Voci da mondi diversi. Area germanica
cento sfumature di giallo
il libro ritrovato
Veit Heinichen,
“Nessuno da solo”
Ed. e/o, trad. Silvia Montis, pagg. 369, Euro 18,50
Titolo originale: Keine
Frage des Geschmacks
“Perché si agita tanto, Miriam? Corruzione e potere vanno a braccetto. Ovviamente
il nostro premier è un megalomane, ed è il primo a corrompere se stesso, ma
d’altro canto non c’è nessuno in grado di fermarlo. La sinistra è un
gruppuscolo ormai passato di moda, diviso, sempre impegnato a litigare, che
abolirebbe il popolo seduta stante, tanto ne ha paura. L’opposizione viene
tutt’al più dalle stesse fila della maggioranza e dal Vaticano. E questo non è
normale.”
Un produttore cinematografico tedesco
muore nel mare di Trieste. Era ospite sul lussuoso yacht di un ricco
imprenditore dai molti traffici. Dei sacchi di un caffè che costa più di mille
euro al chilo vengono rubati da un’importante torrefazione. Una parlamentare
inglese riceve per posta delle foto in cui è ritratta insieme ad un aitante
giovane a Grado. Inutile dire che i due non stanno sorseggiando una tazza di
tè: è un ricatto.
“Nessuno da solo”, la trama del nuovo
romanzo di Veit Heinichen, lo scrittore tedesco che da anni vive a Trieste, parte
da questi tre crimini. Il commissario Proteo Laurenti è al centro della scena;
il suo aiuto, la piccola ispettrice calabrese Pina Cardareto, questa volta ha
un ruolo marginale; la segretaria Marietta, di solito così avvenente e
abbigliata in maniera provocante, è stranamente sciatta e svogliata. In
compenso c’è un altro personaggio femminile che attrae la nostra attenzione: la
giornalista etiope Miriam, arrivata da Londra con il pretesto di un servizio su
Trieste come ‘capitale del caffè’, mentre in realtà sta cercando l’uomo che
compare nelle foto roventi insieme alla sua amica a cui ha peraltro suggerito
subito un contrattacco- far divulgare le foto dai giornali dopo averle
‘ritoccate’ e accusare l’italiano di aver eseguito un fotomontaggio. Intanto si
sa come vanno le cose in Italia…
Non è solo una lettura da intrattenimento,
il romanzo di Veit Heinichen. E’ un ritratto tra il sardonico e l’ironico
dell’Italia dei tempi in cui viviamo. Un romanzo graffiante in cui, come in un
gioco di specchi, i comportamenti di chi ci governa vengono riprodotti in più
di un personaggio, gli scandali che occupano le prime pagine dei giornali
affiorano in riferimenti imitativi, lo stesso elemento della trama imperniato
sulle fotografie vere e contraffatte viene usato per mostrare due facce della
stessa medaglia- come l’opinione pubblica possa essere manipolata e
condizionata. L’economia italiana- le ricchezze accumulate con metodi
disinvolti, le truffe e i furti in un paese che, citando un recente intervento
del nostro premier, non è in crisi-,
la corruzione che si dà per scontata, l’assoluta mancanza di morale in ogni
campo: tutto questo è nel mirino dello scrittore tedesco. Non si salva nessuno,
in questo romanzo di Veit Heinichen. Lasciamo da parte i personaggi
direttamente coinvolti nei crimini e osserviamo come è cambiato il commissario protagonista
della serie. Proteo Laurenti aveva già avuto una storia d’amore con il
sostituto procuratore di Pola, ma era una relazione a distanza che non incideva
poi tanto sulla sua vita coniugale. Ora, però, è innamorato del suo medico
curante, una ragazza che ha l’età delle sue figlie. Cerca di evitare di
incontrarla nei luoghi in cui può imbattersi in qualcuno che conosce, ma
Trieste è piccola, il pettegolezzo è sulla bocca di tutti, perfino Marietta,
perfino il vecchio medico legale Galvano lanciano frecciate. E compaiono foto
compromettenti anche di Proteo e della sua fiamma…Ma dopotutto, se ci sono
ragazzine che chiamano ‘papi’ Berlusconi, perché no?
Anche la moglie di Laurenti ha
un’avventura: tutte quelle cene fuori, e la vacanza in mare con le amiche…Altro
che amica a fare lo skipper! Non è finita. La figlia Patrizia amoreggia con un
giovane che non è il padre della sua bambina di quattro mesi…
Quanto alla giornalista etiope
Miriam, il suo personaggio dà allo scrittore la possibilità di introdurre altri
temi di attualità- il razzismo degli italiani che è esploso con l’invasione
degli extracomunitari e l’alterazione del passato coloniale. Perché non è vero
che gli italiani siano sempre stati ‘brava gente’. Non è vero che sia stata una
fortuna per Etiopia e Somalia essere state occupate dagli italiani. E le
repressioni violente, e i gas tossici?
Ogni volta che leggo un romanzo ‘giallo’
di Veit Heinichen mi viene da pensare che sia necessario uno scrittore
straniero per svelare il lato oscuro dell’Italia. Che ci voglia un occhio
esterno per una maggiore obiettività, per un distacco più equo. E apprezzo il
coraggio di Veit Heinichen che sembra avere un atteggiamento del tutto diverso
da Donna Leon, la scrittrice americana che ambienta i suoi romanzi a Venezia e
che ha un protagonista che, per certi versi, assomiglia a Proteo Laurenti.
Donna Leon dice di non volere che i suoi libri siano tradotti in italiano per
timore di offendere il paese che la ospita. Possiamo dubitare, tuttavia, che
abbia timore di esporsi- paura che Veit Heinichen non ha. Non c’è malanimo,
nelle denunce di Heinichen. Piuttosto il dispiacere nel riscontrare gli aspetti
negativi di un paese che- lo avvertiamo- ama e che vorrebbe migliore.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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