vento del Nord
cento sfumature di giallo
Kjell Ola Dahl, “Il quarto complice”Ed. Marsilio, trad. Giovanna Paterniti, pagg. 331, Euro 18,00
Il fatto è che questa relazione incandescente mette subito Frank Frølich nei guai: tre uomini hanno cercato di rubare in un container, sono stati sorpresi dalla guardia di sorveglianza e questa è stata uccisa. Uno dei tre era Jonny Faremo, fratello di Elisabeth, un pregiudicato. Elisabeth non solo offre un alibi ai tre amici, ma fa anche il nome di Frank, con cui aveva passato la notte fino alle prime ore del mattino, quando era andata a casa, a giocare a poker con il fratello e i suoi due amici. E’ giocoforza che Frank si prenda un periodo di congedo- come può investigare su un caso in cui è coinvolta la ragazza con cui ha un legame amoroso?
Kjell Ola Dahl è psicologo ed ex insegnante. Il bello dei suoi romanzi non è tanto nella trama- in questa ci sarà un collegamento del tentativo di furto recente con il furto più clamoroso di una cassaforte nel passato, moriranno due dei tre della banda, ci sarà l’incendio di una baita e il ritrovamento di ossa umane nelle ceneri, qualcuno cercherà anche di bruciare vivo Frølich- quanto nella vivacità dei personaggi che si muovono sulla scena. Ritroviamo il sanguigno e passionale Frølich e il triste Gunnarstranda con il riporto di capelli sulla pelata; muore il pesce rosso a cui Gunnarstranda ha dato lo strano nome di Kalfatrus e l’ispettore si sente in colpa per non avergli dato una propria sepoltura. Sembra un dettaglio ridicolo e invece, quale migliore contrappunto della morte di un pesce rosso a tutte le morti in cui si imbatte Gunnarstranda?
Ci piace poi l’attenzione verso i personaggi minori, l’ex fidanzato di Elisabeth impazzito in carcere, la spogliarellista che non è una prostituta, la professoressa universitaria che è innamorata di Elisabeth. E naturalmente siamo sedotti anche noi lettori da Elisabeth, proprio come Frølich. Una donna ambigua e sfuggente che sembra usare gli altri per i suoi scopi. Persino la sincerità dell’amore che ha per il fratello ci lascia dubbiosi. Ma così è l’enigmatica Elisabeth, che si nasconde da tutti, anche dal lettore, fino alla fine, che ci lascia nel dubbio su chi sia, che cosa voglia, che cosa abbia o non abbia fatto, che scompare nelle onde come una figura mitica, con un bacio sulla guancia di Frølich che continua a bruciargli. Anche dopo che lui è rientrato a Oslo. Senza di lei che gli è sfuggita: si può morire due volte?
Diciamo spesso che i gialli nordici non deludono mai. Neppure questo ci delude, anche se la parte migliore è indubbiamente quella iniziale.
la recensione è stata pubblicata nel 2010 su www.wuz.it
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