Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Laura Lippman, “Ogni cosa è segreta”
Ed. Neri Pozza, trad. L. Piussi,
pagg. 427, Euro 13,88
Il nucleo centrale dell’azione avviene
sette anni prima ed è contenuto in un breve capitolo iniziale. E’ il 17 luglio, fa caldo a Baltimora. Due bambine di undici anni
stanno tornando a casa da una festicciola sul bordo di una piscina. Sono sole,
vedono una carrozzina sul portico di una casa, in cima ad una rampa di scale. Nessuno
nelle vicinanze. Decidono che il bambino dentro la carrozzina è in pericolo e
che devono essere loro a prendersene cura. Alla fine del prologo sappiamo che Olivia Barnes è morta e che le due
bambine sono state in strutture carcerarie per minori per sette anni.
“Ogni cosa è segreta” di Laura Lippman si
svolge nell’arco dei sette mesi- tra aprile e ottobre- di quei sette anni dopo
la morte di Olivia quando Alice e Ronnie
vengono rilasciate. Non sono più due bambine, è ovvio. Impariamo a
conoscerle a poco a poco- la grassa, quasi obesa, bionda Alice e la magra e
bruna Ronnie. Alice, figlia di madre single che fa l’insegnante ed è un po’
troppo incline alla comprensione, e Ronnie, cresciuta in una famiglia
disastrata. Alice che mente dicendo che esce ogni giorno in cerca di lavoro,
mentre invece girovaga apparentemente senza meta, e Ronnie che trova lavoro in
un locale che vende bagel di ogni tipo. Che futuro potranno avere le due
ragazze che hanno bruciato gli anni delicati di passaggio dall’infanzia
all’adolescenza, anche se il loro nome non è mai stato rivelato? E che cosa è successo quel 17 luglio?
Possibile che due bambine abbiano ucciso un’altra bambina? O si era trattato di
un caso di ‘morte in culla’? e c’entrava il fatto che la bambina fosse di
colore? C’entrava il fatto che Alice e Ronnie fossero bianche nella pena-
troppo lieve secondo la madre di Olivia- che avevano dovuto scontare?
In coincidenza con il ritorno a casa di
Alice e Ronnie, si verificano un paio di casi di bambine scomparse. L’allarme
rientra quasi subito, le bambine, tutte sui tre anni, vengono ritrovate. Non è
successo loro niente, sono troppo piccole per dare spiegazioni. Poi ne scompare un’altra e questa non viene
ritrovata. Ha la pelle color caffellatte e riccioli color ambra. La madre di
Olivia segnala che la bimba assomiglia alla sua
bambina, quella che è nata dopo la morte di Olivia, sostiene che chi l’ha
rapita voleva in realtà rapire di nuovo la
sua, di bambina.
A Laura Lippman interessa la psicologia dei suoi personaggi e,
mentre gira intorno alle due ragazze, ritornando sempre a quel 17 luglio di
sette anni prima, scava anche nell’anima e nella mente della madre di Olivia
(figlia di un noto giudice di colore), della poliziotta Nancy (era stata lei a
trovare il corpicino di Olivia), dell’avvocato difensore di Alice, della madre
di Alice- quanti segreti nasconde Alice? Chi dice la verità- ci sono due Ronnie, una buona e una cattiva (come sostiene Alice)
o ci sono due Alice?
Sorpresa finale
(forse un poco troppo sorprendente), sullo sfondo una Baltimora razzista e molto violenta- già ce lo aveva detto la
scrittrice, durante un’intervista in occasione della pubblicazione de “I morti
lo sanno”.
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