domenica 30 novembre 2025

Celia Fremlin, “La lunga ombra” ed. 2025

                   Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda

                                    cento sfumature di giallo



Celia Fremlin, “La lunga ombra”

Ed. Sellerio, trad. Chiara Rizzuto, pagg. 280, Euro 14,25

      La lunga ombra del titolo di questo scoppiettante giallo psicologico di Celia Fremlin, scrittrice inglese nata nel 1914 e morta nel 2009, è quella del marito di Imogen. Ivor è morto da poco in un incidente automobilistico (aveva la stanza prenotata in albergo per la sera del convegno in un’altra città, perché mai l’aveva disdetta e si era messo al volante nella notte?), ma la sua lunga ombra si estende sulla grande casa, sulla moglie (la terza) e su tutti gli ospiti (per lo più non invitati) che arriveranno per passare il Natale con Imogen, per non lasciarla sola (dicono).

    Dopo Francis Blundy, il marito eminente poeta e uomo egocentrico del romanzo di Ian McEwan, ecco Ivor, professore emerito di Lettere Classiche, un manipolatore pieno di sé, un altro uomo da cui le donne farebbero bene a tenersi alla larga. E invece cadono ai suoi piedi. La prima moglie gli aveva dato due figli e da anni era ricoverata in una casa di cura, la seconda che, a quanto pare, era l’opposto della prima- tanto era intellettuale la prima, quanto svampita la seconda- viveva alle Bermude, ed ora Imogen, nonostante qualche momento di nostalgia, tira un sospiro di sollievo, finalmente si sente libera, finalmente non deve essere in perenne servizio dei desideri del marito.


    Una di quelle prime notti in cui è sola, però, una telefonata la sveglia. Una voce maschile la accusa di aver ucciso il marito. Assurdo. Lei era a casa. No, ci sono testimoni che l’hanno vista nell’albergo dove Ivor avrebbe dovuto passare la notte. Scatta così l’elemento ‘giallo’ di questo romanzo di un umorismo noir, che mescola mystery, ghost story, giallo con un pizzico di rosa.

   Uno dopo l’altro arrivano gli ospiti (dubitiamo, nonostante le battute tra il serio e il faceto) che siano lì per far compagnia alla ‘povera’ Imogen- la figlia di Ivor in continuo disaccordo con il marito, i suoi due bambini che chiamano ‘nonna’ Imogen anche se in realtà non lo è, il figlio scapestrato che dice apertamente che è inutile che lui paghi un affitto altrove, una ragazza stravagante che lui porta con sé e che affitterà una stanza, la seconda moglie di Ivor con scatolette di pillole per ogni evenienza. E poi, dentro e fuori, la vicina di casa, la vedova modello del ‘caro Desmond’ (l’ultima frase del romanzo è dedicata al ‘caro Desmond’, un magistrale colpo di scena). Adesso che sono tutti lì iniziano ad accadere cose strane.


I bambini vedono Babbo Natale nello studio del nonno (Ivor faceva sempre la parte di Babbo Natale), un bambino ha gli incubi perché vede un volto ghignante chino su di lui di notte, un altro foglio si aggiunge ad uno scritto incompiuto di Ivor  (la calligrafia è identica), il gatto scompare, i bambini scompaiono…E la neve cade sulla campagna inglese.

     “La lunga ombra” è un giallo domestico, leggero, frizzante, una divertente demistificazione del Natale. È il libro perfetto per distrarvi e tirarvi su di morale.



   

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