Casa Nostra. Qui Italia
legal thriller
il libro ritrovato
Simonetta Agnello Hornby, “Vento scomposto”
Ed. Feltrinelli, pagg. 399, Euro
19,00
Mi ha detto che Lucy ha il sonno leggero,
mentre lei lo ha pesante. E anche che quando ha l’influenza o il raffreddore
dorme male, e che ricorda con chiarezza che, in quelle occasioni, ha notato che
il padre rimane nella loro camera dopo il bacio della buonanotte e si siede sul
letto di Lucy. Amy è sicura che il padre non legge la storia della buonanotte a
Lucy: mi ha detto che una volta era rimasto seduto a lungo sul suo letto e poi
aveva cercato per terra qualcosa che gli era caduto.
Un tempo pensavamo che solo i sacerdoti
venissero a conoscenza delle colpe più segrete di uomini e donne. Che solo nel
buio di un confessionale, attraverso la grata che cela l’identità del
peccatore, si potessero bisbigliare azioni innominabili. E poi, con il
pentimento e la promessa di non commettere più il peccato, venire assolti. Leggendo
il nuovo romanzo di Simonetta Agnello Hornby, “Vento scomposto”, ci rendiamo
conto di quanto siano cambiati i tempi e fino a che punto lo studio di un
avvocato possa trasformarsi in un nuovo tipo di confessionale.
Con “Vento scomposto” Simonetta Agnello
Hornby ha abbandonato la
Sicilia- sì, è vero, l’aveva lasciata nel 1972 per
trasferirsi a Londra ma era tornata nella sua terra con i primi tre romanzi, “La Mennulara ”, “La zia
Marchesa” e “Boccamurata”: forse era una necessità per lei, avviarsi nel suo
nuovo cammino di scrittrice ricalcando passi su sentieri conosciuti. In “Vento
scomposto” è l’esperienza di lavoro ‘inglese’ come avvocato e presidente di
Tribunale che le fornisce il materiale per un romanzo disturbantemente
appassionante. Essersi occupata di difesa dell’infanzia, aver dovuto dare il
suo giudizio in cause riguardanti casi di disagio, di bisogni speciali
nell’apprendimento. E la premessa al romanzo è in una nota introduttiva sul
Children’s Act del 1989 che stabilisce il diritto del minore ad un suo avvocato
e ad un suo tutore legale a spese dello stato.
C’è
una famiglia dell’alta borghesia al centro del ciclone di “Vento scomposto”- i
Pitt. Lui, Mike Pitt, è un merchant banker; la moglie Jenny è consulente di una
catena di negozi; la primogenita Amy, sette anni, frequenta la scuola
elementare; Lucy, quattro anni, va all’asilo. Il problema nasce proprio qui,
nell’asilo dal nome così luminoso, ‘Sunshine Nursery’. Perché una maestra
attribuisce un significato sessuale a dei disegni della bimba, alla direttrice
non piace che sia la baby-sitter a presenziare alle riunioni indette per i
genitori…e i Pitt vengono tacciati di altezzosità e noncuranza, alla piccola
Lucy vengono attribuite parole di denuncia nei confronti del padre che avrebbe
abusato di lei. I servizi sociali intervengono, si arriva al punto che si pensa
di togliere le bambine ai genitori, alla decisione della moglie Jenny di istruire
la causa contro il marito, in modo che lui esca di casa e almeno lei possa
restare con le figlie. E la coppia si rivolge a Steve Booth, avvocato
specializzato in diritto di famiglia.
Disturbante e appassionante- sono gli
aggettivi che abbiamo usato per questo romanzo che non è racchiuso solo nella
trama principale e nei personaggi descritti. Perché i poli di “Vento scomposto”
sono due: la bella casa dei Pitt a Kensington di cui conosceremo alcune stanze
nei dettagli (la Jacuzzi
nella camera da letto dei genitori: perché solo Lucy ha fatto il bagno nella vasca
con il papà? Dove era Amy mentre papà e bambina erano nella vasca? Importante:
aveva o no le mutande il papà? E poi, la cameretta delle bimbe, con i letti a
castello: il papà entrava nella loro stanza la sera? Certo. Che cosa faceva?
Dava il bacio della buona notte. E poi?) e lo studio di Steve a Brixton, area
multietnica di Londra.
Nello studio dell’avvocato c’è un via-vai di clienti, innocenti
e colpevoli, ognuno con i suoi problemi. E noi sapremo tutto o quasi anche di
loro- la donna picchiata dal marito più giovane, la nonna che alleva i figli
della figlia, la ragazza che non riesce a stare lontana dalla droga e che, alla
fine, affida la sua bambina al proprio padre, la giovane curda abusata dai
fratelli…E Steve che si occupa di tutti, sembra avere tempo per tutti,
intelligente, esperto, calorosamente umano pur nel pieno controllo di sé. Intorno
a loro, psichiatra infantili, psicologi, assistenti sociali, maestre,
puericultrici che spesso sembrano interpretare la realtà con occhi paranoici. A
volte i cammini di questi personaggi si intersecano, anche se non si conoscono,
come avveniva ai protagonisti di “Mrs. Dalloway”- anzi, a volte proprio nelle
stesse vie e negli stessi parchi di Londra del libro della Woolf.
E tutte le
storie dietro di loro ci inquietano- è disturbante il dubbio se Mike Pitt sia o
no un pedofilo, ma sono altrettanto disturbanti le verità che vengono alla
luce- in ricordi, incubi, comportamenti di chi ha subito simili abusi, più di
frequente di quanto si immagini-, e lo sono pure i pericoli di fraintendimenti
che possono originare una distruttiva caccia alle streghe.
Kensington |
Brixton |
“Venti scomposti” ha, a tratti, qualcosa
di cronachistico, tanta è la materia a cui la scrittrice ha accesso di prima
mano; molto più spesso ha un passo veloce e il ritmo di un thriller legale che
tiene in sospeso fino alla fine, che ci coinvolge nel profondo e ci dà molto da
pensare.
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