vento del Nord
cento sfumature di giallo
Håkan Nesser, “Quattro fratelli per un delitto”
Ed. Guanda, trad. Carmen Giorgetti
Cima, pagg. 362, Euro 18,05
La grande casa, che una volta era una scuola, è isolata, ai margini della foresta. Nevica, come è d’obbligo a Natale, in Svezia. In paese si racconta ancora di un delitto mai risolto- una maestra era stata assassinata e la sua bambina era stata così traumatizzata da non parlare per due anni. Si diceva che di tanto in tanto si sentiva gemere un fantasma nella casa.
È l’atmosfera perfetta per un ‘delitto a
porta chiusa’. Se a noi viene in mente “Trappola per topi” di Agatha Christie,
è anche lo stesso autore che nomina il famosissimo ‘giallo’ di Agatha Christie.
E infatti c’è un delitto: viene ucciso il fratello maggiore e scompaiono due quadri.
Si vuol far credere che un ladro sia stato sorpreso e abbia ucciso Ludvig? Non
ha senso che un ladro sia entrato in casa adesso, avrebbe potuto agire nei
lunghi periodi in cui la casa era disabitata. Di che cosa avevano parlato i
quattro fratelli nella riunione a cui solo
loro avevano partecipato, su richiesta di Ludvig? Tutti tacciono, tutti
insistono sulla ‘riconciliazione’ desiderata da Ludvig che si era riavvicinato
a Dio negli ultimi tempi.
Entrano in scena Gunnar Barbarotti e Eva
Backman, incaricati di scoprire il colpevole. E Gunnar Barbarotti è Gunnar Barbarotti, uno dei commissari
più simpatici della scena letteraria. Macina lento ma ha intuito, ha la battuta
pronta e un senso dell’umorismo che fa spuntare il sorriso sulle nostre labbra.
È un umorismo gentile e giocoso, quello di Nesser e del suo Barbarotti,
estremamente piacevole.Barbarotti sullo schermo televisivo
Alla fine della vicenda i fratelli non sono
più quattro (quello che ci fa pena è il fratello più fragile, Lars, sempre
bullizzato dagli altri), la soluzione dell’enigma si trova scavando nel passato
e tornando alla festa di Mezza Estate in cui i fratelli Rude si erano
incontrati per poi non vedersi né sentirsi più per 25 anni.
Una bella atmosfera nel silenzio innevato
della Svezia, anche se ci riporta all’anno da incubo del Covid- il virus che è
l’altro assassino del romanzo, così come le dicerie sul fantasma della donna
uccisa sono un legame con un altro fantasma che turba le menti dei
protagonisti. È impossibile sfuggire ai sensi di colpa.
Un’ultima breve osservazione: il titolo
italiano è troppo esplicito. Non conosco lo svedese ma, per somiglianze con il
tedesco, mi sembra essere diverso.
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