Voci da mondi diversi. Svizzera
cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Martin Suter,
“Montecristo”
Ed.
Sellerio, trad. Marina Pugliano, pagg. 286, Euro 16,00
Chi non conosce il protagonista del
famoso romanzo di Dumas, l’Edmond Dantès che diventa conte di Montecristo? La
sua è una storia di avventure, con la fuga rocambolesca dall’isola su cui è
imprigionato e poi gli anni passati a preparare la vendetta contro chi era stato
la causa delle sue sventure. E’ un soggetto che può essere rimaneggiato e
ambientato in altri contesti- è quello che intende fare Jonas Brand, videoreporter
con un sogno nel cassetto, girare un film come regista trasportando la storia del
conte di Montecristo nelle carceri di Bangkock. Non ha mai trovato nessun
finanziatore, però, e deve accontentarsi di fare del giornalismo di bassa lega.
Finché…
Tutti gli avvenimenti che si succedono a
ritmo serrato sembrano non avere connessione l’uno con l’altro, in questo
intelligente e ottimo thriller bancario dello scrittore svizzero Martin Suter.
Si inizia con l’arresto in galleria del treno Intercity per Basilea su cui sta
viaggiando Jonas. Qualcuno ha tirato il freno di emergenza, una persona è
caduta sui binari. Un suicidio? Jonas fa delle riprese veloci con la
videocamera, registra frasi ciniche, accantona l’episodio. Poco tempo dopo
Jonas (un matrimonio fallito alle spalle) incontra un’affascinante ragazza dai
tratti asiatici che lavora per un’agenzia che organizza eventi- colpo di
fulmine per entrambi. E gli capita una cosa strana: si ritrova in mano due
banconote da cento franchi svizzeri con lo stesso numero di serie. Secondo la
banca che le ha emesse, sono entrambe autentiche. Come è possibile?
Da questo
momento la vicenda acquista velocità, diventa nerissima anche se la città si
imbianca di neve. Jonas ha mostrato le banconote solo a un paio di persone in
banca e subito dopo qualcuno ‘visita’ il suo appartamento, mettendo tutto
sossopra. Non basta: Jonas stesso viene aggredito per strada e la polizia pensa
che lui sia un mitomane. Ancora più inquietante: l’ingenuo e fiducioso (non lo
sarà più per molto) Jonas ha messo le banconote nella cassetta di sicurezza in
banca e, guarda un po’, ad un successivo esame una delle due banconote risulta
falsa. E adesso ipotizzate l’impensabile: se una banca deve coprire un grosso
ammanco, la via più facile non è forse emettere una doppia serie di banconote
con lo stesso numero? Statisticamente, quante sono le possibilità che ne
capitino due uguali in mano alla stessa persona e che questa se ne accorga? A
questo punto soltanto il nostro Jonas può continuare a credere che a lui- che
se ne è accorto e potrebbe far esplodere la bomba- non possa succedere nulla
perché, dopotutto, siamo in Svizzera, giusto? E Jonas cerca la consulenza di un
giornalista economico ormai fuori dal giro.
Questa è soltanto la prima parte di una
trama che procede allacciando tutti i diversi episodi a cui ho accennato-
l’uomo caduto dal treno, il film per cui spunta miracolosamente un
finanziatore, le banconote, il giornalista grassone, perfino il nuovo amore di
Jonas. Dall’algida Svizzera all’infuocata Bangkock, dalla città ad una fattoria
sperduta nella neve, e intanto si accumulano parecchi morti, inevitabili perché
il fine giustifica i mezzi, perché, come fa notare un banchiere a Jonas, “ha
idea di quante vite umane costerebbe la crisi che invece verrebbe evitata?”- evitata
se Jonas acconsente a distruggere la chiavetta usb che è rimasta a lui,
dinamite, come l’ha chiamata nel suo file il giornalista amico di Jonas.
I lettori come me, ingenua quanto Jonas
Brand, avrebbero preferito non sapere, continuare a credere di potersi fidare
del sistema bancario (nonostante le prove che abbiamo già avuto), pensare che
un romanzo come “Montecristo” sia pura distopia di un mondo impossibile. E
invece, con lo stesso humour nero che già abbiamo apprezzato ne “Il talento del
cuoco”, Martin Suter spalanca per noi le porte blindate delle banche svizzere,
ci fa entrare nella stretta cerchia dei consulenti finanziari internazionali,
ci toglie qualunque illusione che, nel mondo dei soldi e del potere, il fattore
umano possa essere tenuto in considerazione.
la recensione sarà pubblicata anche su www.stradanove.net
Sono ormai arrivata alla fine del romanzo mi mancano poche pagine e mi sono fatta così coinvolgere da sentirmi io Jonas, di provare anch'io paura, di condividere fino ad adesso le sue scelte che non so se condividero' fino alla fine
RispondiEliminaAggiorno il mio commento e confermo l'ultima frase non condivido la scelta finale di Jonas ma forse perché io non scendo mai a compromessi con la mia coscienza
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