venerdì 17 dicembre 2021

Abdulrazak Gurnah, “Sulla riva del mare” ed. 2021

                                                   Voci da mondi diversi. Africa

    premio Nobel

Abdulrazak Gurnah, “Sulla riva del mare”

Ed. La Nave di Teseo, trad. A. Cristofori, pagg. 384, Euro 19,00

 

  Il sessantacinquenne Saleh Omar arriva all’aeroporto di Gatwick, a Londra, da Zanzibar. Non ha un visto d’ingresso, sul passaporto risulta con il nome di Rajab Shaaban Mahmud. Non parla inglese. Sa una sola parola, ‘asylum’- chiede asilo come rifugiato politico.

     Sono due le menzogne che lo riguardano. Il nome e la dichiarazione di non sapere l’inglese. Spiegherà in seguito come e perché abbia preso l’identità del suo nemico, sapremo invece presto che è stata la persona che gli ha procurato i documenti falsi a dirgli di fingere di non capire e di non saper parlare inglese.

     Le prime esperienze di Saleh Omar in Inghilterra non sono positive. Il funzionario che perlustra il suo misero bagaglio (per ironia della sorte un immigrato pure lui, dalla Romania) intasca la cosa a cui Omar teneva di più, una scatoletta con il poco oud (una sorta di incenso dall’aroma unico) che gli era rimasto. È l’essenza della sua terra che gli viene rubata, dopo che già ha perso il suo nome e la sua lingua e la sua cultura. Ed è la prova che la corruzione dilaga ovunque. Quando Omar viene accompagnato nella casa dove dovrà alloggiare, lo aspetta un’altra delusione. La signora che lo ospita è rozza e incurante, la casa è sporca, i servizi igienici nauseabondi. Non che Omar si aspettasse un albergo a cinque stelle, ma perfino il luogo dove era stato internato prima era meglio. Soltanto la giovane donna dei servizi sociali che si dà da fare per trovare un interprete (prima che lui le riveli di non averne bisogno) è amichevole, allegra, simpatizzante e sensibile.


    Il professore Latif Mahmud che era stato contattato perché facesse da interprete è l’altro protagonista, l’altro narratore di questa storia di due famiglie e di un paese ‘sulla riva del mare’. È curioso, Latif Mahmud, curioso di sapere chi sia ( e forse ne ha un’idea) l’uomo che ha usurpato il nome di suo padre. E, quando si incontrano, si riconoscono.

    A turno Latif e Omar raccontano ognuno la sua storia, quella di due famiglie che sono entrambe coinvolte in un imbroglio macchinato da un mercante seducente e fascinoso che era poi scomparso. Al suo seguito era scomparso anche il fratello maggiore di Latif. È una storia ingarbugliata che segue le stagioni del musim, il vento dei commerci, che inizia con grandi ricchezze, con un prestito garantito dal possedimento di una casa, con un passaggio di carte, per finire poi nella rovina della famiglia truffata, nell’umiliazione di un padre e marito che già deve sopportare i tradimenti della moglie.

     Il tema del tradimento è l’asse portante del romanzo. Un fratello che tradisce l’intera famiglia, una moglie che tradisce il marito, il tradimento di chi si pensava fosse un amico, tradimento delle aspettative famigliari da parte di Latif quando va a studiare nella DDR, e chissà chi ha tradito Omar facendolo finire in prigione per anni. E insieme a questo, strettamente connesso con questo, il tema dell'esilio e dell'estraniamento, dell'individuo che non sa più a che mondo appartiene.


     Trovano un’intesa i due immigrati dal Zanzibar sulla riva di un altro mare? Riusciranno a perdonarsi? Che vita aspetta Saleh Omar, considerando la sua età (il funzionario ladro, all’aeroporto, glielo aveva fatto notare), se la vita di Latif, che ha lasciato Zanzibar a diciassette anni, è quella di un perenne esilio? E allora i due mari, quello di partenza e quello di approdo, acquistano il valore di una metafora, simbolo di una provvisorietà dove non si possono mettere radici, di un luogo in cui non si può coltivare niente e in cui non cresce niente.

     Quando si legge un libro in traduzione, resta sempre qualche dubbio: la difficoltà che troviamo nel distinguere le due voci di “Sulla riva del mare”, si avvertirebbe di meno o forse non si avvertirebbe affatto se lo leggessimo in lingua originale?

Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook



Nessun commento:

Posta un commento