vento del Nord
Tommy Wieringa, “Santa Rita”
Ed. Iperborea, trad. Claudia Cozzi,
pagg. 301, Euro 18,50
A Paul la medaglietta di Santa Rita l’aveva regalata l’amico Hedwiges
che l’aveva acquistata su una bancarella durante una delle vacanze che facevano
insieme in qualche paese lontano. Anche Hedwiges ne aveva una e Paul ne aveva
acquistato una per regalarla a Rita, la sua prostituta preferita del Club Pacha-
santa Rita, la patrona delle cause impossibili, delle donne sterili e di quelle
malmaritate. E meno male che c’era questa
Rita nella vita di Paul.
Il nuovo romanzo di Tommy Wieringa
si svolge in un paesino della pianura olandese, uno di quei paesini fuori dal
mondo, dove tutto, la moda e le novità e le idee e le notizie, arriva in
ritardo. Erano arrivati gli stranieri, loro sì. Prima di tutti, nel 1975,
quando Paul aveva otto anni, era arrivato, piombando dal cielo con il suo
aereo, il russo Anton che era diventato un eroe simbolo della libertà per
quella sua fuga avventurosa dall’Unione Sovietica. Era sopravvissuto allo
schianto, Anton. Purtroppo, perché la madre di Paul se n’era andata con lui. Un
trauma da cui Paul e suo padre, il mite maestro Alois, non si sarebbero mai
interamente ripresi. Dopo la meteora di Anton erano arrivati i cinesi che
avevano aperto un bar e un ristorante. E infine sempre più gente dall’Est,
bulgari, rumeni, polacchi. E con loro furti e rapine. Per loro un paese in una
zona di confine era comoda, erano agli ordini di uomini che stavano ad est, in
palazzi di marmo e con grosse auto.
Paul vive con il padre, lo accudisce con ammirevole devozione filiale.
Ha messo su un commercio di reliquie di guerra- una straordinaria raccolta di
divise, armi, medaglie e altro ancora che vende per corrispondenza. Ha un solo
amico, Hedwiges, un altro tipo solitario quanto lui, diventato ancora più
introverso dopo la morte della madre. Quando Hedwiges, chiacchierando al bar,
per vantarsi lascia intendere di avere un sacco di soldi, la violenza irrompe
nella tranquilla vita quotidiana dei due scapoli di mezza età.
La scrittura di Tommy Wieringa ha una pacatezza poetica che si addice
perfettamente al racconto- al paesaggio che riesce a far apparire di una
stupefacente bellezza pur nella sua monotonia, alla vita cadenzata e sempre
uguale di un uomo molto solo che ha per amico un altro uomo che è ancora più solo
di lui, che viene scombussolato quando
apprende che i cinesi se ne vanno, che anche Rita se ne andrà. E intanto suo
padre è in ospedale, e l’amico Hewiges? Maledetti Ivan- si chiamano ancora
così, i russi, anche dopo che la guerra è finita da quasi settant’anni.
Non aspettatevi che succeda molto, in “Santa Rita”. L’evento più
stupefacente, di per sé, per il significato politico che ha e per l’impatto
sulla vita affettiva di Paul e di suo padre, è quello dell’aereo russo che
precipita (e la mini-storia della sua costruzione e della preparazione della
fuga è un racconto tutto a sé). I russi, già eterni nemici, saranno per sempre
l’emblema del male. Quello che affascina, nel romanzo di Wieringa, è il lento
strisciare del nuovo in questa terra piatta circondata dal nulla. Un ‘nuovo’
fatto di nuove presenze esotiche che finiscono per vivacizzare l’ambiente e di
nuovi prodotti tecnologici a cui fa da controcanto la collezione di ‘militaria’
di Paul. Affascina la nebbiolina di malinconia, la solitudine che è incapacità
di distacco (è da questo che è fuggita la madre di Paul? per non restare
irretita per sempre?), e, al contempo, rafforza i legami- di Paul con suo
padre, di Paul con l’amico più ‘sfigato’ ancora di lui. Quanto al timore di
Paul di un legame saldo con una donna- non possiamo forse capirlo
perfettamente?
Un altro bellissimo libro dal Nord. Da leggere.
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