martedì 26 settembre 2023

Carla Maria Russo, “La figlia più amata. Storia delle sorelle Medici” ed. 2023

                                                                      Casa Nostra. Qui Italia

               romanzo storico

Carla Maria Russo, “La figlia più amata. Storia delle sorelle Medici

Ed. Piemme, pagg. 400, Euro 18,90

     Cosimo I dei Medici, duca di Firenze, non si interessò mai dei figli maschi, contrariamente a quanto ci si sarebbe potuto aspettare da lui, visto che solo un figlio maschio avrebbe potuto ereditare  il ducato.

Aveva bruciato tutte le tappe, Cosimo. Figlio del condottiero Giovanni della Bande Nere, era salito al potere a soli diciassette anni e non ne aveva neppure diciotto quando era diventato padre per la prima volta. Di una bambina, figlia di una donna di cui non era mai stato rivelato il nome. Cosimo non si separava mai dalla piccola Bia, era- come si suol dire- ‘la luce dei suoi occhi’. Quando la bimba morì, a soli sei anni,  la sua disperazione fu tale che si temette per la sua vita. Eppure ormai Cosimo era sposato, era innamoratissimo della moglie Eleonora, aveva avuto altri due figli da lei, Maria e Francesco, l’erede al ducato. Cosimo si riprese alla notizia che sarebbe diventato di nuovo padre- nessuno osava pensare alla sua reazione se non fosse nata una bambina.

Cosimo I dei Medici

   E nacque una bambina. Era il 1542. Isabella- e già il nome conteneva lei, perché Isabella era bella, sarebbe diventata una donna bellissima, la figlia più amata da Cosimo. Sarebbe morta a trentaquattro anni, due anni dopo la morte del padre- una breve distanza temporale che lascia spazio per pensare a oscure trame.

   Dovremmo essere abituati alla straordinaria capacità di Carla Maria Russo di dare vita ai personaggi storici, di dipingere per noi dei vasti quadri che non hanno i colori sbiaditi degli arazzi, di farci rivivere con passione avvenimenti di 500 o anche più anni fa. E invece no, ogni suo nuovo romanzo ci strega e ci irretisce, ogni sua nuova protagonista (le sue eroine sono per lo più donne, fa eccezione “Il cavaliere del giglio”) ci incanta.

   Isabella, una bambina con carattere volitivo, audace, curioso, incurante delle regole di corte, diventa una donna indipendente- ci si può domandare se sarebbe stata la stessa se non avesse avuto un padre che la adorava e che le permetteva di fare tutto quello che voleva, insieme al fratello nato un anno dopo di lei, Giovanni (l’unico altro figlio che destava qualche interesse in Cosimo, e forse proprio perché era il fratello preferito di Isabella).

Isabella

Un legame così stretto tra padre e figlia poteva dar adito a maldicenze, certamente suscitava gelosie e perfino invidia da parte dei fratelli e delle sorelle di Isabella. Cosimo e Isabella. Isabella e Cosimo. C’era qualcosa che Cosimo  avrebbe mai potuto rifiutare a quella figlia che aveva preso il posto lasciato vuoto da Bia nel suo cuore? E ci sarebbe stato mai un uomo degno di lei a cui Cosimo avrebbe potuto darla in sposa? Ed ecco che qui Cosimo sbaglia. Per amore, ma sbaglia. Sbaglia anche per interesse politico nello scegliere per lei Paolo Giordano Orsini, di una casata più illustre dei Medici, ma un vizioso senza ricchezze e pieno di debiti. Eppure Cosimo lo sceglie proprio per questo, per poterlo manovrare, per fargli accettare che Isabella dovrà restare a Firenze nella casa del padre anche quando sarà sua moglie.

   Isabella, l’incantevole e colta Isabella, non è l’unica protagonista del romanzo di Carla Maria Russo. La sua storia di non-amore per Paolo Giordano Orsini è affiancata da quella di vero amore tra Cosimo e la moglie Eleonora, da quella di amore che non arriva a compimento della sorella maggiore Maria che muore prima di coronare il suo sogno con Alfonso II d’Este il quale accetterà il ripiego di sposare un’altra sorella di Isabella, Lucrezia. Povera Lucrezia, non amata in famiglia e disprezzata dal marito. Sono tutte malmaritate le figlie di Cosimo, lo è pure la nipote Leonora che Cosimo farà sposare al figlio minore Pietro, un debosciato. E allora, per loro fortuna o per loro sfortuna, queste ragazze che sono state date in matrimonio quando erano giovanissime, trovano l’amore fuori del matrimonio, con tutti i pericoli che questo comporta. E le pagine che si alternano alla narrativa principale, con messaggi in cui i veri nomi sono celati da soprannomi e altri in cui emissari del duca d’Este riferiscono al loro signore quanto accade a Firenze, acuiscono l’atmosfera di pericolo e di congiura, mentre il diario segreto di Isabella è come un ‘dietro le quinte’, contiene la verità dei sentimenti contrapposta alla finzione.

Eleonora con il figlio Giovanni

    Come le grandi tragedie scespiriane, la fine del romanzo è costellata di morti. C’è chi muore di morte naturale, di tubercolosi o di malaria in un tempo in cui l’unica cura era il salasso, e c’è chi muore assassinato in un tempo in cui non ci si faceva problema ad eliminare con la violenza chi era di ostacolo. E, sempre come nelle tragedie di Shakespeare, sono le cadute dei grandi quelle che fanno più fragore ed è una mancanza, un difetto fatale nell’eroe protagonista che causa la tragedia. È, paradossalmente, il troppo amore di Cosimo per la figlia e per quella nipote che aveva cresciuto come fosse figlia sua, che causerà la loro morte.

    “La figlia più amata” non è un libro di Storia, è un romanzo storico e va letto come tale. È un romanzo che fa vivere la Storia e noi dentro di essa. È un romanzo che affascina.

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