Voci da mondi diversi. Penisola balcanica
cento sfumature di giallo
E’
inevitabile pensare ad un drago delle favole, leggendo il nome di Drago Hedl,
giornalista investigativo e scrittore croato. E invece, dopo aver letto il suo
libro, “Silenzio elettorale”, dopo aver saputo di più di lui e del suo lavoro
(non solo è stato corrispondente di guerra tra il 1991 e il 1994, ma si è anche
battuto per denunciare i crimini di guerra durante la guerra croata per l’indipendenza,
ha lottato contro l’intolleranza e l’incitazione all’odio e per questo è stato
insultato, malmenato e minacciato di morte), l’immagine che avevamo di un drago
si è ribaltata e Drago Hedl ci è apparso come il cavaliere che combatte contro
il drago dalle mille teste. Altro dettaglio curioso riguardo al suo nome che a
noi suona strano: sono andata a vedere il famoso cimitero di Mirogoj, a
Zagabria, e ho osservato quanto spesso il nome Drago ricorra sulle lapidi. Lo
scrittore mi ha confermato che è un nome molto diffuso in Croazia e che
significa ‘caro’. Quando i suoi amici gli scrivono, iniziano la lettera con Dragi Drago- mi sembra un bellissimo gioco di parole (ho imparato
a Zagabria che la lingua croata ha i casi, come il latino, e questo spiega la
desinenza i del ‘caro Drago’). Parliamo
con lui del suo romanzo, il primo di una trilogia che ci auguriamo venga
interamente pubblicata in Italia.
Se non sbaglio, Lei è stato un giornalista
tutta la sua vita. Come è che ha iniziato a scrivere romanzi? E’ un’altra
maniera per aprire gli occhi della gente su quello che succede intorno a noi?
Voglio dire- i romanzi sono per Lei non solo un intrattenimento, ma un mezzo
per comunicare le sue idee?
Se sei un
giornalista devi attenerti ai fatti. E spesso è frustrante. Per esempio,
raccogli una serie di fatti spiacevoli che provano il coinvolgimento criminale
di un uomo politico corrotto, li pubblichi e a lui non succede proprio nulla.
Oppure, ma molto raramente, si apre un’inchiesta, può darsi che si arrivi ad un
processo ma, dopo un paio di anni, quell’uomo viene assolto. Perché anche i
giudici sono corrotti. A quel punto il giornalista è nei guai. Quell’assoluzione
è un’accusa contro il giornalista. E allora tutte le prove che hai raccolto in
quanto giornalista, i documenti, i tuoi sforzi per condurre l’indagine, tutto è
stato inutile. In un romanzo, invece, le cose sono diverse. Come scrittore puoi
far finire nei guai gli uomini politici corrotti, puoi metterli nell’angolo.
Puoi fare giustizia, mentre come giornalista è raro che tu possa avere la
meglio.
Mentre leggevo “Silenzio elettorale”, avevo
la sensazione che la storia degli assassinii non fosse importante per Lei e che
la sua attenzione fosse rivolta altrove- mettere in luce la corruzione di chi
detiene il potere, la vigliaccheria e l’opportunismo della polizia, forme
diverse di ricatto. Era una sensazione giusta?
Ha
ragione. Il romanzo “Silenzio elettorale” è basato su una buia storia dolorosa
su cui ho investigato in passato. Delle ragazzine di dodici, tredici,
quattordici anni dell’orfanotrofio di Osijek erano state prese in una rete di
prostituzione giovanile ed alcune di loro prestavano servizi sessuali ad uomini
politici e magnati locali. In cambio le ragazze ricevevano sigarette Marlboro,
schede telefoniche, profumi di poco prezzo…Io scrissi del caso ma non ci fu
nessuna conseguenza per gli uomini politici coinvolti. Non potevo fare nomi
perché sapevo che le ragazze non avrebbero detto la verità se gli fosse stato
chiesto di testimoniare. Avevano paura dei loro magnaccia, dell’opinione
pubblica e per la loro reputazione.
Gli
elementi di base di quella storia sono serviti come premessa per il romanzo. A
trilogia finita vedrà- i cattivi nel romanzo non se la caveranno senza una
punizione come invece è successo nella realtà. So che non è una gran
consolazione, ma un poco serve.
Mi è piaciuto il confronto fra i due
personaggi principali che sono, nello stesso tempo, uno l’opposto dell’altro e
complementari. Ho anche avuto l’impressione che, in qualche modo, il
giornalista Stribor fosse un Suo doppio. Ha messo qualcosa di sé in lui?
Può darsi che inconsapevolmente
abbia attribuito alcuni dei miei tratti al giornalista Stribor, uno dei due
protagonisti del romanzo. Sa essere molto ostinato e quando fiuta una buona
storia non c’è niente che lo trattenga dall’investigare. Anche se come
conseguenza potrebbe avere problemi personali, minacce alla sua sicurezza,
giudizi duri da parte dell’ambiente politico, quando ficca il naso in faccende
che farebbe meglio a lasciare così come stanno. Penso di essere un poco così
anche io. Ma Stribor ed io siamo diversi in una cosa- lui ha più successo, lui
sarà capace di fare qualcosa che io non sono stato capace di fare: porterà
davanti alla giustizia l’uomo politico senza scrupoli.
Zagabria |
Ho letto che, come accade a Stribor, anche
Lei è stato fortemente intimidato dal pubblicare degli articoli che potevano
danneggiare qualcuno politicamente. Ce ne può parlare?
Quella è un’altra somiglianza tra Stribor e
me! Né lui né io ci lasciamo comprare. L’estate scorsa, come succede a Stribor
nel romanzo, mi è stata offerta una bustarella da un politico, un membro del
parlamento, perché smettessi di scrivere delle sue attività criminali. Io ho
registrato la conversazione telefonica in cui mi offriva la mazzetta e ne ho
pubblicato la trascrizione- ne hanno parlato tutti i media in Croazia.
