Voci da mondi diversi. Area germanica
Shoah
seconda guerra mondiale
Albrecht Goes, “Il sacrificio del fuoco”
Ed. La Giuntina, trad. Giada D’Elia,
pagg. 50, Euro 10,00
E’ straordinaria, la capacità di Albrecht
Goes, pastore luterano che prestò servizio come cappellano militare durante la
seconda guerra mondiale pregando per la sconfitta dei tedeschi, di dire tanto
in un romanzo di poche pagine, di condensare in una breve storia domande che
continuano a martellare nella nostra mente dopo aver terminato la lettura. Era
successo quando avevamo letto “Notte inquieta”, succede ancora con “Il
sacrificio del fuoco” (prima edizione in tedesco nel 1954 e appena pubblicato
dalla casa editrice Giuntina).
Una donna racconta al bibliotecario che ha preso in affitto una alloggio
presso di lei. E' la moglie del macellaio ed è una donna tormentata, ha il viso segnato dalla cicatrice di un’ustione. E’ titubante. Inizia
con una domanda, “Rievocare l’accaduto: ma a quale scopo?”. Si risponde da sola-
non è per continuare ad odiare ma perché sia un avvertimento a non superare mai
un certo limite. Aggiunge: “Abbiamo dimenticato”, poi in parte corregge la nota
negativa della dimenticanza con un’altra domanda, “come potrebbe vivere chi non
può dimenticare?”, per rettificare ancora: “Talvolta deve pur esserci qualcuno
che ricorda”.
Il pensiero della signora Walker è rivolto al passato, al tempo in cui
lei sapeva poco degli ebrei. Conosceva un paio di famiglie, poi erano
scomparse. Nessuno si faceva domande- sì, ora lo sa che era sbagliato, che
avrebbero dovuto farsi domande, ma ci si
abitua a tutto. Si era stupita la prima volta che una cliente era
entrata nel negozio con la stella gialla cucita sul cappotto. Si era abituata
anche a quello. Un giorno- era già il 1940 e suo marito era stato chiamato in
guerra- due uomini della direzione politica erano entrati in negozio e le
avevano comunicato l’ordine del Gauleiter: la sua sarebbe diventata una
macelleria ebraica. Tutti gli ebrei della città avrebbero potuto comprare la
carne solo da lei e solo il venerdì dalle cinque alle sette di sera- l’ora in
cui si accendono le candele e si dà il benvenuto al sabato, ma neppure quello
lei sapeva, lo aveva capito dopo. Mentre gli altri clienti lanciavano frasi di
scherno nei confronti degli ‘sporchi’ ebrei, lei, la moglie del macellaio,
aveva invece imparato a conoscerli, a offrire loro, nei limiti del possibile,
qualche grammo di carne in più di quello concesso dalle tessere annonarie, a
schermarli quando entravano le arroganti camicie brune, a partecipare lei
stessa alla riverente preghiera dell’inizio del sabato. E poi c’è la storia
della carrozzina, il punto di volta della vita della signora Walker, quello che
la fa decidere che lei, proprio lei, deve offrirsi come vittima sacrificale, una
vita per tutte quelle portate via, perché “se succede questo nel mondo, le cose
non possono migliorare”.
Non è sola a raccontare, la signora Walker.
E quello che ricorda non lo dice soltanto a voce. C’è anche una sua lettera,
perché a volte è più facile scrivere che parlare, e c’è un’altra lettera che
colma la storia e spiega la cicatrice sulla guancia. Questa lettera arriva
dall’Inghilterra ed è scritta dal padre di Sabine, la ragazza del bibliotecario
che la moglie del macellaio ha riconosciuto all’istante quando l’ha incontrata-
ma come, se Sabine non l’ha mai vista? Come fa
a sapere il suo nome? Come mai le ha chiesto di suo padre? Come fa a
conoscerlo?
C’è una sorta di postilla alla storia della signora Walker, una tessera
del puzzle che il bibliotecario trova su un’inserzione su un vecchio giornale
che annuncia la riapertura della macelleria.
E’ indicato un versetto della
Bibbia, “Mosé guardò, ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma non si
consumava”. E il bibliotecario capisce che c’è un piano superiore, che
l’immolazione della signora Walker non è stato accettata perché Dio aveva in
mente un altro disegno per lei, per tutti. Non serve annullare la colpa nel
fuoco. Servono “un’anima angosciata e un cuore spezzato”.
Un piccolo libro essenziale e bellissimo.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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