vento del Nord
storia di famiglia
Helga Flatland, “Una famiglia moderna”
Ed.
Fazi, trad. A. Storti, pagg. 320, Euro 18,00
Un’idea bellissima, quella di Sverre, di
offrire a tutta la famiglia- moglie, le due figlie, una con il marito e l’altra
con il compagno, il figlio, i due nipotini- un viaggio a Roma dove avrebbero
festeggiato il suo settantesimo compleanno.
La vacanza
inizia in maniera gioiosa. Non c’è niente di più bello che passare dalla grigia
Norvegia all’assolata e allegra Italia per una famiglia così unita in cui
ognuno ha sempre preso parte alla vita dell’altro.
Poi…il fulmine a ciel sereno. Durante il pranzo Torill, la moglie di Sverre, annuncia che lei e Sverre si separeranno. Ma come? Perché? A settant’anni? Dopo una vita insieme? Sì, da un po’ le cose tra di loro non andavano più bene. Per i figli la notizia del tutto inattesa è un trauma. E, dopo questo preambolo, la narrazione- un’esplorazione della reazione di ognuno, una rielaborazione dei rapporti famigliari, tra le sorelle, tra le sorelle e il fratello, e dell’idea di coppia e di matrimonio- procede secondo tre diversi punti di vista, quello di Liv, la sorella maggiore, di Ellen, la secondogenita, e di Håkon, il figlio tanto desiderato nato dieci anni dopo Ellen.
È soprattutto Liv a sentirsi in qualche
modo tradita. Le sembra che le abbiano mentito. E, nello stesso tempo, in
questo momento così difficile, si rende conto di come sia fragile un legame
matrimoniale, di come possa traballare anche la sua stessa unione con il
marito, sotto la pressione delle ansie che le provoca il figlio adolescente e
quelle del lavoro. È poi così strano, così incomprensibile che i suoi genitori,
finalmente liberi dopo che anche l’ultimogenito era andato via da casa,
avessero deciso di separarsi?
Ogni coppia ha i suoi problemi. La
trentottenne Ellen sembra aver
trovato l’uomo giusto, ma lo stress della delusione mensile per un mancato
concepimento li porta ad una rottura.
Quanto a Håkon, le sorelle e la madre si sono chieste spesso se sia ‘gay’ perché è sempre accompagnato da amiche sempre diverse. Håkon fatica a far capire la sua idea di amore e di coppia. Semplificando parecchio, Håkon è per la coppia aperta, per il rifiuto di un legame obbligato che sa di contratto. Finché si innamora.
Proseguendo la lettura comprendiamo a poco
a poco quello che la scrittrice vuole dirci. Con straordinaria leggera profondità,
con velato umorismo ed ironia, ci rendiamo conto che ognuno è un individuo a
sé, ognuno ha la sua storia e la sua vita e non esiste una regola valida per
tutti. Il microcosmo di una famiglia con tre figli adulti, un nipote
adolescente e una bambina in età di asilo offre una molteplicità di spunti per
comportamenti diversi ed è interessante e istruttivo osservare come ogni
personaggio condivida ricordi comuni, così uguali ed eppure così differenti,
come una coppia di marito e moglie abbia saputo prendersi la responsabilità di
essere prima di tutto un padre e una madre, come l’ordine di nascita dei tre
figli abbia inciso sul loro carattere e sulle dinamiche dei rapporti tra di
loro.
Una famiglia moderna, capace però di
poggiarsi su valori che non hanno una scadenza, diventa la storia di quattro
famiglie che seguono ognuna la sua strada, senza mai tralasciare di coltivare,
però, il sentimento che è il fondamento su cui poggia l’unione famigliare- tutti per uno, uno per tutti, come i
moschettieri. Se Torill viene ricoverata in ospedale, Sverre, l’ex marito corre
al suo fianco, le due sorelle sono sempre pronte a prestare orecchio ai
dispiaceri dell’una o dell’altra, a sostenere il fratello minore che vorrebbe
sganciarsi dalle regole monogamiche della famiglia tradizionale.
Una bella lettura.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
Nessun commento:
Posta un commento