E poi, all’epoca quando
investigavo sui crimini di guerra e ne scrivevo, ho ricevuto parecchie minacce
di morte. In due occasioni e per parecchie settimane ho avuto una protezione
della polizia ventiquattro ore su ventiquattro. Però non ho il diritto di
lamentarmi: questo è il destino del giornalista. Nel romanzo Stribor non è
meglio messo di me.
Proprio come ci sono due personaggi
principali, l’azione della trama si sposta tra due città: Osijek e Zagabria. Le
anime delle due città sono complementari come lo sono i due personaggi?
Osijek |
Zagabria, la capitale della
Croazia, e Osijek, la quarta città più grande del mio paese, sono molto
diverse. Tutto quello che è importante in Croazia succede a Zagabria: questo è
il luogo per il comando, il potere, i soldi. Osijek è alla periferia e a
Zagabria non importa quello che vi succede. Ma Osijek ha dei vantaggi: non c’è
fretta, confusione, agitazione, movimento. Osijek è il posto dove puoi fare
tutto andando a piedi. A qualunque ora del giorno è facile trovare parcheggio
anche nella parte più affollata della città. A Zagabria è impensabile. Quindi
queste due città sono diverse, proprio come i due eroi principali della mia
storia, il giornalista Stribor e il poliziotto Kovać. Ma, a
differenza di Osijek e Zagabria, il giornalista e il poliziotto del romanzo
collaborano, sono complementari l’uno all’altro, hanno la stessa meta. Zagabria
e Osijek non funzionano così. Zagabria è autosufficiente.
Penso che l’aver citato il titolo del
libro “Uomini che odiano le donne” e il suo autore Stieg Larsson non sia stato
casuale.
Certamente,
Larsson e il suo capolavoro non sono citati a caso. E’ affascinante vedere come
Larsson intrecci delitto e politica, i media e il mondo degli affari. Questi
sono gli argomenti che io cerco di trattare, ma naturalmente non voglio essere
paragonato a lui. Durante una serata letteraria in cui veniva presentato “Silenzio
elettorale”, ad un certo punto il presentatore mi ha chiamato il Larsson
croato. L’ho interrotto dicendogli che, per quanto lusinghiero potesse essere
il paragone, non lo trovavo piacevole. Rimase allibito e ho proseguito dicendo:
“Sfortunatamente Larsson è morto quando ha finito di scrivere la sua trilogia. Spero
che non mi auguri la stessa fine.”.
Fra tutti i personaggi, quello a cui penso
più spesso è un personaggio minore: l’uomo che ha scoperto i corpi delle
ragazze. Mi è parso come se la Morte acquistasse una nuova dimensione per mezzo
suo. Quanto sono profonde, oggigiorno, le ferite della guerra? Il passato è
ancora molto presente? che cosa sanno le giovani generazioni e che cosa provano
nei confronti di questo passato?
Il
personaggio del mio romanzo che trova i cadaveri delle ragazzine lungo la riva
della Drava è una di quelle persone che hanno avuto problemi dopo gli anni ‘90,
quando la Jugoslavia si era spaccata in una guerra sanguinosa. Aveva difeso la
Croazia, era passato attraverso esperienze difficili, aveva visto tanto e gli
orrori della guerra gli ritornavano sotto forma di incubi. Sono immagini che si
intrecciano con la sua realtà presente. E’ doppiamente frustrato, da una parte
per quello che ha dovuto passare in guerra combattendo per l’indipendenza del
suo paese, e dall’altra parte per la realtà che vede ogni giorno, per i suoi
ideali che vengono traditi e per il suo paese che proprio adesso non assomiglia
neppure lontanamente al paese per cui ha combattuto. E’ un paese pieno di
crimini, corruzione, politici senza scrupoli…
Sfortunatamente l’argomento della Guerra- che finì più di due decenni
fa, è ancora onnipresente in Croazia- la realtà difficile e un futuro incerto
fanno sì che la gente si rivolga al passato. E allora iniziano a vivere nel
passato, come se vi fossero imprigionati. E i giovani, che ne hanno avuto
abbastanza di tutto questo, lasciano in massa il paese e cercano il futuro in
Irlanda, in Germania, Austria, Canada, Australia…
Ultima domanda: questo è il primo libro di
una trilogia. Troveremo gli stessi personaggi anche nei libri che seguiranno?
Ha già scritto il secondo?
Ho già
scritto e pubblicato la seconda parte della trilogia, un romanzo intitolato
“The confession secret”. Insieme ai personaggi principali, ce ne sono di quelli
nuovi. La vicenda si estende a Belgrado, in Serbia. Le mafie dei due paesi
cooperano e anche i politici trovano il modo di cooperare su grandi progetti
remunerativi ben nascosti dagli occhi del pubblico. Ho intenzione di finire la
terza parte della trilogia entro la fine di marzo 2018. Per il momento il
titolo è “Chicken à la Kiev”. Lo sviluppo della trama si svolgerà a Kiev, in
Ucraina. La parola ‘pollo’ nel titolo provvisorio non ha un significato
culinario- si riferisce alla carne giovane, ossessione del politico Horvatić, ‘il cattivo’ dei miei romanzi.
Sono già
stati acquistati i diritti per una serie televisiva basata sui romanzi. Per me
sarà un’opportunità per vedere finalmente, al di là delle pastoie della mia
immaginazione, che aspetto abbiano il giornalista Stribor, il poliziotto
Vladimir, il politico Horvatić…
intervista e recensione saranno pubblicate su www.stradanove.net
per contattarmi: picconem@yahoo.com
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