Casa nostra. Qui Italia
cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Giampaolo Simi, “Cosa resta di noi”
Ed. Sellerio, pagg. 300, Euro
14,00
Ho chiamato Guia pensando di dirle che c’era
tanta neve, sul mare, e che doveva vederla, e che per vedere com’era bello
doveva tornare qui, ma presto, prima che si sciogliesse. Ma Guia aveva il
telefono staccato. Quanto ad Anna, non mi azzardavo certo a cercarla. Qualsiasi
contatto, dal giorno prima, attizzava il fuoco della colpa che si stava
spegnendo nella quiete della neve.
Viareggio. Edo e Guia. Una coppia, ma non una coppia come tante. Lei,
molto bella, molto signorile, di cognome fa Bardi, una ricca famiglia di Firenze.
Lui non ha terminato gli studi, faceva il bagnino quando Guia l’ha conosciuto.
Lei fa la scrittrice e abita per lo più a Roma, raggiungendo il marito in treno
il più spesso possibile. Lui ora gestisce i bagni Antaura, di proprietà dei
suoceri: da bagnino di serie B è passato a fare il bagnino di serie A. Sono
innamorati, su questo non c’è dubbio. Anzi, lui la adora letteralmente. MA.
Ma non riescono ad avere figli.
“Cosa resta di noi”, uno psico-thriller che si divora (anche perché è scritto
benissimo), incomincia proprio mettendoci davanti a questo problema di coppia,
il calvario delle analisi, delle cure, delle attese snervanti, delle
frustrazioni tentativo dopo tentativo, del senso di inferiorità che la donna,
soprattutto la donna, prova ad essere sterile.
Guia si getta nella scrittura di un nuovo libro. Sarà un libro sulla
morte al contrario, un libro che parla di chi non potrà mai morire perché non è
neppure venuto al mondo, la straziante immaginazione della vita di un figlio
mai nato che esiste solo nella mente e nel cuore di una donna che vorrebbe
diventare madre.
Edo è impegnato nei lavori invernali di mantenimento e miglioramento
dello stabilimento balneare. Deve essere rifatta la piastrellatura ed è così
che incontra Anna, addetta alle vendite di una nota e pregiata manifattura.
Piacente, sulla quarantina, abile nella schermaglia amorosa. Riuscirà il nostro
ex bagnino sull’orlo della crisi matrimoniale a resisterle? Ahimè, no. E poi
Anna scompare. Scompare proprio, saranno le amiche a dare l’allarme.
L’enigma da risolvere, nel romanzo di Giampaolo
Simi, è quello della scomparsa di Anna. C’è chi sostiene che è viva (sembra
impossibile), più probabile che sia morta in quel 14 febbraio di insolita neve
in Versilia. Così insolita che il nostro ex bagnino (che tace sul suo incontro
con lei e vuole capire che cosa sia successo per allontanare sospetti da sé)
ricorre ad una maniera insolita di indagine- guardare sui social network le
foto che i viareggini hanno postato per ricordare l’evento straordinario. E
arriva ad una soluzione.
L’indagine più interessante,
tuttavia, è un’altra, o meglio, sono le altre, quelle che si addentrano nelle
tortuosità delle menti dei protagonisti, di Edo (perché mai si è lasciato
attrarre?), di Guia (ulteriormente frustrata dal rifiuto dell’editore di
pubblicare il suo libro), del comico da strapazzo che era l’amante di Anna
(respinto da lei di recente). E’ nel tracciare questo ultimo personaggio che
viene fuori la vena grottesca e satirica del romanzo, perché l’uomo che calca
le scene con il nome di Giangi, che suscita risate crasse con battute volgari e
scontate, che si comporta come fosse il padrone del mondo (ahimé, quale
padrone, un ubriacone che pensa tutto gli sia lecito, anche i comportamenti più
sconci in pubblico), ben rappresenta il cattivo gusto e l’imbarbarimento della
nostra società. E il fatto che Guia si presti alla commedia dappoco al suo
fianco, che si trasformi da aspirante mamma a infermiera, ci fa dubitare sulla
sua disperazione nella sala d’attesa dell’ospedale, all’inizio della vicenda.
Il caso di Anna Di Fosco viene archiviato,
ognuno si tiene le sue colpe ben nascoste, ognuno ha pagato il suo prezzo, mai
abbastanza alto per quello che è successo. Si salva- forse, perché il silenzio
è pesante quanto una colpa- l’ex bagnino ormai anche ex gestore dei bagni
Antaura che si imbarca come tuttofare sullo yacht del re dei surgelati. E’
l’unico che ha conservato la sua dignità senza cadere in basso.
Bellissima l’atmosfera che si respira nel
romanzo di Giampaolo Simi. Quella che sa di mare d’inverno, di spiagge non
affollate da turisti stravaccati al sole, di profumo di sale e non di creme
abbronzanti, di sabbia su cui solo i gabbiani hanno lasciato impronte, di duro
lavoro per permettere a spensierati bagnanti di godersi le vacanze.
la recensione sarà pubblicata su www.wuz.it
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