Voci da mondi diversi. Area germanica
biografia romanzata
Nicole C. Vosseler, “Il botanico inglese”
Ed. Beat, trad. Metella Paterlini e
Roberta Scarabelli, pagg. 425, Euro 18,00
…per gli avventurieri dello
spirito, per i quali nessun mare è troppo grande, nessuna montagna troppo alta
e nessuna strada troppo lunga.
Questa la dedica de “Il botanico
inglese” della scrittrice tedesca Nicole Vosseler. E se siete un sognatore, un
avventuriero dello spirito, questo è il vostro libro. Inizierete a leggerlo e
non interromperete la lettura finché non lo avrete terminato.
Robert Fortune, il botanico protagonista del romanzo, è veramente
esistito. Fu inviato in Asia dalla Horticultural Society di Londra per studiare
le piante dei paesi orientali, viaggiò per tutta la Cina dal 1843 al 1846
documentando quello che vedeva, e svolgendo poi un altro incarico, ben più
delicato, quasi una missione segreta. Era un ‘cacciatore di piante’. Era stato
mandato in Cina con il compito di procurarsi (di rubare) delle pianticelle di
tè. Se si fossero riuscite a fare delle piantagioni di tè in India (già
protettorato britannico), l’Inghilterra si sarebbe affrancata dal monopolio
cinese del commercio del tè, diventata ormai la bevanda preferita,
l’irrinunciabile ‘five o’clock tea’ inglese. E Robert Fortune riuscì
nell’impresa.
Che cosa succede, quali sono le difficoltà da superare, i sentimenti, le
nostalgie, i sogni di un uomo che affronta l’ignoto a metà del secolo XIX, che
deve restare lontano dagli affetti famigliari per tre anni? in tempi di posta
elettronica e di facili telefonate facciamo fatica ad immaginare lo spaesamento
e la solitudine e gli affetti affidati a lettere che potevano avere la stessa
sorte di un messaggio dentro una bottiglia scagliata tra le onde. Qualunque
messaggio sarebbe stato superato nel momento che fosse giunto a destinazione (se fosse giunto a destinazione). E a
questo punto intervengono l’inventiva e l’empatia della scrittrice, che si
immedesima in Robert, nella moglie Jane, in Lian, l’insolita ragazza cinese da
cui Robert si sente- suo malgrado, in lotta con se stesso- irresistibilmente
attratto.
Uno dei fascini del romanzo è nelle diverse narrative- diversi punti di
vista, diverse reazioni, stili diversi, informazioni sulla flora e sul
linguaggio dei fiori, scambio di lettere tra Robert e la moglie, stralci degli
appunti di Robert con registrazione del clima e della temperatura nonché
descrizioni del paesaggio, un racconto in terza persona delle giornate e degli
incontri di Robert- con persone e con fiori-, un racconto (sempre in terza
persona e in corsivo) della solitudine di Jane e infine quello in prima persona
di Lian, singolare personaggio, una jianghu,
una sorta di Robin Hood che pratica le arti marziali, una Lisbeth Salander con
una spada sulla schiena.
Quello di Robert Fortune è un viaggio di formazione insolito, che non ha
uguali tra gli usuali viaggi ottocenteschi. Lui, Robert, è un uomo e un
personaggio insolito, con quella particolare sensibilità che lo porta a
cogliere la bellezza anche in un filo d’erba. Robert cammina a testa bassa,
scruta tra le foglie, pronto a scorgere il colore di un fiore e a incantarsi-
lui stesso si chiede se ci sia qualcosa di femmineo in lui, ma è un dubbio che
può venire solo a chi si ferma agli stereotipi. Di certo la strana ragazza
cinese che sembra un ragazzo e che lo salva da un primo attacco di banditucoli
è la sua migliore controparte- ne è un esempio la scena in cui si invertono i
ruoli ed è Lian che cerca di insegnare a Robert a combattere, con un Robert
che, no, proprio non se la sente di colpire una donna, neppure in una
schermaglia giocosa.
Romanzo che ci addentra nella cultura cinese, romanzo d’avventura ricco
di pericoli, testo di botanica che trabocca di poesia, storia d’amore tanto più
grande perché- lo sappiamo- destinato a finire, “Il botanico inglese” è un
libro per tutti quelli che subiscono il fascino dell’Oriente, per chi ama i
fiori, per chi predilige le storie vere anche se colorate da un pizzico di
invenzione, per chi pensa che una spruzzata d’amore sia necessaria.
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