Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
la Storia nel romanzo
FRESCO DI LETTURA
Colson Whitehead, “La ferrovia sotterranea”
Ed. Sur, trad. Martina Testa,
pagg. 376, Euro 20,00
Mentre
andate a tutta velocità guardate fuori e vedrete il vero volto dell’America.
E’ quello che avevano detto a Cora e a Caesar, la prima volta che si
accingevano a salire sul treno della ferrovia sotterranea che li avrebbe
portati dalla Georgia schiavista verso la libertà. Il vero volto dell’America,
però, non corrispondeva alle fantasie di Cora. Buio, buio, solo buio fuori dal
finestrino del treno che corre nei tunnel scavati sotto terra.
Bellissima e significativa sotto ogni
aspetto, l’immagine creata da Colson Whitehead nel suo romanzo. Perché ha reso
reale e concreta la via di fuga degli schiavi dagli stati del Sud, quella
catena di supporto che rimandava di casa in casa, di nascondiglio in
nascondiglio presso persone fidate, tappa dopo tappa, allontanandosi sempre più
dal lavoro sotto la frusta nei campi di cotone, dalle punizioni arbitrarie e
violente dei sorveglianti o dei padroni. Si è perfino parlato di messaggi
‘cifrati’ nelle composizioni delle coperte trapunte lavorate dalle donne. E’ un
treno vero e proprio, quello che prendono i fuggiaschi di Whitehead. Ci sono
delle stazioni a cui si arriva scendendo per scale ripide nascoste sotto una
botola. Ma, se si deve giudicare l’America da quello che si vede dai
finestrini, non c’è speranza di luce. Bisogna crederci, che si arriverà da
qualche parte dove la vita sarà migliore e gli uomini saranno tutti uguali come
dice la Costituzione.
L’inizio del romanzo di Whitehead è nella
piantagione dei fratelli Randall in Georgia e il primo personaggio di cui
sentiamo parlare è diventato un mito, una spinta ad imitarla per i neri, la
fissazione di uno smacco per i bianchi. Mabel, madre di Cora, è fuggita
lasciando dietro sé la bambina che aveva solo dieci anni. Per quanto il
temibile Ridgeway, cacciatore di schiavi, l’abbia cercata, non l’ha mai
trovata. Mabel ce l’ha fatta. Cora non perdonerà mai a sua madre di averla
abbandonata e di aver pensato solo a se stessa. Però, se Mabel ce l’ha fatta,
anche la fuga di altri può avere successo.
E’ la prima metà dell’800, negli stati del Nord i neri possono essere
liberi e condurre una vita decente, in quelli del Sud è un inferno. Gli schiavi
vengono venduti e acquistati come merce, sfruttati all’inverosimile, mantenuti
in una condizione di analfabetismo, frustati a sangue per ogni minima
infrazione, bruciati vivi per un tentativo di fuga. E le donne sono alla mercé
della lussuria dei padroni. Quando Caesar propone a Cora di fuggire, lei
dapprima rifiuta, poi succede qualcosa che le fa cambiare idea.
“La ferrovia sotterranea” diventa un
singolarissimo romanzo d’avventura on the road nonché un altrettanto singolare
romanzo di formazione per la giovane Cora. Lei e Caesar saranno inseguiti da
Ridgeway e dal suo orrendo compagno che indossa una collana di orecchie umane,
troveranno rifugio presso abolizionisti generosi (alcuni di questi pagheranno
con la vita l’aiuto che gli hanno dato), si renderanno conto che anche laggiù
dove sembra che i neri siano
considerati essere umani come i bianchi, la realtà non è così e la minaccia è
più subdola e altrettanto crudele, continueranno a fuggire, diventeranno degli
assassini per difendersi. E anche quando Cora approderà in quell’oasi di utopia
che è la tenuta dei Valentine in Idaho, la serenità è solo apparente. Il
fulmine che si abbatterà su quella comunità ideale incenerirà ogni speranza.
Con uno stile pulito che non esagera nel
fantastico e che non fa leva sulla compassione, l’epopea degli schiavi nel
romanzo di Colson Whitehead ci impone di non dimenticare e di non negare. Forse
non è un caso che Mabel, la schiava che è stata simbolo del successo nella
fuga, motivo dell’odio pervicace di Ridgeway per la figlia Cora, riappaia poco
prima della fine, smentendo però quello che di lei si era immaginato. La
schiavitù non finisce mai, il razzismo permane, insidioso come il morso di un
serpente di palude.
"La ferrovia sotterranea" ha vinto il premio Pulitzer 2017.
per contattarmi: picconem@yahoo.com
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