Voci da mondi diversi. Area germanica
FRESCO DI LETTURA
Olga Grjasnowa, “Tutti i russi amano le betulle”
Ed. Keller, trad. Fabio
Cremonesi, pagg. 288, Euro 16,00
“Tutti i russi amano le betulle”- è vero?
non è vero? E’ un luogo comune, uno stereotipo che fa credere di sapere tutto
sui russi, di averli catalogati. Come dire che i liguri, o gli scozzesi, sono
tirchi. E’ una frase che spunta in uno dei tanti dialoghi del romanzo di Olga
Grjasnowa, un libro così ricco di gente diversa, di provenienza e lingue e
culture diverse in un mondo che all’improvviso sembra diventato piccolo e
ripetitivo- conflitti già vissuti rispuntano fuori in qualche altra parte della
terra dopo che si sono spenti altrove.
La protagonista si chiama Masha, vive a Francoforte con il suo ragazzo,
Elias. Masha è un’azera ebrea che viene da Baku, a tratti nei suoi ricordi
affioreranno i giorni di guerra incomprensibili per lei bambina, quando
l’Azerbaijan era in lotta con il Nagorno Karabakh che si dichiarò indipendente
nel 1991, mentre le forze armene occupavano ben sette provincie dell’Azerbaijan
per ricondurle nel 1994 entro il territorio del Nagorno Karabakh. Masha ricorda
di essere stata portata a casa della nonna, ricorda pogrom contro gli armeni,
ricorda la paura. Sono questi ricordi che la portano ad affiancare i più
deboli?
All’inizio del libro Masha studia
per diventare interprete, conosce già cinque lingue. Poi Elias ha un banale
incidente, si rompe una gamba. Pare impossibile che, di questi tempi, un
ragazzo giovane possa morire per una ferita che si infetta. Come durante la
guerra- dice qualcuno. E a Masha viene a mancare la voglia di vivere. Ambiva ad
un incarico all’Onu, si accontenta di un posto come interprete in Israele, da
lì finirà nella striscia di Gaza.
Elias, che scompare presto dalla scena, è
l’unico personaggio che non ‘proviene’ da nessun altro luogo. Tutti gli altri
hanno scenari molto varii alle spalle- Sami, l’ex ragazzo di Masha è nato a
Beirut e solo questo dettaglio gli crea problemi quando deve chiedere un visto
per gli Stati Uniti, ci sono poi un turco (gay), una ragazza israeliana, un
giovane palestinese. Sono tutti uniti tra di loro dalla giovinezza, da una
fratellanza di ideali che superano la contingenza degli estremismi, che
guardano ad un mondo di pace e di uguaglianza.
Baku |
Olga Grjasnowa è giovane (è nata nel 1984 a
Baku) ed in parte si rispecchia nella sua giovane protagonista. Il suo romanzo
ha l’esuberanza e quel misto di eccitazione e tristezza che appartiene alla
gioventù, quella voglia di provare nuove esperienze, quell’apertura alle
possibilità della vita e alle nuove conoscenze che è propria di chi si affaccia
al mondo e che, se ne ha già conosciuto gli aspetti negativi, crede però che ci
sia una riserva di bellezza e di bontà che di certo appianerà conflitti e
divergenze. E’ anche un romanzo un poco frammentario e disuguale, a tratti
realistico, a tratti sentimentale, interessante quando rievoca la storia dei
conflitti tra azeri, armeni ed ebrei in un’area geografica di cui non sappiamo
molto, più scontato quando affronta lo scottante tema palestinese.
“Tutti i russi amano le betulle” si è
aggiudicato il premio Klaus-Michael Kuehne e il premio Anna Seghers.
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