Casa Nostra. Qui Italia
cento sfumature di giallo
Alessia Gazzola, “Costanza e buoni propositi”Ed. Longanesi, pagg. 300, Euro 17,67
Parafrasando un incipit famoso, potremmo dire che ‘tutte le storie
d’amore felici si somigliano; ogni storia d’amore infelice è disgraziata a modo
suo’– o, se non proprio disgraziata, ha le sue proprie difficoltà. Anna
Karenina viveva una storia d’amore impossibile e non felice, così pure Costanza
Macallé, la protagonista della nuova serie di romanzi di Alessia Gazzola, mamma
single di Flora, la bimba nata da qualche notte d’amore con un perfetto
sconosciuto a Malta. Ed ora che ha rintracciato il padre di Flora (lo abbiamo
letto in “Questione di Costanza”), neppure con se stessa Costanza osa
riconoscere di essere ancora innamorata del fidanzatissimo Marco.
Lo confesso. Ero Alice-dipendente, quando Alice Allevi era il
personaggio principale dei libri di Alessia Gazzola, ed ora sono
Costanza-dipendente. In conclusione sono Alessia Gazzola-dipendente: mi
piacciono i suoi romanzi.
Rifuggo dai romanzi rosa e dalle commedie leggere e, se la trama dei libri di Alessia Gazzola fosse soltanto imperniata sulle vicissitudini, gli alti e bassi, i sospiri e le lacrime d’amore delle sue protagoniste, non avrei mai superato le prime pagine. Ma non è così. I filoni delle sue trame sono sempre due e si equilibrano perfettamente. La leggerezza del presente, pur con i suoi batticuori, è smorzata dalla gravità di quanto è avvenuto nel passato.
Stiamo imparando a conoscere Costanza. Con una specializzazione in
anatomopatologia ha accettato un posto come paleopatologa (scienza di cui sa
poco o nulla) a Verona, dove può condividere un appartamento con la sorella-
insieme a lei sentirà meno la nostalgia della sua Messina, insieme è meno
faticoso occuparsi di Flora, che ora ha tre anni.
Il filone rosa inizia con il cambiamento di cognome della piccola che il
padre Marco ha riconosciuto come sua figlia. Il fidanzatissimo nonché fedifrago
Marco è conquistato dalla bambina, che è adorabile. Ottiene l’affido congiunto,
la porta a far visita al burbero padre che resta colpito dalla somiglianza di
Flora con la moglie morta da poco. Il fatto è che, come in ogni romanzo rosa
che si rispetti, noi percepiamo che Marco si sta innamorando di Costanza.
Quanto a Costanza…lei è già innamorata di lui. Il matrimonio con Federica è già
fissato…
Galeotto agli incontri di Costanza e Marco a Milano è il ritrovamento, durante degli scavi in città, di due scheletri sepolti insieme. Sembrano essere datati del ‘300 o del ‘400, appartengono a due ragazze giovani, una di loro doveva zoppicare- aveva una tibia più corta. Ed entrambe sembrano essere morte di fame. Sono state fatte morire di fame? Che punizione atroce.
Ed ecco la seconda trama. Forse l’aggettivo ‘affascinante’, parlando di una storia che inizia da due scheletri, suona grottesco, ma è vero: quella di Bernarda Visconti, figlia di Barnabò Visconti, andata sposa all’età di quattordici anni, a Giovanni Suardo, un condottiero bergamasco di una famiglia alleata dei Visconti, è una storia affascinante che esce dal passato. Bernarda non ne voleva sapere di quel marito e cadde tra le braccia di un tal Antoniolo Zotta. La punizione del padre fu tremenda. Lui fu torturato e poi impiccato. Lei fu murata viva e lasciata morire di stenti. Di chi era il secondo scheletro? Di una cugina condannata alla stessa pena per la stessa colpa? Giravano voci, poi, che Bernarda non fosse morta, c’era chi diceva di averla vista, chi sosteneva si fosse risposata e avesse avuto una figlia. Impossibile che queste dicerie fossero vere, ma chi era, allora, la sedicente Bernarda che nel romanzo ha il nome di Anna come la protagonista della più famosa storia di impostura del ‘900, quella Anna Anderson che sostenne, fino alla morte, di essere la zarina Anastasia Romanov, scampata al massacro della sua famiglia nel 1917?
Le due trame procedono parallele, sono entrambe storie di donne che
amano contro quello che la ragione suggerisce. Costanza è attratta dalla
ricerca su Bernarda e sulla sua sosia. In qualche maniera sente che c’è un filo
che le unisce- in un certo senso non è anche Costanza un’impostora, sia
nell’ambito del suo lavoro sia in quello personale, con il suo ambiguo rapporto
con Marco? E l’amore che lega la sosia di Bernarda alla figlia per cui è
disposta a fare tutto, non è uguale a quello di Costanza per Flora?
Sono romanzi intelligenti, quelli di Alessia Gazzola. E sono sommamente
piacevoli. Per l’armonia con cui si fondono presente e passato, per il calore
che la scrittrice infonde in casi veramente “molto freddi”, per i colori dei
generi diversi che non sono mai troppo forti- il rosa non è stucchevole, il
giallo non è abbagliante-, per l’autoironia della protagonista, per la credibilità
della vocetta di Flora, per il brio, infine, che rende ogni pagina
scoppiettante.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.it
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