Casa Nostra. Qui Italia
cento sfumature di giallo
seconda guerra mondiale
Ben Pastor, “La notte delle stelle
cadenti”
Ed.
Sellerio, trad. Luigi Sanvito, pagg. 539, Euro 15,00
No, non poteva mancare. Non poteva mancare
il capitolo cruciale dell’attentato a Hitler del 20 luglio 1944 nel grande
affresco storico della serie di romanzi di Ben Pastor che hanno per
protagonista l’ufficiale della Wehrmacht Martin Bora, il personaggio che ormai
non vive più solo sulla carta ma è diventato ‘vero’, un uomo di cui sappiamo
quasi tutto (o crediamo di sapere quasi tutto, finché qualche altro dettaglio
del suo passato o della sua vita famigliare non ci viene rivelato dalla
scrittrice, o finché noi stessi non osserviamo i cambiamenti che la guerra ha
provocato in lui). Ne “La notte delle stelle cadenti” Martin è richiamato a
Berlino per i funerali di uno zio. Sono passati dieci mesi da quando
Martin ha perso la mano sinistra in un attentato dei partigiani in Italia.
Martin soffre per questa menomazione, soffre perché la moglie Benedikta lo ha
lasciato, perché suo fratello Peter è morto in Russia, perché si sente
responsabile della morte di un fratello che lo idolatrava e seguiva il suo
esempio in tutto, perché pensa che forse sua madre Nina avrebbe preferito fosse
stato lui, Martin, a morire. Soprattutto Martin soffre perché è un realista che
non si fa illusioni- la Germania sta perdendo la guerra, è inutile
nasconderselo, solo i fanatici possono credere altrimenti. Soffre perché è
stato testimone delle colpe di cui i tedeschi si sono macchiati in Polonia e
Russia e sa che un castigo terribile si abbatterà su di tutti loro.
C’è un’atmosfera da temporale incipiente
su Berlino, quando Martin atterra a Schönefeld, nubi di una tempesta che si
avvicina e che non è solo atmosferica. Una frase ossessiona Martin, ricorre
lungo tutto il romanzo, ‘le cose vanno a pezzi’, e rispecchia in parole la minaccia del futuro
che Martin avverte. Riconosciamo i versi della poesia “Il secondo Avvento” di
Yeats, il poeta irlandese che aveva
vissuto il trauma della Grande Guerra e che profetizzava il massacro di
un’altra guerra che non avrebbe visto (morì nel 1939): tutto si disgrega; il centro più non regge;/ pura anarchia si scatena
per il mondo,/ la fiumana torbida di sangue si scatena, e ovunque/ è sommerso
ogni rito di innocenza. In questo mondo che cade in pezzi e che ha perso l’innocenza,
in una città disseminata di macerie che Martin fatica a riconoscere, lo zio di
Martin si è suicidato (un suicidio forzato non è però un omicidio?), ma è di
un’altra morte che Martin si dovrà occupare. Il cosìddetto Mago di Weimar, un
veggente dai molti alias, è stato assassinato nella sua casa. Perché è stato
chiamato proprio Martin per un caso in cui la vittima- non possiamo non
notarlo- pareva avere facoltà di guardare nel futuro? Perché c’è dell’altro,
nel futuro imminente, ci sono dei segnali che Martin coglie e che lo opprimono
quanto la minaccia della tempesta. Ufficiali che, all’Hotel Adlon, parlano tra
di loro, l’ex comandante di Martin in Russia che è sull’orlo di un crollo
nervoso e supplica Martin di aiutarlo ad uscire dalla Germania, l’amico che
Martin va a trovare in ospedale e che accenna, pure lui, a qualcosa.
Claus von Stauffenberg e la moglie Nina |
Finché Martin riesce a farsi ricevere dal
suo doppio, da Claus von Stauffenberg, l’eroe di guerra che ha perso un occhio,
una mano e due dita dell’altra. Bello questo incontro in cui l’alter ego di von
Stauffenberg cerca di convincerlo della inopportunità dell’attentato in questo
momento e con la modalità programmata. Non è necessario il Mago di Weimar per
prevedere che finirà in un bagno di sangue (la
fiumana torbida di sangue si scatena). Questa è Storia.
La cupezza dell’ultimo anno di guerra, il
soffio di morte che Martin sente sul collo, che rimbomba nello sferragliare del
treno che porta le vacche al mattatoio e che ricorda a Martin quello di altri
treni con il loro carico umano, è rischiarata da due figure femminili,
dall’amore o dal desiderio o da quella forza vitale di cui parlava Shaw che in
definitva salvano il mondo. Nina, la giovane madre di Martin, è ancora
innamorata di un uomo, un giornalista, che non ha potuto sposare (sarebbe
potuto essere lui il padre, o il patrigno, di Martin?) e Martin, dapprima
restio nella sua cocciuta fedeltà al ricordo della moglie, riceve nella sua
stanza una ragazza che ha incontrato nell’ospedale dove è ricoverato il suo
amico. Mentre suona la sirena di un allarme aereo, mentre il mondo va in pezzi,
Martin fa l’amore con Emmy. Più tardi rimpiangeranno, entrambi, di non aver
‘fatto’ un bambino.
“La notte delle stelle cadenti” è uno dei
più bei romanzi della serie del ‘nazista buono’. Con mille spunti di
riflessione, citazioni che ci rimandano a possibilità di approfondimenti, con
una storia dentro la Storia, con personaggi veri insieme a quelli fittizi che
diventano altrettanto veri. E, nell’epilogo,
un’anticipazione del futuro dei vari personaggi. Ma che ne sarà di
Martin? Abbiamo solo le ultime parole del suo diario, ‘sta arrivando la notte’.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
Nessun commento:
Posta un commento