Voci da mondi diversi. Africa
cento sfumature di giallo
Deon Meyer, “L’ultima caccia”
Ed.
e/o, trad. Silvia Montis, pagg.387, Euro 18,00
Due vicende parallele. Una si svolge in
Sud Africa e una a Bordeaux e a Parigi. Che la seconda sia collegata alla prima
lo sospettiamo fin dall’inizio perché Daniel Darrett, che lavora come aiutante
nella bottega di un antiquario, è un uomo di colore e i suoi pensieri hanno il
colore della nostalgia.
In Sud Africa, sul treno più lussuoso del mondo, un uomo viene ucciso. O meglio, scompare e il suo cadavere viene ritrovato fra i cespugli lungo un tratto della ferrovia. Faceva la guardia del corpo privata e stava accompagnando un’anziana signorina olandese. In passato, però, aveva servito nel corpo della polizia. Il caso viene affidato alla sezione dei crimini violenti, ai cosiddetti Hawks, ma molte cose sono poco chiare fin da subito e ben presto arriva l’ordine di archiviare la morte di Johnson Johnson come suicidio. Suicidio di un uomo che era stato pugnalato alla nuca con un okapi, un coltello usato per tagliare la carne secca che è una specialità del Sud Africa? Assurdo. Ben Griessel e Cupido Vaughn non lo accettano e continuano ad indagare. Chi o che cosa aveva visto JJ per essere tolto di mezzo? E chi erano i due uomini anziani che erano saliti a bordo del treno con nomi falsi?
In Francia la vita che Daniel Darrett si è
ricostruito con fatica, deciso a dimenticare il passato, si infrange con
l’apparizione di una vecchia conoscenza. Daniel non è più giovane, ma è l’unico
in grado di portare a termine un compito che ridarebbe dignità al loro paese,
che non vanificherebbe la Lotta per cui molti di loro hanno combattuto a fianco
dell’indimenticabile Nelson Mandela. Vorrebbe non accettare, si è già tirato
indietro, poi la morte improvvisa dell’amico che lo aveva cercato e che sperava
di aver messo in salvo lo obbliga a lasciarsi coinvolgere.
Se dapprima i due filoni scorrono paralleli, ognuno con l’ampio spazio richiesto per immergere il lettore nell’atmosfera, poi, quando si fa chiaro il collegamento tra quanto succede nell’uno e nell’altro continente, il ritmo diventa più concitato, i preparativi di Daniel in Francia per portare a termine il compito che gli è stato affidato sembrano incalzare in Sud Africa la ricerca dei colpevoli dell’assassinio di JJ e di un altro uomo (un suicidio anche questo? La figlia del morto non lo crede affatto), le due narrative si susseguono e si alternano nello stesso capitolo facendo crescere la tensione.
“L’ultima caccia” non è uno dei soliti
thriller. Deon Meyer ha scelto il genere del thriller per denunciare la
corruzione del governo dell’ex presidente del Sud Africa in combutta con
magnati indiani e con il presidente dell’Unione Sovietica. È la delusione che
scotta, per tutti i personaggi coinvolti nella vicenda. Avevano tutti creduto
in quel compagno della Lotta contro l’Apartheid ed era stato doloroso
constatare il suo cambiamento a tutti i livelli, politico e personale. La sua
era una corruzione globale, avidità di denaro unita a maschilismo e lussuria.
E allora, se è una cleptocrazia quella che governa il Sud Africa, spogliando sistematicamente le risorse del paese, imponendo forti tassazioni per ammassare fortune personali e nascondendo i guadagni illeciti con riciclaggio di denaro e falso in bilancio, ritorna il dilemma vecchio quanto il mondo, se sia lecito uccidere un tiranno.
È una tematica forte e, per alleggerirla e
nello stesso tempo accentuare il contrasto tra la vita normale di Griessel e
Vaughn e quella di chi crede che detenere il potere significhi potersi
permettere tutto, tra gli Hawks inorriditi dalla possibile accusa di essere
loro stessi corrotti e la vera corruzione di chi sta sopra di loro, la
narrazione conosce momenti di esplorazione dei sentimenti di Griessel, ex
alcolista che teme che la donna che ama rifiuti di sposarlo, e di Vaughn che sa
che, se conquista l’affetto del figlio della sua compagna, vincerà anche quello
di lei.
Un romanzo attuale e coinvolgente.
La recensione sarà pubblicata su www.Stradanove.it
Nessun commento:
Posta un commento