Voci da mondi diversi. Area germanica
Mariana Leky, “Quel che si vede da qui”
Ed. Keller, pagg. 336, Euro 18,00
Un paese nel Westerwald, Germania. Sono tutti gli abitanti del paese i protagonisti dell’incantevole romanzo di Mariana Leky, “Quel che si vede da
qui”, anche se la voce narrante è quella di Luise, la nipote di Selma, di certo
i due personaggi che più ci rimangono nel cuore, indimenticabili.
Luise ci racconta un intero ventennio di vita del paese, senza che quasi
nessun avvenimento esterno si intrometta a turbare le esistenze dei suoi
abitanti. Anzi. Quello che più mette in subbuglio il paese è un sogno di Selma:
ogni volta che Selma sogna un okapi (un animale di cui le aveva parlato il
marito, uno strano incrocio tra una zebra e una giraffa), qualcuno muore nel
giro di ventiquattro ore. Così come l’okapi assume i contorni di un animale
mitico, anche il possibile arrivo della Morte diventa qualcosa di più di una
semplice conclusione del ciclo della vita e tutti prendono delle contromisure,
come se volessero evitare un incontro sgradito. Tutti tranne un anziano
contadino che, invece, spalanca la porta alla Morte- pensa di aver vissuto
abbastanza.
La sessantenne Selma è la nonna che tutti vorrebbero avere. E’ lei
che si è sempre presa cura di Luise i cui genitori sono presi dal lavoro e da
una crisi di coppia. Quando, dopo il sogno di un okapi, una terribile tragedia
colpisce il paese e Luise, sotto shock, si è addormentata e continua a dormire
in braccio a Selma, la nonna non la adagia su un letto, ma la porta in braccio
con sé- dolce fardello addormentato che si aggrappa al suo collo- per giorni e
giorni.
Selma è bella, Selma è vedova,
l’ottico è da sempre innamorato di lei- solo quando lei sta per morire le
consegnerà una valigia piena di lettere iniziate e non finite in cui avrebbe
voluto dirle che l’amava. C’è un altro bambino, Martin, quasi il gemello di
Luise perché è nato il suo stesso giorno, più che un fratello- sono
inseparabili. E ci sono personaggi negativi, il padre di Martin, ubriacone e
violento (l’ottico fa un tentativo per provocare una disgrazia che ne
causerebbe la morte accidentale), una giovane donna soprannominata
Marlies-la-Triste.
Eppure i colori del libro di Mariana
Leky non sono il bianco e il nero, c’è sempre una possibilità di redenzione e
di cambiare anche per i ‘cattivi’, perché questa è l’anima del villaggio- uno
per tutti e tutti per uno, la disponibilità di ognuno ad aiutare gli altri,
l’empatia e il calore umano che aiutano a superare le difficoltà e i momenti
bui. Perché la vita è fatta di gioie e di dolori, di perdite e di amore e di
rabbia e di odio, di amicizia e compassione.
C’è chi va e c’è chi resta e c’è un nuovo arrivato che non può non
essere conquistato dal calore del villaggio. Il padre di Luise parte per una
serie di viaggi senza fine, la madre di Luise ha un amante, il monaco buddista
originario dell’Assia e che ora vive in un monastero in Giappone arriva per
caso- e Luise se ne innamora.
Un libro delizioso, dolce senza essere stucchevole, ‘caldo’ perché ci
riscalda il cuore con il sentimento di solidarietà diffuso tra i personaggi, a
tratti buffo e divertente e a tratti tragico, con un pizzico di realismo magico
in versione tedesca, perché, che cosa è la magia se non quella polvere di
stelle che ci aiuta a sopportare il peso della vita?
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la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.it
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