Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
saga
Paul Scott, “Il giorno dello scorpione”
Ed.
Fazi, pagg. 668, Euro 20,00
Diciamolo subito. È un libro
appassionante, questo “Il giorno dello scorpione” di Paul Scott, secondo della
quadrilogia iniziata con “Il gioiello della corona”, dove il gioiello era
l’India. È stato paragonato a “Guerra e pace” e addirittura a Proust. Con
quest’ultimo non vedo possibile il raffronto, di “Guerra e pace” ha l’epicità e
una simile galleria di personaggi, molti dei quali avevamo già conosciuto nel
romanzo precedente. Perché la bravura di Paul Scott è di introdurre un nuovo
gruppo famigliare, i Layton (il padre è prigioniero in Germania, la madre alza
un po’ troppo il gomito per alleviare la solitudine, delle due figlie una, la
più giovane, è molto carina e si sposa perché così fan tutte, l’altra, Sarah,
meno bella ma riflessiva e intelligente, è in servizio nell’esercito), e nello
stesso tempo ritornare al nodo cruciale de “Il gioiello della corona”, gli
eventi della notte dello stupro di Daphne Manners, offrendoci, però, un altro
punto di vista.
E
poi, sotteso a tutta la trama, alle storie delle ragazze Layton e a quella,
così dolente, dello stupro, c’è l’altro tema che, in qualche maniera, permea
anche gli altri due filoni- la richiesta sempre più pressante di indipendenza
dell’India, la fine del Raj che incombe nefasta.Hari Kumar e Daphne nella versione cinematografica
Il matrimonio di Susan Layton riporta in scena
una vecchia conoscenza, quel Ronald Merrick ex ufficiale di polizia incaricato
del caso di Daphne Manners e che ora è capitano dell’esercito. E che spera
nessuno si ricordi di lui associandolo ai Giardini Bibighar e a quello che vi
era successo. Ma qualcuno lancia un sasso contro l’automobile che trasporta lo
sposo e Merrick, testimone dello sposo scelto come ripiego, in sostituzione di
un altro. Il sasso è stato scagliato contro Merrick, brutto presagio per lo
sposo. Daphne è morta dopo aver dato alla luce una bambina a cui è stato dato
un nome indiano, Parvati, come la moglie del dio Shiva. Ha la pelle scura- chi
sarà il padre? E la zia ne ha dato l’annuncio sul giornale, bel messaggio di
sfida all’oscurantismo inglese. Hari Kumar, il ragazzo cresciuto in Inghilterra
che aveva studiato in un college prestigioso, che parlava con una pronuncia che
mai Merrick avrebbe potuto uguagliare, che non riusciva a riconoscersi
nell’India in cui era dovuto ritornare dopo la morte del padre perché ‘casa’
significava ‘Inghilterra’ per lui, è ancora in prigione. Arrestato da Merrick
insieme ad altri accusati di stupro di gruppo che però Daphne aveva dichiarato
di non riconoscere. E, in lunghe pagine rivelatrici, Hari Kumar racconterà di
quella notte, scenderà nei dettagli degli abusi che Merrick gli aveva inflitto
calpestando la sua dignità di essere umano.Hari Kumar e Merrick
Non
ci era piaciuto Merrick ne “Il gioiello della corona”, condividiamo adesso con
Sarah quella ripugnanza, quell’indefinito senso di orrore e disgusto che lei
prova nei suoi confronti, quella diffidenza dovuta alla sensazione che lui
menta, che qualunque cosa lui dica sia una menzogna dovuta a frustrazione, ad
ambizione di salire nella scala sociale, a senso di inferiorità per non essere
‘dei loro’.
Il legame India-Inghilterra si sta
allentando e se, da una parte, è proprio la storia d’amore finita così male di
Daphne e Hari Kumar che ce lo mostra (E.M. Forster non poteva immaginare di
aver indicato per primo la contrastata fascinazione del rapporto tra donne
inglesi e uomini indiani), se il frutto di questo amore è in stridente
contrasto con quello del matrimonio di Susan (non è stato forse uno stupro
consacrato il rapporto che la renderà madre?), dall’altra parte c’è un fermento
di rivolta che lascia presagire la fine di un’epoca, c’è un ministro del
congresso in prigione che fa da contrappunto a Hari Kumar, ci sono i soldati
indiani che ‘tradiscono’ unendosi ai giapponesi che avanzano dalla Birmania.Sarah Layton
Forse un centinaio di pagine in meno avrebbe
alleggerito la lettura, però terminiamo “Il giorno dello scorpione” con il
dispiacere di abbandonare i suoi personaggi che esistono di per sé e nella
grande Storia e con la profonda soddisfazione per aver goduto di queste trame
intrecciate e ricche di sfumature.
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