Casa Nostra. Qui Italia
Sandra Petrignani, “La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg”
Ed.
Neri Pozza, pagg. 459, Euro 15,30
Ci
sono delle persone la cui storia della vita sembra un romanzo. Perché, se è pur
vero che il tempo di ognuno di noi trabocca degli avvenimenti importanti che
segnano un’epoca, spesso però non lo viviamo
consapevolmente, non vi prendiamo parte in maniera attiva come è successo a grandi
personaggi. Come Natalia Ginzburg, una delle voci di maggior rilievo della
letteratura italiana- impossibile dimenticare il suo “Lessico famigliare”,
titolo che è entrato nel vocabolario di tutti noi per indicare i modi di dire
così strettamente nostri, chiave del cuore della nostra famiglia. Ne “La
corsara” Sandra Petrignani fa qualcosa di più che scrivere una biografia di
Natalia Ginzburg nata Levi, ne traccia un ritratto, ce la fa conoscere, le legge
il carattere nei lineamenti spigolosi del viso un poco indios, le spia
nell’ombra degli occhi le tragedie della sua vita.
Perché, a mano a mano che procediamo
nella lettura, questa è una delle cose che più ci colpisce, di Natalia
Ginzburg- la sua resilienza, la sua capacità di non lasciarsi abbattere dai
colpi del destino, di vacillare ma di rialzarsi e di ricominciare da dove la
sua vita si è interrotta: la morte del primo marito, Leone Ginzburg, torturato
e ucciso dai nazisti nel 1944 (Natalia aveva ventotto anni e restava sola ad
affrontare l’ultimo anno di guerra con tre bambini piccoli, passando da un
nascondiglio all’altro), la nascita di una bambina affetta da una malattia
genetica (figlia del secondo marito, Gabriele Baldini, critico letterario e
docente universitario) e poi la morte di un altro bambino, a solo un anno di
vita (un dolore così grande che lei non ne parlerà mai), la seconda vedovanza.
Eppure, nonostante tutto questo, nonostante si portasse dietro un velo di
infelicità infantile (ultima di cinque, soggiogata dal timore di quel padre
titanico che ben ricordiamo da “Lessico famigliare”, brutto anatroccolo accanto
alla sfolgorante sorella Paola che sposerà Adriano Olivetti prima di lanciarsi
in altri amori), nonostante la guerra che aveva attraversato, Natalia veleggia
nella vita come una corsara, può concedersi una pausa nella scrittura ma
riprende sempre a scrivere, a tradurre, a leggere testi di scrittori esordienti
per scoprire nuovi talenti da proporre alla casa editrice Einaudi che Leone
Ginzburg aveva collaborato a fondare insieme al mitico Giulio.
Sono tanti i nomi famosi nel mondo della
letteratura (e, più generalmente, in quello della cultura) che costellano le
pagine del libro di Sandra Petrignani- Elsa Morante e Alberto Moravia, Pasolini
e Bassani, Carlo Levi e Primo Levi, e altri, e altri ancora. E “La corsara”
diventa una lettura affascinante, perché l’autrice non inventa, non presume di
poter entrare nella mente né di Natalia né degli altri protagonisti- sono
troppo importanti, sarebbe un’arroganza il presumere di poter parlare in loro
vece. Sandra Petrignani ripercorre la vita di Natalia attraverso una
ricchissima documentazione, ci fa entrare dentro i suoi romanzi, nel prima,
durante e dopo della loro stesura, traccia un parallelismo tra i personaggi
creati da Natalia e Natalia stessa, fa nascere in noi il desiderio di leggere i
suoi libri o di rileggere quelli che già abbiamo letto (e già questo dice molto
de “La corsara”).
La figura di Natalia Ginzburg esce fuori a
tutto tondo da “La corsara”, con la sua timidezza e ritrosia ma anche con la
fermezza e la precisione delle sue idee, con il pudore dei suoi sentimenti e la
partecipazione attiva alle problematiche del suo tempo- una donna coraggiosa,
sensibile e colta che ha saputo essere moglie e madre E una grande scrittrice.
“La corsara” di Sandra Petrignani si è
classificato al terzo posto nel Premio Strega 2018. Meritava di più.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
Nessun commento:
Posta un commento