Casa Nostra. Qui Italia
cento sfumature di giallo
Antonio Manzini, “Vecchie conoscenze”
Ed.
Sellerio, pagg. 405, Euro 15,00
È un piacere tutto particolare, quello che
si prova quando si legge il nuovo romanzo di un autore di cui abbiamo letto
tutti i libri precedenti e si teme possa deluderci, possa stancarci con la sua
ripetitività. Non ci delude la nostra ‘vecchia conoscenza’, Antonio Manzini,
con “Vecchie conoscenze”.
Ad Aosta fa freddo e nevica, come al solito. C’è aria di cambiamenti. Gabriele e sua madre partono per Milano, lasciando la casa di Rocco Schiavone che li ha ospitati. Gabriele è infelice, Rocco ammette che gli mancherà, gli suggerisce di non ascoltare i consigli dei vecchi, semmai di fare il contrario di quello che gli dicono, perché- ‘mi sembra che qui il risultato sia disastroso’ e che il mondo che i vecchi lasciano ai giovani sia pieno di monnezza. Il compagno dell’agente Deruta gli propone di andare a vivere insieme, ma Michele Deruta rifiuta- ha paura di quello che si dirà in giro, paura di perdere il lavoro. La giornalista Sandra Buccellato propone a Rocco di andare con lei a cena da una cugina. Il rifiuto di Rocco supera la sua abituale sgarbatezza, è di una rudezza e maleducazione tale da ferire Sandra che, dopo avergli dato dello stronzo, lo pianta in asso. E Rocco si conferma come il più antipatico tra i personaggi che amiamo.
A tutto questo si aggiunge un’altra delle
catalogate rompiture di coglioni per Rocco. Sofia Martinet, un’anziana
professoressa, molto nota nell’ambiente accademico, insignita di premi per i
suoi studi su Leonardo, è stata assassinata nel suo appartamento stracolmo di
libri. Un furto? Non pare, anche se sul dito c’è il segno di un anello che è
scomparso. I sospetti cadranno sul figlio che aveva bisogno di soldi. Perché la
Martinet dava tanta importanza alla data di pubblicazione di un suo studio
rivoluzionario su Leonardo?
Non è questa l’unica trama ‘gialla’ del
romanzo. Questa è quella più tradizionale, sia nel movente sia nella modalità
dell’assassinio. Ed è anche quella in cui Rocco, pur essendo sempre turbato
dalla morte violenta, riesce a mantenere un maggiore distacco. L’altra trama,
di pari rilievo, si aggancia al passato di Rocco, alla vicenda in cui era stato
dolorosamente coinvolto per l’omicidio di sua moglie (quella Marina con cui
ancora parla come se fosse presente) e poi per quello della compagna del
carissimo amico Sebastiano.
Ecco, si fa vivo Sebastiano, diretto in Svizzera per regolare i conti con Enzo Baiocchi- vecchie conoscenze. Rocco è disposto a tutto per Sebastiano, anche a sottrarre un passaporto in questura, per fornirgli un’altra identità. Sebastiano è ‘l’amicizia’ suggellata da un patto di sangue infantile, ben diversa da quella che Rocco sperava di instaurare con l’agente Italo Pierron che continua a deluderlo, perso ormai nella sua dipendenza dal gioco.
E poi Sebastiano scompare. L’azione si fa
convulsa, la rivelazione dei retroscena ribalta quella che si pensava fosse la
verità ed è sconvolgente. Rocco è ferito, è il suo mondo che vacilla.
Eppure non tutto è nero, non tutto è
negativo e senza speranza nel nuovo romanzo di Antonio Manzini. C’è un barlume
di autocritica in Rocco, e, se l’amicizia delude, c’è però l’amore che fa
capolino, nelle situazioni più inattese (Gabriele a Milano), nelle forme meno
usuali (l’agente Deruta che trova il coraggio di fare coming out ), perfino nei personaggi a quattro zampe. C’è anche il
ritorno di Caterina: si era sbagliato su di lei, Rocco? E si è fatto finalmente
una ragione, Rocco, di essere in questa città dove il suo loden non lo difende
dal freddo e le sue amate Clarks sono sempre infradiciate? La confessione
finale ai ‘suoi’ uomini sa di amarezza ma anche di una nuova consapevolezza.
“Non
siamo amici, non lo siamo mai stati, e forse non lo saremo mai….Ma la sapete la
cosa strana? Mi siete rimasti solo voi. Per quanto sia dura e difficile
ammetterlo, non ho altri che voi…”.
Leggetelo.
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La recensione sarà pubblicata su www.stradanove.it
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