Selim Nassib, “Ti ho amata per la tua voce”
Ed.
e/o, trad. Barbara Ferri, pagg, 240, Euro 18,00
‘Ti ho amata per la tua voce’- il poeta
Ahmed Rami, che sentì cantare Umm Kulthum per la prima volta quando era
giovanissima e il padre la faceva vestire da piccolo beduino per salire sul
palcoscenico, si innamorò di lei sentendo la sua voce. Tutto l’Egitto l’ha
amata e la ama ancora per la sua voce. Perché lei era l’Egitto, dava voce
all’Egitto. C’è anche un significato nel fatto che Umm Kulthum non fosse il suo
vero nome, che era Fatima. C’è un richiamo in quell’Umm che vuole dire ‘madre’
in arabo, c’è qualcosa che fa di lei la madre di tutti gli egiziani, qualcosa
che la trasforma in leggenda.
Ahmed Rami è l’io narrante del romanzo di Selim Nassib che segue tutta la vita della famosa cantante, fin dagli esordi, quando venne notata dal cantante Abu El Ala Mohamed e dal liutista Zakaria Ahmed che la invitarono a seguirli al Cairo.
Era impossibile per una giovanissima donna musulmana esibirsi in pubblico. Dovevano passare degli anni prima che Umm Kulthum (‘il mio beduino’ o ‘la piccola’, come la chiamerà sempre Rami) andasse al Cairo dal villaggio di Tamay al-Zahayra dove era nata. Poi prese il volo. Letteralmente, dopo altri incontri fortunati, come con El Kasabij, un virtuoso del liuto, e soprattutto con Ahmed Rami che scrisse 137 canzoni per lei.
Damasco, Beirut, Baghdad, Tripoli- le sue tournée la portavano in tutto il mondo arabo, lei e le sue canzoni erano diventate un collante per gli stati arabi. Cade la monarchia, Nasser diventa presidente d’Egitto, la voce di Umm Kulthum è quella che si sente a La Voce del Cairo. Rami trasforma per lei in canzoni le poesie più belle della tradizione araba, scrive per lei canzoni d’amore, del suo amore non corrisposto per lei- sarà un legame platonico che durerà mezzo secolo. Ma scrive anche canzoni patriottiche, una sorta di commento dietro la guerra per il canale di Suez e poi la guerra dei sei giorni, perché Umm Kutlhum ha cantato Il Corano ma anche l’indipendenza, l’amore ma anche la diga di Assuan.
Il mondo arabo si ferma, ogni primo
giovedì del mese, quando la radio trasmette il concerto di Umm Kulthum, sono in
milioni ad ascoltarla. Perché la sua voce è magica, è ammaliante, assolutamente
unica nel suo genere, capace di variazioni, di improvvisazioni, di ampliare il
significato delle parole. La sua presenza in scena è carismatica, spesso vestita
di verde, il colore dell’Islam, con un fazzoletto in mano,
La voce narrante in prima persona, che non
è quella dello scrittore ma del poeta che ha amato la cantante per tutta la
vita, offre a Selim Nassib la possibilità di raccontare una storia dalle molte
sfaccettature- è un narratore oggettivo e soggettivo. Ci parla della storia
dell’Egitto, del passaggio dai sovrani Faruk e Fuad (di cui Umm Khultum fu
amica) a Nasser che era un suo grande ammiratore, della distribuzione delle
terre e dell’evoluzione dei costumi, e poi ci parla di lei, di se stesso e
dell’amore per lei, del suo matrimonio (la moglie lo lasciò dopo una canzone
dalle parole troppo rivelatrici) e di quello- di convenienza- di Umm Khultum.
C’è una sorta di adorazione che traspare in tutto quello che racconta, in ogni
parola che ha scritto per lei. E sullo sfondo c’è la musica, ci sono i
concerti, è come una colonna sonora che ci accompagna, irretendoci.Rami e la cantante
È una figura grandiosa, quella che balza
fuori dalle pagine del libro di Selim Nassib, un personaggio che ha soltanto
Maria Callas come termine di paragone. La scena del suo funerale, a cui lo
scrittore partecipa nelle vesti del poeta narratore, diventa un fiume di folla
che passa la bara di spalla in spalla per darle l’ultimo addio. Era il 1975.
Lei non c’è più ma la sua voce risuona ancora unificando tutto il mondo arabo,
tuttora ogni primo giovedì del mese la radio egiziana trasmette la sua musica
alle dieci di sera.
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