domenica 19 dicembre 2021

Margaret Atwood, “Lesioni personali” ed. 2021

                                                      Voci da mondi diversi. Canada

Margaret Atwood, “Lesioni personali”

Ed. Ponte alle Grazie, trad. Guido Calza, pagg. 363, Euro 18,50

 

     Rennie, poco più che trentenne, è una giornalista di lifestyle- scrive articoli leggeri, di viaggi e di moda. Qualcosa di serio e di inaspettato viene a sconvolgere la sua vita. Deve subire un intervento di mastectomia per un tumore al seno. Come ci si abitua ad un corpo menomato, quando si è così giovani? Come cambia l’amore, il sesso, il rapporto con il proprio uomo? Presto detto. Jake si allontana da lei e lei, con una reazione tipica, quasi di transfer, pensa di essere innamorata del chirurgo gentile che l’ha operata. Il quale è sposato, sposatissimo, con tre bambini e uno in arrivo, e che sembra rispondere alle sue avances per consolarla, per aiutarla a riprendersi.

È così che Rennie prende la decisione di sollecitare un invio in qualche isola lontana, per scrivere uno dei suoi articoli. Lontana e sconosciuta- St. Antoine nei Caraibi.


     Il volo, con scalo a Barbados, è già di per sé un’avventura. Quando poi Rennie arriva nell’isola e si registra nell’albergo economico che il budget le concede, iniziano le sorprese. Camera squallida, pasti al limite dell’immangiabile, è guardata con diffidenza e perfino con ostilità dai locali. In questa atmosfera per niente consolatoria, Rennie fa la conoscenza con una donna, Lora, che le mostra simpatia e la introduce alle usanze del posto. È troppo fiduciosa, Rennie. Cresciuta in un ambiente provinciale e rigidamente moraleggiante e religioso, niente l’ha preparata alle basilari regole per la sopravvivenza. Con un’ingenuità che ci fa sussultare, accetta di ritirare un pacco all’aeroporto. Non è capace di rifiutare, si accontenta della spiegazione che Lora è già stata vista troppe volte a ritirare pacchi del genere che- a dire di Lora- contengono medicine per una persona anziana che altrimenti morirebbe. Si può dire di no? Si può, ma Rennie acconsente, stupendosi che la trafila non sia la solita, presentando uno scontrino, stupendosi ancora di più quando si accorge che il pacco è grosso e molto pesante. E adesso come farà a consegnarlo? Per il momento lo nasconde in camera, sotto il letto. E ancora si stupisce quando, dopo essersi assentata, trova la camera messa a soqquadro e il pacco aperto. Tastando all’interno, Rennie tocca qualcosa di metallico…

    Forse Rennie è ancora peggio di Candide, questo è solo l’inizio. Sull’isola tutti sanno, o credono di sapere tutto di lei. Nessuno crede che sia una giornalista, pensano faccia parte della CIA. Perché questo è un momento politico di incertezza sull’isola. E Rennie viene avvicinata da un uomo politico, uno dei tre che si contendono il governo e che lei aveva già incontrato sull’aereo, e da un affascinante e alquanto ambiguo americano.


    “Lesioni personali”, pubblicato per la prima volta nel 1981, con uno stile a tratti comico, a tratti satirico per diventare poi di una brutalità terrificante, con una protagonista che ha qualcosa di alcuni personaggi di Graham Greene al femminile, tratta della violenza, e a vari livelli. C’è la violenza di una educazione costrittiva e limitante e poi quella della malattia, c’è la violenza subdola dello sconosciuto che è entrato in casa di Rennie a Toronto, non ha rubato nulla ma ha lasciato una corda arrotolata sul suo letto, e dell’altro che è penetrato nella sua stanza di albergo, c’è infine la violenza sull’isola, che dapprima si esprime con una cupa atmosfera di sospetto e di presagi ed esplode poi, dopo le elezioni, in una sommossa e in una costellazione di delitti. 

   Chi ha amato i grandi romanzi di Margaret Atwood, da “La storia dell’ancella” che segnò un’epoca, a “L’assassino cieco”, “L’altra Grace”, fino al recente “I testamenti” (vincitore del Booker Prize 2019), non può non restare un poco deluso da “Lesioni personali”. Dopo un inizio in cui il lettore prova simpatia per la protagonista che affronta il trauma di un cambiamento difficile per qualunque donna, la trama si sfilaccia, diventa perfino poco credibile. E siamo sollevati, alla fine, riaccompagnando Rennie in Canada. La straordinaria esperienza, il confronto con situazioni altre dalla sua, la fanno riflettere che, nonostante tutto, lei “è fortunata. Trabocca di fortuna.”

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