Voci da mondi diversi. Africa
Booker Prize
Damon Galgut, “La promessa”
Ed.
e/o, trad. Tiziana Lo Porto, pagg. 278, Euro 17,10
Una famiglia bianca in una fattoria nelle vicinanze di Pretoria, Sudafrica. Quattro morti che scandiscono il tempo della narrazione, nell’arco di trent’anni. Una promessa che impiegherà trent’anni per essere mantenuta- troppo tardi? Una storia in cui il testimone passa dalla madre al padre e poi ad una delle figlie e all’unico figlio maschio, il primogenito- hanno tutti nomi che incominciano per A, i tre figli: Anton, Astrid, Amor. Anton, che presta servizio militare, diserta dopo aver ucciso una donna di colore, tormentato dai sensi di colpa (dentro di sé sente di aver ucciso sua madre che, per un caso, muore lo stesso giorno), la bella e narcisista Astrid che si sposerà due volte (aveva dovuto sposarsi in fretta, la prima volta, perché era incinta), Amor, che era stata in qualche modo segnata quando un fulmine l’aveva colpita sulla collinetta dietro casa e ne era quasi morta (Amor, nomen omen: sarà lei a portare il messaggio d’amore nel romanzo, lei a collegare i due mondi di due diversi colori).
È il 1986, la prima a morire è la madre, dopo sei mesi di sofferenze in cui è stata accudita da Salome, la donna di colore che era stata praticamente ‘comprata’ con la fattoria. Ed è Amor che sente il padre promettere alla moglie morente che renderà Salome padrona della casa (più una catapecchia che una casa, in realtà) in cui vive con il figlio. È vero che adesso è la legge che impedisce che la promessa venga mantenuta, perché i neri non possono essere proprietari- è ancora in vigore l’Apartheid-, ma niente viene fatto in tal senso. C’è un’altra promessa, forse in chiave minore, che il padre non mantiene- di non far tornare Amor a frequentare la scuola in collegio. Anche questa promessa disattesa contribuirà al distacco di Amor dalla famiglia. E inoltre la promessa non mantenuta adombra quella della 'nazione arcobaleno’, naufragata nel crimine diffuso e nella corruzione.
E intanto, mentre la casa si deteriora, mentre la famiglia Swart si disgrega, la Storia del Sudafrica prosegue il suo corso, Nelson Mandela esce di prigione e diventa presidente, dopo di lui Mbeki, Zuma è l’ultimo di cui si parla (presidente dal 2009 al 2018), la rivolta di Soweto è un ricordo, l’Apartheid è stato abolito ma la discriminazione continua, la corruzione dilaga (Anton ubriaco se la cava allungando dei bigliettoni alla poliziotta che lo ferma), Salome può finalmente diventare proprietaria, proprio adesso che la casa perde valore, che il territorio è rivendicato da chi lo occupava prima che i bianchi arrivassero.
Echi della grande letteratura britannica
echeggiano ne “La promessa”- da quel ‘domani e domani e domani’ che già Macbeth
vedeva srotolarsi fino alla morte, alla pioggia che cade sui vivi e sui morti
(era la neve a cadere sui vivi e sui morti nella novella di Joyce), e
soprattutto il tema della promessa della casa che richiama l’analoga promessa
in uno dei più bei libri di E.M. Forster, “Casa Howard”. Non è un caso che
Galgut abbia dedicato un romanzo, “Estate artica”, allo scrittore inglese- anche
in “Casa Howard” era la moglie che prima di morire destinava la casa all’amica
e anche in questo caso c’era chi contestava la sua ultima volontà.
Nel romanzo di Galgut, tuttavia, la
promessa assume pure l’altro significato politico ed è una tematica, quella dei
rapporti tra bianchi e neri, che scorre lungo tutto il libro e che si sviluppa
a vari livelli, da quello dei legami interpersonali (Astrid non avrebbe mai
creduto di poter avere un amante di colore, mentre, alla fine del libro, il
figlio di Salome osa ribattere a tono ad Amor) a quello più ampio delle
condizioni di vita, di alloggi, di possibilità di studio e di lavoro, di una
violenza istigata dalle circostanze.
Damon Galgut ha vinto il prestigioso Booker
Prize (premio assegnato ogni anno al miglior romanzo scritto in inglese e
pubblicato nel Regno Unito e nella Repubblica d’Irlanda) con questo libro
intenso, denso di significati, drammatico e lirico. Da leggere.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
Nessun commento:
Posta un commento