Casa Nostra. Qui Italia
love story
Elda Lanza, “Una
stagione incerta”
Ed. Ponte alle Grazie, pagg. 231, Euro 15,00
Una voce al telefono che le augura buon
compleanno. Che la chiama ‘Eddy’. Anche senza quel diminutivo che solo lui
aveva usato, che lui aveva inventato per lei quando si erano conosciuti e il
suo nome vero, Edgarda, sembrava troppo grande per una bambina di cinque anni (lui
ne aveva dieci), lo avrebbe riconosciuto. Perché, perché è così. Perché non si
dimentica la voce che faceva tremare il cuore a sedici anni, la voce del
ragazzo con cui si è scambiato il primo bacio, quello che ci ha rivelato
l’amore. Malgrado tutto quello che è seguito poi.
Eddy compie sessantotto anni e da
cinquant’anni non ha più saputo nulla di Nanni Delle Piane. Anzi, no, non è
esatto. Ha visto in televisione il ragazzo che è diventato avvocato e ha avuto
un ruolo importante in politica. Lo ha visto a fianco di una moglie bella,
elegante, raffinata che sembrava essere l’esatto opposto di lei, Eddy dai
capelli ricci e scuri e sempre un poco trasandata. Lo sa, Nanni, che anche lei
è diventata famosa come scrittrice, che anche lei è apparsa in televisione in
tutt’altro contesto?
Si incontrano nuovamente, Eddy e Nanni,
nello studio di lui, un ambiente neutro. Eddy diffidente e rancorosa, Nanni fin
troppo espansivo- continua a ripeterle che ha sempre pensato a lei per
cinquant’anni, nonostante moglie, figli e nipoti: gli si può credere dopo
quello che le ha fatto? Inizia così un corteggiamento serrato con regali, pochi
ma belli e costosi, soggiorni in case una più bella dell’altra- a Venezia, a Londra,
nell’isola d’Elba, a Milano, a Roma, e poi la Mirabella dei loro ricordi di
bambini (riacquistata da Nanni)-, mentre il cuore di Eddy (vedova dopo un
matrimonio infelice) si scongela lentamente senza però mai cedere del tutto: è
possibile rivoluzionare la propria vita quando ci si è già costruiti una
propria identità che è servita anche da difesa?
Elda Lanza, nata nel 1924- meglio dire l’anno
di nascita, è un vanto l’aver raggiunto un’età più che matura con un passato
così ricco-, assunta in Rai come presentatrice nel 1954, giornalista, esperta
di comunicazione, ha pubblicato il suo primo romanzo con l’ispettore Massimo
Gilardi come protagonista a ottantasette anni. C’è qualcosa nella sua vita,
un’infanzia difficile e senza la presenza dei genitori, un marito molto bello e
vanesio da cui si è separata, con cui è tornata insieme e che poi si è ammalato
della malattia più terribile che possa colpire un essere umano privandolo della
memoria, che fa pensare che la scrittrice abbia messo molto di se stessa in
questo romanzo appena pubblicato, la storia di un amore che rivive in quella
che non si può chiamare una nuova giovinezza, ma in un’età incerta che non è
neppure vecchiaia, perché capace di sentimenti, di emozioni, di energia, di
sogni e soprattutto di progetti.
Perché la vecchiaia incomincia quando si
finisce di guardare avanti, quando si vive aspettando che cali il sipario- che,
se sopraggiunge la malattia, è una fine augurabile. Quando la figlia di Nanni
chiede a Edgarda se sia stato bello ritrovarsi, ‘malgrado l’età’, risponde di
sì, ‘malgrado l’età’. Perché, poi, questo limite? ‘Che ne sa una donna di meno
di quarant’anni di quali sentimenti si è capaci a settanta?’. Non c’è nulla di
così soggettivo come il tempo, come l’età che uno ha. Ci sono solo stereotipi e
luoghi comuni. Edgarda e Nanni hanno vissuto un’età ‘che non è mai esistita
prima di loro. Quelli che erano stati vecchi prima di loro, erano vecchi in un
altro modo alla loro età.’“Una stagione incerta” è un insegnamento a non mollare la presa sulla vita, a non rifiutare i sentimenti a qualunque età si presentino, senza curarsi degli altri. La voce femminile di Edgarda suona più naturale di quella di Nanni che a volte ci pare affettata, e se la loro storia d’amore ci può sembrare all’inizio troppo da romanzo ‘alla Liala’, il finale quasi inevitabile ci fa piombare nell’inverno gelido della realtà.
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