mercoledì 3 dicembre 2025

Bak Sulmi, “Piccoli inganni crudeli” ed. 2025

                                                         Voci da mondi diversi. Corea

                                               cento sfumature di giallo


Bak Sulmi, “Piccoli inganni crudeli”

Ed. Longanesi, trad. M.L. Gialloreti. Pagg. 208, Euro

 

   Seoul. Mira. Yujae. Yuchon. Jiwon. Sono questi i quattro personaggi che ci offrono quattro diversi punti di vista dei tragici avvenimenti che formano la trama del thriller psicologico di Bak Sulmi, un romanzo che contiene molta violenza, nei confronti sia delle persone sia degli animali. C’è anzi da chiedersi se tutta questa violenza, che è spesso un tratto caratteristico dei film coreani, sia qualcosa di molto diffuso- per motivi che ci riesce difficile capire- nella società coreana.

    Il libro inizia con una lettera di Mira a Jiwon. Mira, sulla ventina, è stata assunta da Jiwon per dare lezioni al figlio minore Yujae. E Mira alza il sipario su quanto è accaduto poco tempo prima: il cane a cui il fratello di Mira era tanto affezionato è stato ucciso selvaggiamente dal figlio di Jiwon. Per un’incatenarsi di conseguenze, la madre e il fratello di Mira si erano uccisi.

    Il primogenito di Jiwon, Yuchon,  è l’esatto opposto del fratello. A sentire la madre, è un genio della matematica, rappresenterà la Corea alle Olimpiadi internazionali di Matematica, è studioso, un ragazzo modello. Per Jiwon esiste solo questo figlio e non si accorge della gelosia devastante del figlio minore, neppure sa- perché non le interessa- che Yujae ha vinto le Olimpiadi nazionali di Matematica. E Yujae cova la vendetta.


     Appare subito chiaro, leggendo la parte di Yujae, che questo ragazzino è uno psicopatico, pericoloso per gli altri e potenzialmente per se stesso. C’è una radice di Male in lui, anche se vogliamo scavare e cercare di comprendere il motivo del suo comportamento, c’è un gusto di fare il Male, di vedere soffrire, c’è una totale mancanza di empatia, c’è il piacere di programmare atti criminali manipolando anche altre persone al suo servizio, c’è totale mancanza di senso di colpa.

   È Yujae l’unico a macchiarsi di colpe? L’unico a commettere crimini senza il minimo scrupolo? Ognuna delle quattro parti del libro smentisce in parte, rettifica, cambia la prospettiva da cui guardiamo quello che accade. Che non ci piace. Non ci piacciono i personaggi, ci chiediamo dove siano le famiglie di questi ragazzini che si aggirano di notte cercando il divertimento nella sofferenza altrui.

    Confesso di aver fatto fatica a terminare la lettura di questo romanzo di cui, però, ho apprezzato la costruzione.



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