giovedì 25 febbraio 2016

Martin Suter, “Il talento del cuoco” ed. 2013

                                                   Voci da mondi diversi. Svizzera
          noir
          il libro ritrovato

Martin Suter, “Il talento del cuoco”
Ed. Sellerio, trad. Emanuela Cervini, pagg. 331, Euro 16,00
Titolo originale: Der Koch


      Avrebbe preferito mantenere le distanze. Non sopportava di dover entrare nella loro intimità. Già prima era infastidito dal fatto che gli svizzeri non tenessero minimamente a preservare la loro sfera intima. Si baciavano in pubblico, parlavano di cose molto personali in tram, le ragazzine si vestivano come prostitute. Giornali, televisione, cinema e musica facevano continui riferimenti al sesso.
   Avrebbe preferito non sapere, non vedere, non sentire.

        Zurigo, marzo 2008. Il giovane Maravan, indiano tamil emigrato dallo Sri Lanka per sfuggire alla guerra, lavora come sguattero in un ristorante di lusso. Eppure le sue capacità sono ben altre, come ha modo di dimostrare in una cena che prepara per Andrea, una cameriera che lavora nel suo stesso locale. Maravan ha la cucina nel sangue, nell’anima, nell’olfatto, nel gusto. Per lui cucinare i piatti della sua terra non è solo un’arte. E’ un modo di vita (potremmo dire, ‘dimmi come o cosa mangi e ti dirò chi sei’), il mezzo per mantenere idealmente il legame con la sua famiglia (soprattutto con l’amata prozia da cui ha appreso a cucinare guardandola, quando era bambino) e con la sua cultura. E comunque il risultato della cena con Andrea non è stato solo finire la serata a letto con la ragazza: per una serie di cause entrambi perdono il posto e Andrea ha l’idea di lanciarsi, come soci, in un’impresa di catering. Sarà la Love Food, le loro cene a domicilio serviranno come terapia per le coppie in crisi, perché il menu consisterà di una serie di piatti preparati con sostanze naturali afrodisiache- Andrea è stata la prima a sperimentarne l’effetto. Unica condizione posta da Maravan: le coppie dei clienti devono essere sposate.

     Che il tema del cibo in quanto metafora per l’amore e per il gusto della vita sia stato ampiamente sfruttato nella letteratura e nel cinema- ricordiamo l’ineguagliabile “Pranzo di Babette” tratto dalla novella di Karen Blixen, il selvaggiamente cruento “Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante” di Peter Greenaway, il più delicato “Mangiare bere uomo donna” di Ang Lee o il più popolare e recente “Chocolat”- è cosa risaputa. Però Martin Suter sovverte in più di una maniera le regole del genere, scrivendo un romanzo insolito, pervaso di umorismo (una qualità per cui gli svizzeri non sono di certo famosi), divertente, leggero eppure tremendamente serio nel problema etico che affronta.

    “Il talento del cuoco” mette due culture  a confronto, e tuttavia lo sforzo per adeguarsi è soltanto da parte degli orientali- e non è unicamente perché sono ospiti nel paese che li ha accolti, piuttosto per la perenne convinzione occidentale di essere i migliori. Capovolgendo lo stereotipo, è Andrea ad essere gay (ecco spiegato il motivo per cui è certa del successo di Love Food) lasciando Maravan a dir poco perplesso quando glielo rivela. Tuttavia, se Maravan tende a pensare che le donne indiane mai si comporterebbero così, deve rivedere le sue idee quando conosce Sandana, la bella tamil che se ne va di casa perché non vuole sposare l’uomo che la famiglia ha scelto per lei. Sandana è nata in Svizzera, non vorrebbe tornare in una patria che non conosce, si ribella ai genitori ma non assomiglia affatto alle donne occidentali. Forse è il meglio dei due mondi. E Maravan merita il meglio. E’ un gran lavoratore perché ama il suo lavoro. Poco importa se non può concedersi varianti nel ‘menù del sesso’, Maravan crea ogni portata come se fosse la prima volta, con un istinto che non lo fa mai sbagliare. Maravan non ha ambizioni di ricchezza per sé: spedisce soldi a casa perché le notizie che arrivano dallo Sri Lanka sono tremende. Imperversa la guerra tra le Tigri Tamil e l’esercito, un suo giovanissimo nipote è stato reclutato come soldato-bambino, la prozia ha bisogno di medicine costose. Se Maravan scende a patti con la sua coscienza, facendo qualcosa che va contro i suoi principi, se viene meno alla condizione che è stato proprio lui a stabilire- cibo d’amore solo per coppie sposate-, lo fa perché non ha altre soluzioni. Per comprare la salute della prozia, per strappare il nipote alle Tigri.


     Lo sfondo del bel romanzo di Suter è lo scenario mondiale della crisi economica del 2008-2009, mentre Obama vince il suo primo mandato. Come per l’effetto farfalla, decisioni prese mangiando il cibo preparato da Maravan hanno conseguenze che spaziano dalla Svizzera all’America allo Sri Lanka. E, quando Maravan viene a conoscenza di una frazione di quanto accade, di come l’andamento della guerra civile nella sua patria possa derivare da traffici di persone che gustano il suo cibo d’amore, la sua coscienza gli impone un’azione contro- coscienza. Il finale è grandioso, viene voglia di applaudire. E non abbiate timore: Suter (o Maravan) non vi lascia a bocca asciutta, le ricette del menù d’amore sono nell’appendice.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it


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