giovedì 1 marzo 2018

Mircea Cărtărescu, “Abbacinante” ed. 2007

                                                     Voci da mondi diversi. Europa dell'Est


Mircea Cărtărescu, “Abbacinante”
Ed. Voland, trad. Bruno Mazzoni, pagg. 375, Euro 20,00

    E’ sempre raccogliere una sfida, leggere un libro dello scrittore rumeno Mircea Cărtărescu. Perché significa abbandonare il mondo della realtà che crediamo di conoscere, rinunciare ad usare gli strumenti della logica e della ragione ed essere pronti ad addentrarci nel suo, di mondo. Che non conosce confini tra vero e immaginato o sognato, che poggia sul sogno come strumento di conoscenza, che si arricchisce dei colori più straordinari e vividi in una fantasmagoria continua.
Era così in “Nostalgia” ed è ancora lo stesso tipo di esperienza in “Abbacinante”, che ha un sottotitolo sibillino, “L’ala sinistra”, finché non scopriamo che è la farfalla il leit motiv di questo romanzo fortemente autobiografico. La farfalla in quanto insetto che cambia radicalmente, al di là di ogni possibile riconoscimento, trasformandosi da bruco informe nel fantastico lepidottero dalle ali variegate. Una macchia a forma di farfalla sul corpo di Maria, la madre di Mircea, farfalle che annunciano la primavera una sera all’uscita dal cinema, lo strano anello di peli di mammut con una farfalla incastonata che Maria prende dal corpo dell’amica sotto le macerie, gli aerei che solcano il cielo della guerra con ali d’argento come farfalle, le farfalle imprigionate sotto la lastra di ghiaccio del fiume che la gente di Tintava deve attraversare, la farfalla gigantesca nutrita dalla donna che è rimasta intrappolata per dodici anni nella gabbia dell’ascensore…fino alle migliaia di farfalle partorite dalle donne in una delle sequenze finali, tra le più mostruosamente e grottescamente grandiose del libro.

     “Il passato è tutto, l’avvenire è niente, il tempo non ha un altro senso”, scrive Cărtărescu. E se il passato è tutto, è necessario recuperarlo e ricostruirlo interamente prima di poter scrivere di sé, del Mircea che guarda crescere l’edificio di fronte con i piedi appoggiati al calorifero. La storia della famiglia della madre prende l’avvio da lontano, da quando la sua gente abitava in un luogo sperduto fra i monti Rodopi. E’ in questo passato da leggenda che avviene il primo sabba orgiastico, a seguito del consumo ingenuo e ignaro di cibi preparati con il “seme dello zingaro” che è poi il papavero. Una scena riccamente indimenticabile che Cărtărescu descrive con il pennello di Bosch, come quella seguente in cui i morti escono dalle tombe per rifarsi sui vivi troppo vivi che li hanno dimenticati. Per rileggere qualcosa di così selvaggiamente grandioso dobbiamo arrivare alla fine del libro, nel racconto-sogno-allucinazione del sacrificio della vergine, in cui la visione mistica del superamento del bene e del male culmina con un solo grido estatico da tutte le bocche, ‘Orbitor’, ‘Abbacinante’.

     Non tutto è così magicamente onirico, nel romanzo di Cărtărescu. Anche se sospettiamo sempre di essere fatti “della stessa materia dei sogni”, anche se a volte le statue sembrano prendere vita e le cupole di Bucarest paiono mostruose mammelle giganti, la seconda parte del libro è la quasi normale storia della madre dell’autore, arrivata sedicenne a Bucarest. Quasi normale, finché non irrompe sulla scena il suonatore di jazz nero con le sue storie su New Orleans, oppure Maria va al cinema e, come avviene per i sogni, anche gli attori escono dallo schermo e camminano per Bucarest.

   Impossibile dire tutto quello che c’è nel romanzo di Cărtărescu- il bombardamento, la presenza dei tedeschi e poi dei russi a Bucarest, l’uomo della Securitate, e intanto seguiamo Mircea nei cambiamenti di casa, su per le scale di casermoni che conservano un’aria di mistero per il bambino. Fino a sboccare sul terrazzo e da lì si apre la vista su Bucarest, “il reame della malinconia”, paragonata dallo scrittore ad una città in miniatura dentro una bottiglia, alter-ego di Mircea Cărtărescu stesso. 

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net


Nessun commento:

Posta un commento