cento sfumature di giallo
vento del Nord
il libro ritrovato
Håkan Nesser, “La rondine, il gatto, la rosa, la morte”
Ed. Guanda, trad. Carmen Giorgetti Cima, pagg. 509, Euro
19,50
Titolo originale: Svalan,
katten, rosen, döden
D’altro lato c’era naturalmente l’opposto.
Vite che viste da fuori sembravano abbastanza accettabili e normali, ma che
potevano nascondere abissi di tenebra. Abissi assolutamente incomprensibili.
Forse, le venne in mente a un tratto, è un assassino di questo genere,
l’uomo a cui stiamo dando la caccia. Una persona apparentemente normale che si
comporta in maniera impeccabile novantanove giorni su cento, ma che poi, quando
qualcosa si spezza…o riaffiora…può commettere le azioni più spregevoli. Sì, ora
che ci pensava si rendeva conto che era del tutto plausibile.
Morire nell’incanto di un’isola greca:
nella scena di apertura del nuovo romanzo di Håkan Nesser, “La rondine, il gatto, la rosa, la morte”, su
un balcone che si affaccia su uno scenario di ulivi e mare, un uomo sembra
voler accarezzare il collo della moglie. La strangola. Lei gli aveva appena
detto di amare un altro.
E’ il primo di una serie di omicidi che
si ripeteranno con la stessa modalità tra il 1995 e il 2000, in luoghi diversi,
e ci vorrà parecchio prima che gli investigatori colleghino i casi l’uno
all’altro.
Nell’agosto del 2000, a Maardam (la cittadina universitaria inventata da
Nesser per l’ambientazione dei suoi romanzi), un uomo aitante corteggia Martina
Kammerle, madre della sedicenne Monica. La donna ha ben ragione di sentirsi
lusingata dalle sue attenzioni: lei non è del tutto ‘a posto’, soffre della
sindrome bipolare, non ha né un lavoro né amicizie. Una sera in cui l’uomo, che
dice di chiamarsi Benjamin Kerran, si trova da solo con Monica, sappiamo già
che cosa succederà. Anche Monica è molto sola, i compagni di scuola la evitano-
tutti sanno delle stranezze di sua madre. Quando entrambe scompaiono, ci vuole
più di un mese prima che la sorella di Martina si insospettisca e mandi il
marito a bussare alla sua porta. L’ispettrice Ewa Moreno è incaricata delle
indagini e il commissario Van Veeteren sarà chiamato ad aiutare. Ma questo
avverrà dopo, dopo che un’altra donna è scomparsa, dopo che l’ispettore
Reinhart è stato ricoverato in ospedale per un incidente- e invece no, non si è
trattato affatto di un incidente fortuito: qualcuno gli ha dato uno spintone
facendolo cadere dal marciapiede davanti ad un autobus in arrivo. Era arrivato
vicino a scoprire qualcosa di importante?
“La rondine, il gatto, la rosa, la morte” non è un thriller mozzafiato,
ma il suo pregio sta proprio in questo, nel prendersi il tempo di raccontare la
storia di un uomo che si è macchiato molto presto della sua prima colpa e,
insieme alla sua, le storie delle persone che hanno avuto la disavventura di
incrociare il suo cammino. Perché è perfino banale dire che non c’è carnefice
senza vittima, ma è chiaro che spesso le nevrosi di un assassino trovano un
incastro perfetto nelle nevrosi o nelle debolezze delle sue prede.
In più è sempre un piacere incontrare
di nuovo l’anziano Van Veeteren che deve ripetere in continuazione a tutti di
non chiamarlo ‘commissario’ perché è da anni in pensione, che vive ormai
insieme alla donna che gli pare un regalo aver conosciuto, che fa il nonno
baby-sitter alla domenica pomeriggio intenerendosi sulla nipotina, che è un più
che esperto e colto libraio. Capace, infatti, di seguire il filo rosso lasciato
dietro di sé da un assassino che noi abbiamo sempre visto all’opera ma che ha
ogni volta accuratamente cancellato le sue tracce. Un assassino che deve
conoscere molto bene il mondo dei libri se si presenta alle future vittime con
il nome di personaggi letterari diversi scelti significativamente.
Il romanzo termina a Cefalonia, dove è iniziato, con un breve accenno ai
ben più gravi fatti di sangue avvenuti nell’isola sul finire della seconda
guerra mondiale. E il ritmo accelera, anche se Van Veeteren non pare proprio
volersi far sciupare l’incanto di quella che è pur sempre una breve vacanza
lontano dal freddo Nord del paese inventato (potrebbe essere la Svezia, ma
anche la Danimarca o la Norvegia) in cui si trova l’inventata Maardam. Ci
aspetta più di una sorpresa in questo finale. Dal numero degli inseguitori
dell’assassino al comportamento del molto umano Van Veeteren. E un ultimissimo
colpo di scena che segna un punto a vantaggio della vecchiaia con la
possibilità di godersi la pensione.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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