Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
romanzo 'romanzo'
FRESCO DI LETTURA
Howard
Fast, “Seconda generazione”
Ed. e/o, trad. Augusta Mattioli, pagg.
534, Euro 18,00
Riprende a soffiare ‘il vento di san Francisco’. In questo secondo
romanzo della saga dei Lavette, è come se all’inizio il vento della narrazione
raccogliesse le forze, ci lasciasse il tempo di mettere insieme i pezzi della
storia precedente, di ricordare come terminava “Il vento di San Francisco”,
prima di travolgerci nuovamente in
un turbinio di vicende, di personaggi, di sentimenti, di piccole storie
intrecciate alla grande Storia il cui sfondo, questa volta, non è solo
l’America a cui erano approdati i giovani genitori di Dan Lavette in fuga dalla
miseria e in cerca di fortuna, ma anche l’Europa, teatro dell’Apocalisse del
secolo XX.
I protagonisti sono la “Seconda generazione”, i figli di Dan Lavette e di Jean Seldon, di Dan Lavette e della
seconda moglie cinese, di Mark e Sarah Levy. Chi non avesse letto il libro
precedente non avrà nessun problema a
seguire il filo della narrazione, perché Howard Fast è un affabulatore straordinario- gli verrà
solo il desiderio urgente di leggere anche “Il vento di San Francisco”. Dan Lavette, arrivato all’apice della
fortuna, ricomincia da capo. Ha
lasciato la moglie- e, con lei, tutto quello che rappresentava, l’America WASP
(White Anglo-Saxon Protestant)-, ha
sposato la figlia del suo contabile cinese da cui ha già avuto un figlio, e ha
ripreso a fare il pescatore, proprio come suo padre agli inizi del secolo. L’ex moglie Jean si è risposata con un
uomo molto ricco, molto ambizioso, molto importante (e anche molto odioso), l’azienda vinicola dei Levy, nella Napa
Valley, è più fiorente che mai dopo la fine del proibizionismo. Quanto ai
giovani, alla seconda generazione, sembrano aver preso tutto il meglio dei
genitori, tranne il primogenito di Dan,
freddo e calcolatore, che non rivolge più la parola al padre.
Se Dan Lavette giganteggiava nel romanzo precedente- e anche qui ha un
ruolo di primo piano, con il suo idealismo, il suo ingegno, il suo sprezzo per
il denaro come fine a sé-, è sua figlia
Barbara l’eroina di “Seconda generazione”. Bionda e bella quanto sua madre,
Barbara ha però il temperamento e l’umanità del padre. Lei, la principessina di
Russian Hill, scopre che non tutti vivono come lei, che giù, al porto di San
Francisco, gli scaricatori sono poco più che schiavi. Da questo momento le
diventa impossibile godere dei privilegi
del suo ambiente, finanzia la mensa dei portuali, si trova coinvolta nello
sciopero (il nuovo marito di sua madre è furibondo), se ne va di casa. Barbara
ventenne è più vicina al mondo di suo padre che a quello di sua madre. Di suo
padre ha la curiosità, l’assenza di meschinità, l’intraprendenza, il considerare il denaro un mezzo e non un
fine, la consapevolezza della responsabilità conferita dalle ingenti somme
di denaro. Mentre Dan si lancia nell’impresa di costruire grandi navi (pare
inevitabile, ancora una volta si arricchirà, suo malgrado, con la guerra),
seguiremo Barbara prima in Francia, dove vivrà un assaggio della guerra civile
spagnola con il dramma del suo primo grande amore, e poi nella tana del Lupo in Germania dove resterà sconvolta nel vedere
distinti signori ebrei obbligati a pulire una strada con le mani, si scaglierà
in loro difesa con l’irruenza, la generosità, il senso etico che tanto abbiamo
ammirato in Dan Lavette, per finire in prigione e salvarsi grazie
all’intervento di un losco personaggio.
Quando si legge un romanzo così ‘romanzo’ come quello di Howard Fast, ci
sorprendiamo a interrompere ogni tanto la lettura con un sospiro di
soddisfazione, con un senso di pienezza
e di appagamento mentre la mente corre dietro ai personaggi, ai drammi e
alle gioie delle loro vite, ai momenti storici che attraversano- lotte sociali
e guerre ma anche realizzazioni di sogni grandiosi come l’inaugurazione del
mitico Golden Gate- e pensiamo anche, non del tutto giustamente e con un filo
di nostalgia, che nessuno scrittore di
oggi è capace, o ha il tempo, o la giusta dedizione, di scrivere un romanzo
come questo.
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