venerdì 11 marzo 2022

Isabel Allende, “Violeta” ed. 2022

                                 Voci da mondi diversi. America Latina

             saga

Isabel Allende, “Violeta”

Ed. Feltrinelli, trad. Elena Liverani, pagg. 354, Euro 20,00

 

      Inizia con il terremoto del 1920 che sconvolge il Cile, la vita di Violeta del Valle, unica femmina dopo cinque fratelli maschi. E con la sua nascita inizia il romanzo che è la storia della sua vita, lunga 100 anni- un secolo, dunque, di vicende personali, di cambiamenti nella vita privata e in Cile, un secolo che era necessario alla scrittrice per tacitare la sua urgenza interiore di riassumere esperienze fatte, sentimenti, gioie e dolori nel vasto quadro di quanto succede intorno alla protagonista. Un romanzo che è una carrellata di avvenimenti che non devono cadere nella dimenticanza.

     Una pandemia all’inizio e alla fine- la terribile Spagnola e il Covid, con tutte le somiglianze tra i sintomi e letali conseguenze. La famiglia del Valle scampa al contagio, grazie a quello che, nel linguaggio a cui ora ci siamo abituati, chiameremmo un ‘lockdown’ privato, non riesce invece a sfuggire ad un’altra catastrofe, il crollo della Borsa del 1929 che segna il declino della famiglia, ‘dalle stelle alle stalle’, per così dire. La famiglia di Violeta deve abbandonare tutto, deve anche far perdere le tracce ai creditori e si rifugia a Nahuel presso degli amici, in un totale isolamento agreste. Violeta, che non è più la bambina viziata per cui si era dovuto far arrivare un’istitutrice inglese, diventa grande a Nahuel, lì sarà corteggiata da un giovane veterinario di origine tedesca, lo sposerà cedendo alle sue insistenze, pur non essendo innamorata.


    Mi fermo, non intendo rovinare il gusto della lettura e sarebbe pure impossibile riassumere il romanzo che pullula di personaggi vividi, impossibili da dimenticare- il fratello maggiore di Violeta che prende in mano le redini della famiglia e si lancerà nell’impresa redditizia di costruire case di legno prefabbricate, l’istitutrice inglese che rifiuta il suo amore perché scopre di amare un’amica, la femminista Teresa che porterà avanti la lotta per i diritti delle donne, il gigantesco Torito che, nonostante sia un poco ritardato, salverà Violeta da un’aggressione e, anni dopo, guiderà in salvo suo figlio oltre confine, l’uomo che suscita in Violeta una passione così divampante da farle abbandonare il marito e sopportare tradimenti e violenze, altri uomini che entrano nella vita di Violeta, il figlio vessato dal padre che lo vorrebbe un vero ‘macho’ e la figlia che finirà per perdersi…e poi lei, Violeta, bella, appassionata, intelligente imprenditrice, che si dedica al nipote con tutta l’attenzione che è stata incapace di rivolgere ai figli.


     La storia dei travagli del Cile è il movimentato sfondo delle vicende di Violeta. Come non bastassero i terremoti che sembrano avvenire ciclicamente, ci sono gli scossoni politici a turbare il paese- dal governo socialista del mai nominato Salvador Allende al colpo di stato dei militari, l’atmosfera si surriscalda, la vita diventa pericolosa, gli oppositori vengono arrestati, scompaiono, proprio come nella vicina Argentina le madri dei ‘desaparecidos’ manifestano nelle piazze. È questa una parte molto viva e sofferta del romanzo, la mancanza di libertà e la paura costante sono opprimenti.

    Un romanzo di Isabel Allende è sempre una lettura piacevole. “Violeta” non porta il soffio di novità del romanzo che ha reso famosa la scrittrice, “La casa degli spiriti”. Non ne ha l’effervescenza e la brillantezza. Ha lo stile pacato che ben si addice alla maturità acquisita della scrittrice, ha la levigatezza che rivela padronanza e maestria, ha una ricchezza di personaggi che è indice di inventiva e capacità di osservazione.

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