Voci da mondi diversi. Asia
romanzo di formazione
FRESCO DI LETTURA
Mitsuyo Kakuta, “La ragazza dell’altra riva”
Ed. Neri Pozza, trad. Gianluca
Coci, pagg. 330, Euro 18,00
Due giovani donne, Sayoko e Aoi. Non si
conoscono. Quando si incontreranno, scopriranno di avere entrambe 35 annie di
aver frequentato la stessa università- forse, allora, si saranno incrociate nei
corridoi, o in mensa. Hanno avuto due vite diverse, sono molto diverse. Oppure no? le accomuna la solitudine interiore
a cui una reagisce chiudendosi in se stessa e l’altra con una serie di
iniziative brillanti solo in apparenza. Sayoko è sposata e ha una bimba di tre
anni. Ha lasciato il lavoro subito dopo il matrimonio, pensa che per essere una
brava mamma lei debba restare a casa e badare personalmente ad Akari. E
tuttavia le pare che il mondo le si stia chiudendo intorno. Quando porta Akari
a giocare al parco, Sayoko ha provato a intrattenersi con le altre mamme, non
ci riesce ed Akari gioca sempre da sola- l’incapacità di relazionarsi della
madre si riflette nella figlia. Forse la soluzione è di trovare un lavoro e
iscrivere Akari all’asilo. Sayoko risponde ad un’inserzione: è così che conosce
Aoi che dirige una piccola agenzia che un tempo si occupava di organizzare
viaggi turistici all’estero. C’è meno gente che viaggia adesso e Aoi ha
trasformato gli obiettivi dell’agenzia in un’offerta di servizi di sorveglianza
delle case i cui proprietari si assentano per periodi più o meno lunghi.
Almeno, questo è quello che Aoi dice a Sayoko.
Sayoko si lascia conquistare da Aoi, dalla
sua affabilità e disponibilità. Forse vede in lei quella che lei stessa sarebbe
potuta diventare se non si fosse sposata, le piace l’impressione di amicizia
che Aoi le dà, intravvede la possibilità di cambiare se stessa e la sua vita. E
accetta il lavoro che è tutt’ altro da quello che si aspettava e a cui poteva
ambire. Non dovrà semplicemente dare aria a un appartamento chiuso, dare una
spolverata, innaffiare le piante. Farà la donna delle pulizie. E pulizie
pesanti in case di una sporcizia incredibile e nauseabonda. Perché lo fa? vale
la pena acquistare un poco di indipendenza a prezzo dei pianti di Akari, dei
malumori del marito, delle critiche della suocera?
Quanto ad Aoi, in apparenza così spensierata e ottimista, la storia del
suo passato ci viene raccontata in un filone che scorre parallelo al presente
in cui Sayoko impara a ritagliare del tempo per sé e sembra allontanarsi un
poco dal marito. Il passato di Aoi ci
parla di isolamento, bullismo, un’amicizia troppo stretta con una compagna di
scuola, di un avvenimento tragico.
Sono parecchi i messaggi contenuti ne “La
ragazza dell’altra riva”, romanzo che Mitsuyo Kakuta ha pubblicato in Giappone
nel 2004, ben prima de “La cicala dell’ottavo giorno” che ha vinto il premio
Chuo Koron. In un certo senso “La ragazza dell’altra riva” è un doppio romanzo
di formazione che mette in guardia contro i pericoli dei soprusi scolastici e
che esamina la condizione della donna, lacerata tra il desiderio di trovare una
sua dimensione nel mondo del lavoro e il timore di non essere una buona madre
se affida i propri figli in mani estranee. I sentimenti e i sensi di colpa sono
gli stessi, e lo riconosciamo con leggero stupore, nel lontano Giappone e in
Italia. Le obiezioni dei mariti sono le stesse e i comportamenti delle suocere
pure. E’ interessante che Mitsuyo Kakuta abbia scelto un lavoro così poco
gratificante e niente affatto intellettuale per la sua protagonista che si
affaccia di nuovo al mondo. Il significato è fin troppo chiaro- non importa che
cosa si faccia, basta farlo bene, basta uscire dalle quattro mura domestiche
che tengono prigioniere. Ci convince di meno il personaggio di Aoi che resta
sempre egocentrica e immatura.
Il romanzo di Mitsuyo Kakuta si
legge facilmente, ma è lontano dalle sottigliezze, dalla tensione e dalla
profondità de “La cicala dell’ottavo giorno”.
Sotto l'etichetta Voci da mondi diversi. Asia si trovano la recensione de "La cicala dell'ottavo giorno" e l'intervista con Mitsuyo Kakuta nel novembre del 2014.
Nessun commento:
Posta un commento