Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
love story
FRESCO DI LETTURA
Maggie O’Farrell, “Il
tuo posto è qui”
Ed.
Guanda, trad. S. De Franco, pagg. 401, Euro 20,00
Quando si legge tanto, si sente il
bisogno di variare il genere di lettura e non c’è niente di meglio che una storia d’amore per ridare colori al
mondo dopo aver terminato un romanzo duro, una storia di crimini che non lascia
spazio a sentimenti che non siano di vendetta o di rivalsa, un romanzo che ha
solo il colore del sangue. Ero pronta a lasciarmi conquistare da Maggie
O’Farrell, pur con la solita punta di ansia che mi coglie quando incomincio un
nuovo libro di un autore che amo- mi deluderà? riuscirà a ‘reggere’ il paragone
con gli altri che ho già letto?
“Il tuo posto è qui” non segue una
cronologia lineare, la storia- o le varie storie- si alterna tra presente e vari strati di passato, per
l’uno o per l’altra dei due protagonisti che si incontrano in una maniera così
casuale che, quando succede nella realtà, si dice ‘come in un romanzo’: ad un
incrocio nel Donegal, la regione più
selvaggia e scarsamente abitata dell’Irlanda.
Claudette e il suo bambino hanno trovato lì ‘santuario’, un rifugio per nascondersi dal mondo,
dalla celebrità che soffocava la vita di Claudette, attrice e regista. Daniel Sullivan, professore di
linguistica di New York, un storia d’amore giovanile terminata drammaticamente
alle spalle, un matrimonio finito male e due figli che l’ex moglie gli
impedisce di vedere. Peccato, perché Daniel è straordinario con i bambini- lo
era con i suoi (il maschietto soffriva di eczema), lo è con il bimbo
balbuziente di Claudette, lo sarà con i due figli che avrà da Claudette. Daniel
è comunque un personaggio straordinario che
amiamo nella sua fallibilità, nella sua onestà con se stesso, nel suo
riconoscere le sue colpe. Quello di Daniel e Claudette è un grande amore, irto di difficoltà perché neppure Claudette ha un
carattere facile, perché il passato ritorna, perché Daniel si deve conquistare
con umiltà la comprensione e il perdono, perché ognuno dei due deve percorrere
un cammino di conoscenza. E’ per quello che la scena del romanzo cambia spesso,
ad un cammino interiore corrisponde-
erraticamente- un cammino in luoghi
diversi. Svezia, India, New York, California, Irlanda, lo spettacolare
Salar de Uyuni in Bolivia, il deserto di sale dove una conoscenza occasionale
suggerisce a Daniel quello che deve fare per riconquistare Claudette. I personaggi
di Maggie O’Farrell ci piacciono perché non
sono perfetti, perché ognuno di loro ha una crepa, l’alcolismo di Daniel,
il tomentoso eczema di Niall, la balbuzie di Ari, perfino l’arrogante sicurezza
di Claudette è un difetto. E allora li sentiamo vicini.Salar de Uyuni |
Non cambiano solo i luoghi ma anche i punti di vista, nel romanzo di Maggie
O’Farrell. Passiamo dall’uno all’altro, di capitolo in capitolo, senza mai
smarrirci o perdere il filo, apprezzando l’umanità
e l’empatia che la scrittrice mostra verso i personaggi, ascoltando le voci
dei bambini, soffrendo con Daniel, sorridendo delle stravaganze di Claudette,
godendo dell’eleganza della scrittura,
del lieve umorismo, della perfezione delle frasi. C’è una lezione finale di
vita che impariamo in questa storia di un amore imperfetto, di due persone che
hanno molto sofferto, che hanno rischiato di soccombere sotto i sensi di colpa,
che hanno lottato per restare a galla, che si separano e tornano insieme perché
solo insieme riescono a dare un senso alla vita. Ed è che “Dobbiamo puntare avanti, smetterla di inseguire quello che non
possiamo avere o abbiamo perduto”.
E
no, il nuovo romanzo di Maggie O’Farrell
non ha deluso le mie aspettative.
la recensione è pubblicata su www.stradanove.net
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