Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
chick-lit
il libro ritrovato
Milly Johnson, “Veri amori, falsi amanti”
Ed. Corbaccio, trad.Olivia
Crosio, pagg. 450, Euro 18,60
Titolo originale: The Birds and the Bees
Stevie si portò una mano sul
cuore, chiedendosi come fosse riuscita a parlare con tanta freddezza mentre le
faceva tutte quelle acrobazie nel petto. Era orgogliosa di se stessa. Matthew
si era aspettato una scena isterica, invece lei lo aveva freddato. Questa
piccola vittoria, tuttavia, non le impediva di sentirsi profondamente triste.
Come era possibile che lei e Matthew fossero diventati di colpo due perfetti
estranei, quando meno di tre settimane prima avevano fatto l’amore nel letto
che lui ora divideva con un’altra?
Stevie ama Matthew; Matthew pianta Stevie e si mette con Jo; per far ingelosire
il suo ex, Stevie fa coppia con l’ex di Jo: come andrà a finire? Si accettano
scommesse, tutte le possibilità sono aperte, perché questo è proprio l’elemento
di forza dei romanzi sentimentali- il gioco su alcuni punti fissi, che sono i
sentimenti e i rapporti di coppia, con tante possibili varianti, nonché finali.
Persino il titolo, “Veri amori, falsi amanti”, non serve a mettere sulla
traccia giusta, anche per quello potrebbero esserci varie interpretazioni. Del
tipo: Matthew ha preso una sbandata e poi torna da Stevie, l’amore vero trionfa
sempre. Oppure: Stevie l’ha scampata bella , meglio prima che dopo. Oppure:
guarda un po’, uno scambio che funziona. Insomma, leggete il libro e lo
scoprirete.
Letteratura di genere, Chick lit, letteratura rosa, o sentimentale: c’è sempre un più o
meno lieve disprezzo da parte dei critici, quando parlano dei libri per donne e
scritti per lo più da donne. Ammesso che ne parlino affatto e non li ignorino
del tutto. Eppure hanno sempre avuto successo- basta pensare al fenomeno di
Liala, in Italia, o della Delly, pseudonimo di due fratelli francesi. Oppure
persino alle pagine della rivista Grand
Hotel in cui pure le immagini dei fotoromanzi si conformavano al
sentimentalismo delle storie d’amore. Perché c’è sempre una storia d’amore nei
romanzi di questa letteratura femminile. Pare che le donne non si stanchino mai
di leggere storie d’amore in tutte le varianti, che non sono poi neppure molte.
Ma ci sono modi diversi di
affrontare qualunque lettura, anche quella di un libro ‘rosa’, e peraltro sono
tutti modi validissimi- forse qualcuno può essere più rischioso, se trasporta
la lettrice in una bolla di sogno. Se, invece, si riesce a mantenere un certo
distacco dalla vicenda, è come osservare attraverso una lente la commedia umana
dei rapporti tra uomo e donna, cogliendone il lato buffo, o assurdo, o penoso.
E allora la lettura può addirittura diventare terapeutica, è come un guardarsi
allo specchio. Che è quello che fa la protagonista del romanzo di Milly
Johnson, perché c’è proprio un gioco di specchi in “Veri amori, falsi amanti”. Due
donne, una bionda e una bruna, la prima è l’eroina buona e la seconda è quella
cattiva; due uomini, un affascinante dandy e un rude colosso scozzese, e va da
sé che il bell’aspetto è ingannatore, mentre il gigante burbero ha il cuore
d’oro. Fino a qui, tutto secondo i canoni.
Ma la bionda Stevie Honeywell, mamma
single con un bimbetto adorabile di quattro anni, è anche scrittrice di
romanzetti rosa della serie Moonlight
Moon e la protagonista del libro su cui è al lavoro si chiama Evie
Sweetwell, innamorata dello scozzese Damme MacQueen (con uno scoperto anagramma
nonché gioco di nomi con la stessa Stevie e il suo finto nuovo partner Adam
MacLean). E nella sufficienza con cui Adam guarda i romanzetti della collana Moonlight Moon sparsi per la casa,
nell’adorazione con cui una segretaria riceve Stevie, quando questa si presenta
con lo pseudonimo che usa per scrivere, troviamo i due atteggiamenti parimenti
diffusi nei confronti della letteratura femminile.
Il pregio del romanzo di Milly Johnson è
nella veridicità assurda della storia e nella spontaneità così reale dei
dialoghi- è sufficiente tendere l’orecchio sui mezzi pubblici ed ascoltare le
confidenze che si scambiano le ragazze per sapere che una vicenda come quella
di “Veri amori, falsi amanti”, magari con un pizzico di paradosso, può essere
vera. Tanto da farci sorgere il dubbio: è il romanzo rosa a copiare la vita o
il contrario?
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
Nessun commento:
Posta un commento