lunedì 21 luglio 2014

Qiu Xiaolong, "Quando il rosso è nero" ed. 2006

                                                          Voci da mondi diversi. Cina
                                                           cento sfumature di giallo
                                                           il libro ritrovato

Qiu Xiaolong, “Quando il rosso è nero”
Ed. Marsilio, trad. Fabio Zucchella, pagg. 285, Euro 16,00

     “Quando il rosso è nero”, di Qiu Xiaolong, è il terzo episodio della serie che ha per protagonista Chen, capo della squadra di polizia che indaga sui crimini con implicazioni politiche a Shanghai e, ancora una volta, si inserisce nel genere “thriller” solo perché vi si svolgono delle indagini su un assassinio: in una sovraffollata casa di Shanghai viene trovata morta una scrittrice il cui romanzo aveva suscitato scalpore perché parlava della sua storia d’amore con un intellettuale perseguitato durante la Rivoluzione Culturale e il caso viene affidato a Yu, il vice dell’ispettore Chen. In realtà il caso e l’indagine sono un pretesto per ascoltare voci diverse, rivangare nel passato, osservare i cambiamenti nella Cina degli anni ‘90.
    Molto abilmente, Qiu Xiaolong ricorre a due espedienti narrativi per mettere in moto la trama gialla e parlarci di altro: porta in primo piano Yu, l’aiutante di Chen, e impiega Chen in un incarico diverso, una traduzione in inglese che gli viene affidata dall’impresario Gu. Un’offerta impossibile da rifiutare, una cifra da capogiro come ricompensa. Si tratta di un’operazione di marketing, piazzare bene la vendita di un’area della città in cui ricostruire un “nuovo mondo” secondo i modelli europei. L’ambizione è quella di mantenere il guscio architettonico delle tipiche shikumen di Shanghai e trasformare questi edifici in ristoranti, negozi, locali alla moda.

    Da questo punto di partenza il romanzo di Qiu Xiaolong diventa un confronto costante tra presente e passato, con una prospettiva incerta di futuro. C’è un passato remoto ricordato con nostalgia, gli anni ‘30 quando Shanghai era la mitica  “Parigi dell’Est” ed è questa atmosfera romanticamente luccicante che la società del New World mira a ricreare. C’è poi un passato recente di cui nessuno- soprattutto chi lo ha vissuto- ama parlare, mentre il presente fluttua in un vuoto: Chen, di cui conosciamo il perfetto inglese, si trova in difficoltà con la traduzione che gli è stata affidata, per il semplice fatto che tratta di qualcosa- il marketing- che non è mai esistito in Cina. Se la visione del futuro è quella di gente allegra che spende allegramente soldi nelle shikumen riadattate, quella del presente è di decine di famiglie che vivono nelle shikumen dove un tempo alloggiava una sola unità famigliare, edifici fatiscenti in cui ogni spazio è impiegato ad uso abitativo. E l’ispettore Yu abita con la moglie e il figlio in una di queste stanze, deluso nell’aspettativa di avere un alloggio migliore, a disagio in una società che non lavora più per la sacra causa del comunismo. Se lo slogan politico rivoluzionario era Xiang qian kan, “Guarda al futuro”, adesso ci si fa beffe di quelle parole e si gioca sul significato di qian che vuol dire denaro, oltre che futuro. E naturalmente ci sono grossi interessi in ballo nella ricostruzione del “nuovo mondo”. Ma Yu e Chen e tanti altri non riescono ad adattarsi alla nuova mentalità, incapaci di liberarsi dal passato che li ha marchiati, quello della Rivoluzione Culturale. E’ l’ombra di questo “disastro nazionale” che si estende sul presente che ha finito per inghiottire la scrittrice assassinata. Aveva scritto un solo romanzo, “Morte di un professore in Cina”, e aveva curato la pubblicazione delle poesie del professore con cui aveva vissuto una storia d’amore proibita, argomento del suo libro. Ma questo è un romanzo dentro il romanzo, una sorta di Dottor Zivago cinese, e, siccome in Cina niente può esulare dalla politica, anche l’amore si tinge di rosso e di nero. E del sangue di un assassinio.

    Un ottimo noir, per sapere di più sulla Cina di oggi- e di ieri- con qualche brivido.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net

Qiu Xiaolong

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