Voci da mondi diversi. Asia
cento sfumature di giallo
il libro ritrovato
Miguel Syjuco,
“Ilustrado”
Ed. Fazi, trad. Enrico Terrinoni, pagg. 469, Euro 19,50
Febbraio 2002.
Un cadavere viene ripescato dal fiume Hudson. Identità: Crispin Salvador, scrittore
filippino che viveva a New York e insegnava alla Columbia University dal 1972,
quando il presidente Marcos aveva imposto la legge marziale nel suo paese. Un
suo studente, Miguel Syjuco stesso, vuole scoprire che cosa ci sia dietro
questa morte improvvisa: suicidio? omicidio? perché Salvador stava scrivendo un
libro di cui non si trova traccia e che sarebbe stato un’aperta accusa contro
il malgoverno, le ruberie, la corruzione nelle Filippine. E allora la ricerca
della verità sulla morte di Salvador diventa anche la ricerca del manoscritto-
un pretesto per una ben altra ricerca, quella dell’identità di un paese che
fornisce, in definitiva, l’identità pure ai suoi abitanti, nonché ai suoi
portavoce, gli scrittori stessi.
Presidente Marcos |
“Ilustrado” è un
romanzo a strati, è un romanzo pirotecnico che non cessa di stupirci ad ogni
nuova esplosione di creatività. Ci sono tanti romanzi dentro “Ilustrado”, come
se uno solo non offrisse sufficienti possibilità per esplorare la realtà
variegata e complessa di centocinquanta anni di storia delle Filippine.
L’arcipelago fu colonizzato dagli spagnoli, passò sotto il dominio degli Stati
Uniti nel 1898, fu occupato dai
giapponesi dopo l’attacco a Pearl Harbour, e diventò indipendente, infine, nel
1946. Dopodiché ci furono ancora anni travagliati che culminarono con la
dittatura di Marcos e l’assassinio del leader dell’opposizione Benigno Aquino.
Il paese odierno, come appare nel romanzo di Syjuco, è un luogo in cui i molto
ricchi hanno a disposizione autisti, vivono in belle case con giardini e
mandano a studiare i figli all’estero (e se sono ricchi non sono di certo
onesti), mentre la capitale che ha la pretesa di voler uguagliare le grandi
città occidentali nasconde uno squallore senza pari: bisogna essere disperati
per rubare la copertura di ferro dei tombini nelle strade, così che un malcapitato
può essere risucchiato nelle fogne. Si guarda all’America, si imita l’America,
persino la lingua nazionale, il tagalog, sta scomparendo nelle Filippine,
soppiantata dall’inglese. Lo scrittore Syjuco, come il suo mentore Crispin
Salvador, si chiede se possa essere considerato filippino uno scrittore che
impiega l’inglese nelle sue opere.
Benigno Aquino jr. |
Crispin
Salvador- e diventa sempre più chiaro proseguendo la lettura- è il doppio di
Miguel Syjuco, che ne sta scrivendo la biografia. D’altra parte Crispin aveva
già scritto una sorta di sua autobiografia in un’opera intitolata
“Autoplagiario”, di cui leggiamo degli stralci, uno dei tanti romanzi dentro
“Ilustrado” (che non è la biografia di Salvador, si badi bene). Gli altri
romanzi di cui leggiamo frammenti sono un potpourri
della vastissima produzione di Crispin Salvador (da libri di avventura per
ragazzi a noir, dal genere fantasy ad altri molto rivelatori sulla sua vita),
ma ci sono anche articoli di giornale con interviste allo scrittore, il blog di
un critico letterario con l’aggiunta di varî post,
e ci sono pure filoni diversi nella narrativa che ci parla di Syjuco stesso, lo
studente ricercatore che è lui e che parte per le Filippine ‘in cerca di
Salvador’ (in uno degli estratti appare un personaggio di nome Pozzo, che è il
nome di uno dei due vagabondi in “Aspettando Godot”: ci sarebbe parecchio da
dire sulla simbologia dei nomi). Ci sono pagine in corsivo che parlano del suo
viaggio in aereo (a volte leggiamo una duplice versione di qualcosa, una raccontata
in prima persona e una in terza), ci sono i ricordi d’infanzia di lui e dei
cinque fratelli rimasti orfani dopo l’attentato in cui persero la vita i loro
genitori, dell’esilio in Canada e del nonno che ritornò nelle Filippine per
ricacciarsi nella politica, la relazione appena finita con una ragazza
americana, quella precedente da cui era nata una bambina (anche Crispin aveva
avuto una figlia).
Manila |
La linea di
separazione tra Miguel e Crispin si fa sempre più sottile: una conoscente di
Salvador con cui Miguel va a parlare si sbaglia e lo chiama ‘Crspinito’, le
ultime pagine del libro- che pensiamo siano di Miguel- sono firmate da Crispin
Salvador in viaggio per Manila e
contengono una rivelazione finale: “E con questa storia di possibilità, intrecciata
alle possibilità della finzione, ho intessuto la mia vita non vissuta”.
Vincitore di
parecchi premi, “Ilustrado” (gli ilustrados
erano l’élite nelle Filippine spagnole, in seguito avrebbero promosso il
nazionalismo) è un bellissimo romanzo che colpisce per la ricchezza
dell’immaginazione- persino nei dettagli delle note a pie’ pagina, tutte
assolutamente fittizie-, per la perfezione dell’architettura, per la vastità
del quadro. Un libro che non si dimentica. Da leggere.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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