Casa Nostra. Qui Italia
seconda guerra mondiale
Fabiano Massimi, “Se esiste un perdono”Ed.
Longanesi, pagg. 320, Euro 18,60
Se
chiudendo il libro vi verrà voglia di saperne di più, se andrete in biblioteca
o su Internet a cercare altri dettagli per capire meglio chi fece cosa, come e
perché, allora il mio compito potrà dirsi esaurito.
Io ho chiuso il libro e sono andata a
vedere su Internet per saperne di più. Perché non avevo mai sentito parlare di
Nicholas Winton, l’inglese che nel 1938, a Praga, organizzò i Kindertransport
mettendo in salvo 669 bambini, un Giusto tra le Nazioni, anche se il
riconoscimento non gli venne dato perché era di origine ebraica e non un
‘gentile’- non aveva quindi il requisito richiesto dallo Yad Vashem per
l’assegnazione. E se di lui si è saputo tardi, è perché il Bene non si mette in
piazza, ‘non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra’ è scritto nel
Vangelo, un ammonimento valido per tutti, credenti e non.Nicholas Winton
È il 1938 a Praga. A marzo l’Austria era
stata annessa alla Germania, poi era stata la volta dei Sudeti, il 9 novembre
la Notte dei Cristalli aveva lasciato presagire un futuro quanto mai fosco per
gli ebrei, ora ci si aspettava che Hitler occupasse la Cecoslovacchia. Non
c’era tempo da perdere.
Nicholas
Winton era arrivato a Praga quasi per caso, sarebbe dovuto partire per una
località sciistica con l’amico che invece lo aveva trascinato nella capitale
della Cecoslovacchia. “Che cosa sai dell’emergenza profughi?”. Ben poco,
Nicholas ne sapeva ben poco. C’erano ventimila bambini a rischio, la maggior parte
sotto i dodici anni. non c’era tempo da perdere. Bisognava preparare i
documenti, ottenere i visti, organizzare le partenze- come avrebbero fatto a
procurarsi un numero di treni sufficiente?
Doreen Warriner
Nicholas Winton si unisce al lavoro di
altre due persone coraggiose, Doreen Warriner e Trevor Chadwick, in una lotta
contro il tempo- adesso sappiamo che il tempo sarebbe scaduto il primo di
settembre 1939, quando i nazisti avrebbero invaso la Polonia dando inizio alla
seconda guerra mondiale.
È come se ci fossero due filoni nel romanzo
storico di Fabiano Massimi. Uno è prettamente storico e documentato, con i
colloqui dei tre britannici per strappare visti e permessi dalle autorità e
quelli- strazianti- con i genitori che affidano loro quanto hanno di più prezioso,
i loro figli, con le difficoltà organizzative, la gestione degli affidamenti a
famiglie inglesi disposte a prendere i bambini con sé e l’ansia fino al
riscontro positivo di ogni trasporto.
Il secondo filone è quasi fiabesco, ha
l’andamento di una di quelle favole che fanno paura e non sono affatto adatte
per i bambini, anche se i protagonisti sono dei bambini. Monumento a Winton alla stazione di Praga
È il filone della
bambina del sale, la bambina che vende sacchettini pieni del prezioso sale agli
angoli delle strade, di notte, pronta a scomparire al primo pericolo, come
fosse un elfo. E c’è un cattivo che le dà la caccia, un nazista che sembra un
orco, un gigante malvagio, rispettando la consuetudine delle fiabe di
attribuire sembianze di animali ai cattivi- dopo tutto anche Hitler era ‘der
Wolf’, il Lupo, il soprannome che lui stesso si era dato fin dagli inizi degli
anni ‘30.
Allora
questa bambina con la mantellina bianca (il colore rosso è già più che
sufficiente sulla bandiera con la croce uncinata) diventa il simbolo di tutti i
bambini da strappare al lupo cattivo, quello che le succederà acquista il
significato di quello che è successo a milioni di bambini.Trevor Chadwick
Leggere “Se esiste un perdono” a distanza
di ben più di mezzo secolo da quegli avvenimenti ha su di noi un effetto
strano. Ci riporta indietro nel tempo e nello stesso tempo ci parla del nostro tempo, come se la colonna di
profughi non avesse mai smesso di snodarsi, anche se da una diversa
provenienza, come se sempre, sempre, quello che si ha di più prezioso da
mettere in salvo fossero i bambini, perché sono preziosi, sono il nostro
futuro, le vittime innocenti della Storia.
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