Casa Nostra. Qui Italia
romanzo storico
Carla Maria Russo, “La figlia più amata. Storia delle sorelle Medici”
Ed.
Piemme, pagg. 400, Euro 18,90
Cosimo I dei Medici, duca di Firenze, non
si interessò mai dei figli maschi, contrariamente a quanto ci si sarebbe potuto
aspettare da lui, visto che solo un figlio maschio avrebbe potuto
ereditare il ducato.
Aveva
bruciato tutte le tappe, Cosimo. Figlio del condottiero Giovanni della Bande
Nere, era salito al potere a soli diciassette anni e non ne aveva neppure diciotto
quando era diventato padre per la prima volta. Di una bambina, figlia di una
donna di cui non era mai stato rivelato il nome. Cosimo non si separava mai dalla
piccola Bia, era- come si suol dire- ‘la luce dei suoi occhi’. Quando la bimba
morì, a soli sei anni, la sua
disperazione fu tale che si temette per la sua vita. Eppure ormai Cosimo era
sposato, era innamoratissimo della moglie Eleonora, aveva avuto altri due figli
da lei, Maria e Francesco, l’erede al ducato. Cosimo si riprese alla notizia che
sarebbe diventato di nuovo padre- nessuno osava pensare alla sua reazione se
non fosse nata una bambina.Cosimo I dei Medici
E nacque una bambina. Era il 1542. Isabella-
e già il nome conteneva lei, perché Isabella era bella, sarebbe diventata una
donna bellissima, la figlia più amata da Cosimo. Sarebbe morta a trentaquattro
anni, due anni dopo la morte del padre- una breve distanza temporale che lascia
spazio per pensare a oscure trame.
Dovremmo essere abituati alla straordinaria
capacità di Carla Maria Russo di dare vita ai personaggi storici, di dipingere
per noi dei vasti quadri che non hanno i colori sbiaditi degli arazzi, di farci
rivivere con passione avvenimenti di 500 o anche più anni fa. E invece no, ogni
suo nuovo romanzo ci strega e ci irretisce, ogni sua nuova protagonista (le sue
eroine sono per lo più donne, fa eccezione “Il cavaliere del giglio”) ci incanta.
Isabella, una bambina con carattere
volitivo, audace, curioso, incurante delle regole di corte, diventa una donna
indipendente- ci si può domandare se sarebbe stata la stessa se non avesse
avuto un padre che la adorava e che le permetteva di fare tutto quello che
voleva, insieme al fratello nato un anno dopo di lei, Giovanni (l’unico altro
figlio che destava qualche interesse in Cosimo, e forse proprio perché era il
fratello preferito di Isabella).Isabella
Un
legame così stretto tra padre e figlia poteva dar adito a maldicenze,
certamente suscitava gelosie e perfino invidia da parte dei fratelli e delle
sorelle di Isabella. Cosimo e Isabella. Isabella e Cosimo. C’era qualcosa che Cosimo
avrebbe mai potuto rifiutare a quella
figlia che aveva preso il posto lasciato vuoto da Bia nel suo cuore? E ci
sarebbe stato mai un uomo degno di lei a cui Cosimo avrebbe potuto darla in
sposa? Ed ecco che qui Cosimo sbaglia. Per amore, ma sbaglia. Sbaglia anche per
interesse politico nello scegliere per lei Paolo Giordano Orsini, di una casata
più illustre dei Medici, ma un vizioso senza ricchezze e pieno di debiti.
Eppure Cosimo lo sceglie proprio per questo, per poterlo manovrare, per fargli
accettare che Isabella dovrà restare a Firenze nella casa del padre anche
quando sarà sua moglie.
Isabella, l’incantevole e colta Isabella,
non è l’unica protagonista del romanzo di Carla Maria Russo. La sua storia di
non-amore per Paolo Giordano Orsini è affiancata da quella di vero amore tra
Cosimo e la moglie Eleonora, da quella di amore che non arriva a compimento
della sorella maggiore Maria che muore prima di coronare il suo sogno con
Alfonso II d’Este il quale accetterà il ripiego di sposare un’altra sorella di
Isabella, Lucrezia. Povera Lucrezia, non amata in famiglia e disprezzata dal
marito. Sono tutte malmaritate le figlie di Cosimo, lo è pure la nipote Leonora
che Cosimo farà sposare al figlio minore Pietro, un debosciato. E allora, per
loro fortuna o per loro sfortuna, queste ragazze che sono state date in
matrimonio quando erano giovanissime, trovano l’amore fuori del matrimonio, con
tutti i pericoli che questo comporta. E le pagine che si alternano alla
narrativa principale, con messaggi in cui i veri nomi sono celati da soprannomi
e altri in cui emissari del duca d’Este riferiscono al loro signore quanto
accade a Firenze, acuiscono l’atmosfera di pericolo e di congiura, mentre il
diario segreto di Isabella è come un ‘dietro le quinte’, contiene la verità dei
sentimenti contrapposta alla finzione.Eleonora con il figlio Giovanni
Come le grandi tragedie scespiriane, la
fine del romanzo è costellata di morti. C’è chi muore di morte naturale, di
tubercolosi o di malaria in un tempo in cui l’unica cura era il salasso, e c’è
chi muore assassinato in un tempo in cui non ci si faceva problema ad eliminare
con la violenza chi era di ostacolo. E, sempre come nelle tragedie di Shakespeare,
sono le cadute dei grandi quelle che fanno più fragore ed è una mancanza, un
difetto fatale nell’eroe protagonista che causa la tragedia. È,
paradossalmente, il troppo amore di Cosimo per la figlia e per quella nipote
che aveva cresciuto come fosse figlia sua, che causerà la loro morte.
“La figlia più amata” non è un libro di
Storia, è un romanzo storico e va letto come tale. È un romanzo che fa vivere
la Storia e noi dentro di essa. È un romanzo che affascina.
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