ultima rapina? Potrebbe essere stato eliminato, il marito di Gloria? Anche la vita di Gloria è in pericolo?
   Una ragazzina quattordicenne, nipote di una vicina di casa di Tarcisio Ghezzi, è perseguitata da un bulletto della sua scuola che la minaccia di mettere in rete la foto delle sue tette, nonché di altro, compreso ammazzarla. La ragazzina è terrorizzata e la moglie del sovrintendente Ghezzi si impegna per aiutarla.

     Sono questi i tre filoni che si srotolano nella trama di “Tempi nuovi”, ultimo romanzo di Alessandro Robecchi, un nerissimo noir milanese che mette in scacco il lettore che manca dell’immaginazione di un Male così vasto e ramificato e perfetto. I primi due filoni- lo sospettiamo subito, poi ne abbiamo la conferma- sono collegati tra di loro anche se ci vuole tempo perché chi si occupa dei casi se ne renda conto (e Falcone e Cirriello hanno il vantaggio di sapere di più della polizia con l’apporto di Gloria), il terzo è a sé, ma solo in apparenza. In realtà è un corollario, un dettaglio del quadro che Robecchi vuole rappresentare, quello dei nuovi tempi (non è un caso che due dei personaggi si occupino di sociologia) in cui il ‘perché no’ non è più un rifiuto categorico davanti a qualcosa di eticamente inaccettabile, non è neppure una domanda retorica, ‘perché no?’, ma una condizione esistenziale. Perché no? Lo fanno tutti, perché non io? Se tutti si avvantaggiano di questo lassismo, se tutti hanno più soldi di me, perché no? Perché devo tirare la carretta e privarmi di quello che gli altri, chiudendo un occhio, riescono ad avere?
   Nello stesso quadro dei tempi nuovi, tempi di nuove tecnologie, di fame di notorietà purchèssia, di desiderio di mettersi in mostra, si inserisce la sottotrama della ragazzina molestata dal bulletto- controparte minore del tipo di trasmissione televisiva ideata da Carlo Monterossi. In questo caso c’è anche un padre eminente professore che difende a spada tratta il figlio: futuri delinquenti crescono, con l’appoggio dei genitori che non sono più capaci di fare i genitori.

     I tempi nuovi sono i protagonisti del bel romanzo di Alessandro Robecchi, scritto con la sua usuale ironia leggera. I personaggi veri e propri sono defilati, descritti magari con un solo tocco che li rappresenta e ce li fa ricordare. Ci commuove il lato umano dell’ottimo Ghezzi che si investe della responsabilità di padre (lui che non ha figli) ed è disposto ad uscire dai binari delle norme per tutelare la ragazzina. I tempi nuovi richiedono anche questo, quando ci vuole, ci vuole.

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la recensione sarà pubblicata anche su www.stradanove.it


    

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