Casa Nostra. Qui Italia
romanzo storico
Barbara Bellomo, "La casa del carrubo"
Ed. Salani, pagg.336, Euro 16,90
15 aprile 1943- è il primo di tre giorni consecutivi di bombardamenti degli alleati su Catania. Crollano i palazzi, i morti superano il centinaio.
È la
data che segna il cambiamento della vita del professor Vittorio Floridia e
della sua famiglia, lo spartiacque tra un ‘prima’ in cui si pensava che la
Sicilia potesse essere marginale alla guerra e un ‘dopo’ in cui diventò,
invece, il luogo dello sbarco delle truppe alleate che avrebbero risalito la
penisola, il momento in cui chi era sempre stato avverso al fascismo riprendeva
coraggio e chi, invece, era stato un fedelissimo del Duce cercava di cambiare
bandiera.
Il professore è un uomo di cultura, aveva avuto fiducia nelle promesse iniziali di Mussolini, aveva iniziato a ricredersi quando, con la promulgazione delle leggi razziali, un suo alunno ebreo era stato allontanato dalla scuola. Adesso non c’è tempo da perdere, deve mettere in salvo la moglie Agata e i tre figli. Cercherà di farli arrivare ad Acate, dove vive il fratello dell’amico che è morto combattendo con lui durante la prima guerra mondiale. Lui, il professore, si attarderà a Catania, li raggiungerà in seguito, vuole recuperare una parte dei loro averi per poter ricominciare in futuro.
La casa del carrubo è il nome con cui
tutti ad Acate conoscono l’abitazione di don Luigi Villalba, un uomo che si è
fatto da sé, che ha combattuto nella guerra civile di Spagna contro i
nazionalisti, che possiede i migliori vigneti della zona, che è diventato un
farmacista stimato e rispettato da tutti. Le sue simpatie politiche devono
restare un segreto, così come la storia del suo grande amore finito nel nulla
perché giudicato troppo povero dal padre della ragazza che è tuttora nel suo
cuore.
Il romanzo di Barbara Bellomo è la storia
di due famiglie nella Storia più grande della Sicilia durante la seconda guerra
mondiale. È la storia di piccola gente travolta da avvenimenti più grandi di
loro, di persone che diventano vittime innocenti di questa Storia di cui
portano impresse sul corpo le ferite e le menomazioni, anche se a volte queste
ferite non si vedono, perché le donne sono da sempre un facile bottino di
guerra e da sempre la violenza su una donna diventa il simbolo della violenza
fatta alla terra invasa dal nemico (impossibile non ricordare “La ciociara” di
Moravia).
Alcuni dei personaggi di queste pagine sono realmente esistiti, come gli uomini politici citati, da Churchill a Roosevelt e ai capi nazisti. Altri sono frutto dell’invenzione della scrittrice, ma le trame dietro l’attacco aereo e lo sbarco delle truppe fanno parte della Storia che ormai conosciamo. Ci sono i buoni e ci sono i cattivi, c’è la figura generosa fino all’estremo di don Luigi e quella ambigua del tenente che si nasconde nella casa del carrubo tradendo la fiducia del suo ospite, c’è l’americano integro che interviene a difendere la figlia del professore e il veterinario di Acate che cerca di ripulire il suo passato di fascista, il professore che sembra vivere in un altro mondo e il figlio ingenuo seppure coraggioso.
E le donne- la madre che non ha più parlato da quando ha perso il figlio e che ora ritrova la parola e la serva di casa che ha sempre il proverbio giusto (in dialetto stretto), le due ragazze che diventano donne in questa guerra, e Agata, infine. Agata il cui senso dell’onore le impedisce di recuperare l’antico amore, Agata che possiamo immaginare dedita per tutta la vita ad aiutare il marito che ha perso la vista e il figlio piccolo che ha perso una gamba.
E quale simbolo migliore del carrubo per
questa casa che si apre per ospitare chi ha bisogno, di questo albero che, con
la sua storia millenaria, rappresenta la stessa Sicilia?
Un romanzo di Storia ‘nostra’, basato su
racconti di famiglia e un’accurata documentazione, un romanzo che ci narra una
storia privata che sarebbe potuta essere la storia di tutti.
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