Voci da mondi diversi. Area germanica
love story
romanzo d'avventura
Nicole C. Vosseler, “La baronessa del ghiaccio”
Ed.
Neri Pozza, trad. R. Scarabelli, pagg. 316, Euro 19,00
Frederic Tudor
Torniamo indietro, perché il romanzo di
Nicole Vosseler deve essere assaporato con la lentezza con cui assaporereste un
ghiacciolo.
È
il 1882 quando Griša, tredici anni, e la sorellina Katja di nove anni scappano
di casa. Sono figli di un servo della gleba, se vengono presi saranno
arrestati, devono lasciare la Russia. Lui, Griša, ha sete di avventura, guarda
lontano. Quando arriveranno a Tromso, si imbarcherà su una baleniera, alternerà
mesi in mare con periodi di tempo a terra- di certo non lascerà mai sua sorella
di cui si sente responsabile. Lei, Katja, è un topolino che sboccerà in una
splendida ragazza con gli occhi chiari come il ghiaccio e i capelli corvini,
una volontà di ferro e nessuna smanceria femminile. E con il ghiaccio Katja ha
un rapporto speciale, in un’altra epoca sarebbe potuta diventare glaciologa,
come Smilla, la protagonista del romanzo di Peter Hoeg. Katja sente il ghiaccio
cantare, con il tocco delle dita ne percepisce lo spessore e la solidità.Riproduzione del palazzo di ghiaccio voluto dall'Imperatrice Anna nel 1740
Sono tante le avventure in serbo per i due
fratelli Voronin. Non si fermano in Norvegia e neppure in Danimarca.
Arriveranno ad Amburgo, un vivace porto commerciale. Dapprima sarà una
conoscenza casuale, quella con i fratelli Thilo e Christian, proprietari di una
bottega di merci varie, e poi diventerà molto di più- una stretta amicizia,
amore, un sodalizio commerciale, tra alti e bassi, illusioni e delusioni, fino
al successo della grande impresa. Successo insperato con una premessa
azzardata, tanto da sembrare folle, ma li consacrerà come Baroni del Ghiaccio,
perché riusciranno a battere il Re in velocità.
Il romanzo di Nicole Vosseler ha parecchi
piani di lettura- è questo il suo fascino, come per il precedente libro “Il
botanista inglese”.
È un romanzo di formazione in cui seguiamo da vicino la ‘crescita’ dei diversi personaggi- le difficili decisioni di vita da prendere, le scelte d’amore, tanto più tormentate quando si è incerti sulle proprie preferenze sessuali o quando l’immaturità rende incapaci di distinguere tra ‘lussuria, amicizia e amore’. Si sbaglia, si soffre, si fa soffrire, si conoscono momenti di felicità sublime e il trionfo della soddisfazione per aver ottenuto quello per cui si è lottato.
È anche il romanzo di un viaggio a tappe,
che coincidono con la ‘crescita’ personale. Viaggio vero che ci porta nei mari
del Nord a caccia di balene e poi nella terra dei ghiacci a venti gradi sotto
zero, in paesaggi di una glaciale bellezza, e viaggio di conoscenza- dell’altro
e di se stesso. “Succedeva sempre così, che all’estero si cambiava opinione su
qualcuno che si pensava di conoscere?”. Perché il viaggio è come una lente,
crea una distanza che permette lucidità di visione.Calabrosa
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